non sapersi documentare sulla realtà
scolastico-professionale; presentano,
inoltre, bassi livelli di credenze di ef-
ficacia, la tendenza a sperimentare li-
velli elevati di disagio nelle relazioni
con gli altri e una prospettiva tempo-
rale sotto la media. Il livello di inter-
nalità, contrariamente alle previsioni,
è risultato invece medio: queste per-
sone ritengono, infatti, che i loro suc-
cessi derivino sia dall’impegno per-
sonale, sia dalle influenze derivanti
da fattori esterni incontrollabili, come
fortuna e destino. Anche le abilità di
problem-solving sono risultate ten-
denzialmente nella media.
Il
secondo gruppo
di studenti indivi-
duato dalla
cluster analysis
raccoglie
118 studenti (44,1% del campione; 40
maschi e 78 femmine) ed è risultato
formato da persone
decise e sicure.
La
descrizione (Figure 3 e 4) di questo
gruppo (
Cluster
2) sembra essere in
sintonia con le ipotesi di partenza e
con i risultati già ottenuti preceden-
temente da Nota (1999): si caratteriz-
za, infatti, oltre che per l’alto livello
di decisionalità posseduto, anche per
la conoscenza che ha di sé e della
realtà scolastico-professionale, per la
tendenza a considerare l’impegno e
gli sforzi come chiave dei propri suc-
cessi, per gli elevati livelli di autoeffi-
cacia, il ricorso a strategie decisionali
efficaci, a stili relazionali assertivi e
per una maggior chiarezza e certezza
nei confronti del proprio futuro pro-
fessionale. Tendenzialmente sono
studenti che presentano buone possi-
bilità di fare una scelta scolastica o
professionale corretta alle loro aspi-
razioni e che non necessitano di atti-
vità di orientamento in quanto già
adeguatamente orientati.
Il
terzo gruppo
, infine, il quale raccoglie
73 studenti (27.2% del campione; 18
maschi e 55 femmine), può essere con-
siderato formato da individui
media-
mente decisi e sicuri
(
Cluster
3). Come
ipotizzato, questi ragazzi hanno otte-
nuto punteggi intermedi per quanto
riguarda i livelli di decisionalità e di
capacità di informarsi sul mondo del
lavoro, oltre che nei riguardi della fi-
ducia nelle proprie capacità decisiona-
li, nei livelli di assertività e di apertura
mentale. Contrariamente alle previ-
sioni, invece, gli studenti del
Cluster 3
tendono a considerare maggiormente
fenomeni esterni e poco controllabili
(fortuna, fato, ecc.) come causa princi-
pale dei propri successi, fallimenti e
scelte professionali. Il ricorso a strate-
gie decisionali meno efficaci, le basse
credenze di efficacia nelle proprie abi-
lità di affrontare con successo situazio-
ni diverse, la scarsa consapevolezza
delle conseguenze future delle proprie
azioni, la poca propensione a miglio-
rarsi e a rafforzare le proprie compe-
tenze e la mancanza di chiarezza nel-
l’orientamento verso il proprio futuro
dei soggetti mediamente decisi e sicu-
ri sembrano essere dovuti proprio al
fatto che gli studenti che credono di
non poter controllare i risultati delle
proprie azioni non si impegnano per
potenziare le proprie effettive abilità.
Dall’analisi del chi quadrato di Pear-
son, inoltre, è stato possibile eviden-
ziare la presenza di differenze statisti-
camente significative rispetto al gene-
re [
2
=13.873;
p=
.001] (
α
< 0.05):
L’INDECISIONE SCOLASTICO-PROFESSIONALE
24
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
■
32
Cluster
1
Cluster
2
Cluster
3
n = 77
n = 118
n = 73
frequenze
percentuali
frequenze
percentuali
frequenze
percentuali
Maschi
8
12.1%
40
60.6%
18
27.3%
Femmine
69
34.2%
78
38.6%
55
27.2%
Totale
77
100%
118
100%
73
100%
Tavola 3:
Chi quadrato – Differenze significative per ogni cluster rispetto al genere
Figura 3:
Rappresentazione grafica per ogni cluster delle medie dei punteggi standardizzati indicativi
delle rimanenti variabili considerate