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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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IL GRUPPO COME STRUMENTO
DI APPRENDIMENTO A SCUOLA
Patrizia Giordani
LA RELAZIONE DIDATTICA COME CAMPO DI RICERCA-AZIONE
LA CORNICE
A partire dal 2003, grazie alle
risorse finanziarie ed umane
messe a disposizione dall’am-
ministrazione regionale, attra-
verso i bandi per contrastare la
dispersione scolastica, scuole di
ogni ordine e grado con la colla-
borazione dei Centri regionali
di orientamento, si sono ritro-
vate insieme disponibili a riflet-
tere sul disagio presente nel
mondo della scuola, osservan-
dolo sotto un profilo più
profondo e attento agli aspetti
relazionali che sono in gioco. I
docenti hanno manifestato il bi-
sogno di pensare a quello che
avviene nella loro scuola, espri-
mendo la necessità di confron-
tarsi con i colleghi e di com-
prendere più a fondo le dimen-
sioni emotive dei rapporti edu-
cativi.
In questi quattro anni, i
gruppi, dallo scambio di espe-
rienze didattiche e di informa-
zioni operative, sono andati
sempre più assumendo, come
propria ragione d’essere, l’a-
zione indicata nei bandi come
innovazione nella relazione di-
dattica-educativa
.
A tale azione sottende la filo-
sofia di promuovere le condi-
zioni per modificare i contesti
scolastici. È, pertanto, neces-
sario agire sulla professionalità
dei docenti e sulle criticità pro-
prie di ogni istituzione che,
tutti gli studi sulle organizza-
zioni affermano essere non
tanto i contenuti tecnici,
quanto
le
componenti
inter–personali come, del resto,
è possibile sperimentare nella
quotidianità.
Gli insegnanti referenti dei di-
versi istituti in rete del terri-
torio che fa capo ai Centri re-
gionali di Udine, Cervignano e
Gorizia, condividendo la meto-
dologia della ricerca–azione,
hanno costituito gruppi di la-
voro coordinati dagli psicologi
affiancati da una consulente
tecnico organizzativa, che ha
portato all’interno delle equipe
la sua formazione sociologica e
la lunga esperienza di insegna-
mento.
I gruppi, facendo proprio un at-
teggiamento di ricerca volto ad
indirizzare l’azione, hanno os-
servato il manifestarsi della di-
spersione nei diversi contesti.
Hanno rilevato che il fenomeno
non si esaurisce negli abban-
doni e nelle ripetenze, ma in
modo molto più subdolo, ri-
guarda tanti cambi di scuola
vissuti come insuccessi, se non
addirittura, come fallimenti e,
tutte quelle forme di disagio
che bloccano gli apprendimenti
rendendo vana l’esperienza sco-
lastica.
1
Hanno anche eviden-
ziato che il successo formativo
è ampiamente influenzato dalla
motivazione dei ragazzi all’ap-
prendimento e da quella dei do-
centi verso l’insegnamento. È
stato più volte precisato che, in
questo momento storico, la pro-
fessionalità docente comporta
non solo l’acquisizione di solide
competenze disciplinari, ma
anche la capacità di coniugare
la trasmissione di saperi con
quella di sviluppare e mante-
nere un clima relazionale posi-
tivo nel gruppo classe e, in par-
ticolare tra colleghi all’interno
del Consiglio di classe.
2
L’osservazione degli scenari
quotidiani della vita scolastica
ha fatto vedere come prendono
forma i problemi, quali solu-
zioni vengono adottate, come si
sviluppano i saperi e le cono-
scenze, ma anche come gli ste-
reotipi che guidano molto
spesso l’intervento educativo si
strutturino portando alla luce
possibile osservare come
ci si può muovere nella
direzione di apprendere
dall’esperienza
avviando processi di
innovazione nella
relazione didattica ed
educativa e di
trasformazione dei
contesti scolastici
all’interno dei quali i
docenti costruiscono la
loro storia professionale
È
1
Cfr. la situazione della seconda liceo ITC de-
scritto nell’articolo
“Dalla ricerca alle buone
pratiche”
di M. Lendaro e G. Romeo pubbli-
cato in questo numero della rivista.
2
Riferito allo stesso “caso” Zanon: nel secondo
periodo il C. di classe ha beneficiato di uno
scambio di esperienze fra due docenti della
stessa classe e un “osservatore esterno”.
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