Spazio aperto
luppo cognitivo) e comporta-
mentali (iperattività/deficit at-
tentivo, ansia, ipersensibilità
suoni-rumori, fobie, aggressi-
vità);
– difficoltà primarie di comuni-
cazione verbale e non verba-
le;
– presenza d’interessi e compor-
tamenti ridotti e stereotipati;
– scarsa autonomia e minima
od assente capacità di pren-
dere iniziative;
– alterazione sensoriali;
– disturbi del sonno;
– disturbi dell’umore e dell’affet-
tività;
– anomalie alimentari (intolle-
ranze alimentari, voracità,ali-
mentazione selettiva, ecc.).
È una disabilita permanente ma
le conoscenze attuali permetto-
no di migliorare la vita di questi
bambini e delle loro famiglie, se
diagnosticati subito, attraverso
un intervento educativo preco-
ce che porta ad un reale recu-
pero di queste persone. Un tem-
pestivo programma di educa-
zione globale individualizzato
porta il soggetto ad acquisire,
attraverso sistemi opportuni, abi-
lità sociali e competenze.
Attraverso quali modalità? È
molto importante che sin dall’ini-
zio si segua un progetto condivi-
so famiglia-scuola-centro riabili-
tativo, attraverso metodologie
comportamentali che consideri-
no:
• Un approccio individualizzato.
• Scomposizione dell’apprendi-
mento in singole parti.
• Insegnamento strutturato delle
singole parti.
70
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
■
32
CHE COS’È L’AUTISMO?
Con il nome autismo vengono a
volte genericamente definite
una serie di sindromi raggruppa-
te ed individuate come “disturbi
generalizzati dello sviluppo”, “di-
sturbi dello spettro autistico”, o
“disturbi pervasivi dello svilup-
po”, proprio perché coinvolgo-
no molteplici aree dello sviluppo
cognitivo e percettivo, memo-
ria, linguaggio, intelligenza, at-
tenzione, motricità e adatta-
mento all’ambiente. Tecnica-
mente la diagnosi e l’individua-
zione dell’autismo, pur essendo
le cause nella maggior parte dei
casi ancora allo studio, è defini-
ta in base a comportamenti os-
servabili, descritti nei due ma-
nuali: DSM-IV
2
, e ICD-10.
3
Si definisce “autismo”quindi un
insieme di alterazioni qualitative
nelle aree del funzionamento so-
ciale, della comunicazione e del
comportamento. Si tratta preva-
lentemente di una sindrome di
origine neurobiologica che si
manifesta entro i primi tre anni di
vita e colpisce prevalentemente
i maschi.
Le sindromi autistiche sono in au-
mento: si calcola che possa
coinvolgere un bambino su 500
nella sua forma marcata.
Negli Stati Uniti il Center for Di-
sease Control and Prevention ha
rilasciato nell’estate scorsa un
rapporto di 1:167, la National
Autistic Society britannica stima
1:155, mentre la Società Italiana
di Neuropsichiatria dell’Infanzia
e dell’Adolescenza nel 2005 ri-
conosce solo un caso di autismo
su mille persone.
Escludendo l’ipotesi di essere in
una nazione particolarmente
fortunata, i dati italiani appaio-
no evidentemente sottostimati:
ci auguriamo che l’istituzione di
un Osservatorio regionale per
l’Autismo in vista dell’adozione
delle Linee Guida sull’Autismo
4
per il territorio, faccia emergere
fra le altre cose, l’effettiva inci-
denza della sindrome nella re-
gione Friuli Venezia Giulia.
Quali sono le conseguenze di
questa patologia? Fondamen-
talmente l’autismo è una com-
promissione totale o parziale
della capacità comunicativa
ed è caratterizzata da:
– mancanza della naturale ca-
pacità di comunicare associa-
ta all’incapacità di riconosce-
re ed apprendere regole so-
ciali che interferiscono in mo-
do grave sulle capacità co-
gnitive (disarmonie dello svi-
AUTISMO: SISTEMA
ABILITATIVO
ED ATTIVITÀ
SCOLASTICA
Ogni genitore ha idealmente nei
confronti dei propri figli un
progetto “ambizioso”: garantirgli
una vita serena ed equilibrata,
crescerli offrendogli potenzialmente
tutto ciò che dal punto di vista
educativo, affettivo, strutturale, di
possibilità di crescita , è
considerato opportunamente il
meglio, nel rispetto del suo essere
“persona”.