era rappresentato da studenti molto
decisi, sicuri ed impegnati nella ri-
cerca della soluzione al problema
professionale, il 41,3% risultava me-
diamente deciso e sicuro, il 32,5%
era considerato indeciso, insicuro e
poco propenso alla ricerca attiva di
soluzioni, mentre il rimanente 9,4%
era rappresentato da soggetti “poco
motivati alla scelta”: proprio queste
ultime due categorie di atteggia-
menti nei confronti del
career pro-
blem-solving
sono considerate “a ri-
schio” e meriterebbero perciò parti-
colare attenzione da parte dei pro-
fessionisti di orientamento (Nota,
1999; Soresi & Nota, 2000).
Con il termine “orientamento scola-
stico-professionale” si fa dunque ri-
ferimento ad un’attività di eroga-
zione di aiuti, finalizzati a suppor-
tare le persone
– nella
raccolta di informazioni
(pre-
stando in particolare attenzione a
ciò che l’utente già conosce di sé e
del mondo professionale e ren-
dendolo capace di ricercare effi-
cientemente informazioni invece
mancanti),
– nella
processazione
delle stesse (at-
traverso la loro classificazione e
organizzazione),
– nel loro
utilizzo
, in modo tale da
consentire alla persona di appli-
care le strategie decisionali più
adeguate alla propria scelta per-
sonale.
L’attività di orientamento, quindi, è
volta all’incremento delle abilità
dell’utente di
pianificazione
dei pro-
cessi decisionali (
career problem-sol-
ving
) e
realizzazione
delle scelte,
queste ultime intese come barriere
da gestire attraverso supporti age-
volanti. Un’attività di orientamen-
to di questo tipo, perciò, necessita
di tempo, nonché di risorse di tipo
monetario, perché venga fatta in
modo serio: sono necessarie com-
petenze professionali degli esperti
17
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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32
Orientamento e scuola
Paolo Zanussi,
Regensburg
,
Ratisbona 1978, tempera su cartoncino colorato