RIVISTA ok - page 9

Il Gruppo pluriprofessionale
11
si
è riunito attorno al
compito
di
imparare a lavorare in gruppo
sulla funzione educativa. I do-
centi sono stati posti nella situa-
zione di acquisire alcuni stru-
menti di indagine e di riflessione
maturando la comprensione che
il proprio modo di operare di-
pende dal punto di vista da cui ci
si colloca nell’osservare la realtà,
in cui il fattore umano costi-
tuisce lo strumento principe.
12
Edgar Morin, a proposito della
complessità del mondo in cui vi-
viamo e dell’interdipendenza
delle conoscenze dove le infor-
mazioni rischiano di rappresen-
tare frammenti di sapere di-
spersi, contrappone a
“[…] una
testa ben piena, nella quale il sa-
pere è accumulato, ammucchiato e
non dispone di un principio di se-
lezione e di organizzazione che gli
dia senso, una testa ben fatta che
significa che invece di accumulare
il sapere è molto più importante
disporre allo stesso tempo di
un’attitudine generale a porre e a
trattare i problemi, e di principi
organizzatori che permettono di
collegare i saperi e di dare loro
senso.”
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LA METODOLOGIA E
L’ORGANIZZAZIONE
DEL LAVORO
Il percorso si è svolto nell’arco
dell’anno con incontri mensili
della durata di tre ore ciascuno.
La sociologa ha monitorato i
processi attraverso un’attività
di osservazione e alla valuta-
zione partecipata è stato dedi-
cato l’ultimo incontro.
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Ogni riunione di gruppo è sud-
divisa in due fasi. Nella prima
viene utilizzata la tecnica didat-
tica della discussione del caso;
il materiale su cui lavorare è
rappresentato da situazioni vis-
sute dai docenti in classe con i
ragazzi oppure con i colleghi e
che suscitano in loro interroga-
tivi, necessità di chiarificazione
o emozioni da decifrare. La de-
scrizione del caso è preparata in
forma scritta e viene inviata
qualche giorno prima all’equipe
del Centro. Il documento viene
riprodotto e all’inizio della riu-
nione messo a disposizione dei
partecipanti. I protagonisti del-
l’episodio procedono alla let-
tura con la possibilità di inte-
grare il materiale con osserva-
zioni o note che servono a pre-
cisare lo scritto. Segue la di-
scussione che consiste nel porre
domande per avere chiarimenti,
nel far cogliere nessi e collega-
menti, nel fornire informazioni
teoriche sul tema che fa da
sfondo (funzionamento istitu-
zionale, adolescenza, gruppo
classe, motivazione); questa
metodologia è efficace soprat-
tutto
“[…] in quelle aree di con-
tenuto in cui cruciali sono gli
aspetti soggettivi ed in partico-
lare gli aspetti relazionali, i vis-
suti degli individui, i loro modi
di organizzare mentalmente ciò
che succede intorno a loro”
.
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Nella discussione viene stimo-
lata più la ricerca–produzione
di osservazioni e apertura di
ipotesi che non di soluzioni
operative.
16
Il senso del lavoro è
quello di cercare di dare signifi-
cato a quanto avvenuto ricono-
scendo e superando le modalità
stereotipate di organizzare le
informazioni. Quando il gruppo
lavora si crea un clima fecondo
che aumenta la comprensione e
innesca un cambiamento nel
mondo interno dei soggetti
aprendolo a nuove possibilità di
pensiero.
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Bleger, tuttavia, ci ricorda che
“[…] per poter pensare è indi-
spensabile essere in grado di ac-
cettare e tollerare un certo li-
vello di ansie, provocate dall’av-
viamento del processo, con il
conseguente ampliamento delle
possibilità e la perdita degli ste-
reotipi, ossia di punti di riferi-
mento controllati, sicuri e fissi.
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Il Gruppo pluriprofessionale è formato dai
docenti, dagli psicologi e, per il Centro di
Udine, dalla Direttrice dei servizi scolastici
della scuola Capofila della rete di istituti.
12
Cfr. pag. 5, dell’ articolo
Dalla ricerca alle
buone pratiche
, di M. Lendaro e G. Romeo.
13
E. Morin,
La testa ben fatta
, 2000, Ed. ita-
liana Raffaello Cortina, Milano.
14
Cfr.
La valutazione come processo parte-
cipato
, di R. Garzitto pubblicato in questo nu-
mero della rivista.
15
M. Bruscaglioni,
La gestione dei processi
nella formazione degli adulti
, 1992, Franco
Angeli Editore Milano.
16
Significativo il caso dello Zanon: i risultati
finali della classe non rappresentavano il fine
del percorso intrapreso, ma è stato piuttosto il
percorso stesso l’aspetto più interessante.
17
Cfr.
La costruzione del gruppo classe attra-
verso le discipline
, di A. Ferrara e L. Ortis,
pubblicato in questo numero della rivista.
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