Quaderno 36 - page 31

ORIENTAMENTO E SCUOLA
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Evidentemente si tratta di un’e­
semplificazione. Le opportunità di
salire sul convoglio delle work expe-
riences è aperta alle scienze (es. tec-
nologie di produzione, utilizzo ener-
getico, sicurezza ambientale delle
lavorazioni, ecc.), alla geografia (pa-
esi di provenienza dei lavoratori, fe-
nomeni migratori, mercati di acqui-
sizione delle materie prime e di
sbocco dei prodotti, ecc.), all’educa-
zione civica. La filosofia di fondo è
che tendenzialmente tutte le disci-
pline possono dare un contributo e
nello stesso tempo possono trarre
vantaggio affidando alle work expe-
riences apprendimenti curricolari.
Se mai il problema è culturale:
queste attività non debbono essere
considerate come pratiche ancillari
che non debbono distrarre dallo
svolgimento dei programmi, ma es-
sere viste nelle straordinarie poten-
zialità orientative ed educative (ci
sono cose che è difficile o impossibi-
le insegnare a scuola) e trasversali
(servono all’apprendimento di tante
discipline), che aiutano la persona-
lizzazione dell’apprendimento (è
possibile diversificare le esperienze
anche individualmente o per piccoli
gruppi).
Valorizzazione degli apprendimenti acquisiti nelle esperienze di
contatto con il tessuto produttivo del proprio territorio
(Attività al rientro dall’esperienza)
CHE COSA FA L’ALLIEVO
ABILITÀ/CAPACITÀ PROMOSSE
-
Organizza i dati raccolti ed elabora un rapporto
-
Confronta i dati raccolti e con il gruppo classe ricostruisce
la filiera elaborando un report unitario
-
Utilizzare una scaletta per relazionare, esprimersi chiaramente, in
modo sintetico e con l’utilizzo di termini specifici
-
Utilizzare strumenti informatici
-
Collaborare per realizzare un report unitario
-
……………..
Figura 3: Un programma di incontri con il mondo del lavoro
2. Riflessione sulle
esperienze
La seconda metodologia che vie-
ne proposta nella nostra scelta di si-
tuazioni di apprendimento delle
competenze orientative riguarda la
“riflessione sulle esperienze”, che
proponiamo qui come componente
necessaria delle “work experiences”
(non basta la sola esperienza, non ba-
sta il semplice contatto con il mondo
del lavoro
), ma è una strategia tra-
sversale di efficacia non facilmente
paragonabile con altre di pari condi-
zioni di praticabilità e versatilità.
Scopo di fondo (mutuando indi-
cazioni dalle linee guida della “di-
dattica metacognitiva”) è quello di
aiutare l’allievo a concettualizzare
le esperienze vissute, anche quelle
connotate emotivamente, a conse-
guire la consapevolezza circa la ne-
cessità di riflettere su quello che fa
e di adottare un “atteggiamento
strategico’”nei confronti delle attivi-
tà cognitive, ad acquisire la capaci-
tà di assumere un livello“
meta
”, cioè
al di sopra”
, “
oltre
” l’esperienza em-
pirica.
Ciò, per guardare con il “terzo oc-
chio” l’esperienza stessa ed aprire la
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