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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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UN NUOVO RUOLO PER
L’ORIENTAMENTO A SCUOLA
LA PROMOZIONE DEL BENESSERE INDIVIDUALE
Andrea Laudadio, Maddalena Baumgartner, Marina Conti, Marco Amendola
a letteratura in materia
di orientamento sembra
convergere nella centralità
di alcune dimensioni
all’interno del processo
di scelta, soprattutto in
riferimento alle transizioni
post-diploma. Il presente
studio pilota ha l’obiettivo
di analizzare la relazione
tra queste dimensioni
e il benessere percepito
da parte degli studenti
L
PREMESSA
Superato il dualismo tra profes-
sionale e scolastico, attualmente
l’orientamento si presta a nuove
definizioni sia sotto il profilo
culturale che operativo.
Così come è avvenuto per la for-
mazione, anche nell’orienta-
mento l’adozione di una pro-
spettiva
life long
comporta il
definitivo superamento della
rigida separazione tra “lavoro”
e “apprendimento”, tra mondo
del lavoro e luoghi della forma-
zione (cfr. Serreri, 2004).
Ripercorrendo gli sviluppi della
Psicologia dell’orientamento dai
primi del ‘900 ad oggi si assiste
ad un progressivo allontana-
mento dalle dimensioni, per
così dire,
hard
della psicologia e
a un parallelo e conseguente
interessamento per quelle
soft:
dall’intelligenza, dimensione fon-
dante del primo orientamento,
si è passati alla personalità, agli
interessi professionali ed alla
motivazione, fino alle dimensio-
ni di autoefficacia (cfr. Barba-
ranelli, Steca, 2001; Nota, Soresi,
2003), empowerment (cfr. Bati-
ni, Del Sarto, 2005), autodeter-
minazione (Soresi, Nota, Ferra-
ri, 2004).
L’attuale “orientamento dell’o-
rientamento” sembra essere quello
di promuovere un approccio
sistemico in cui la vita dell’indi-
viduo viene vista nella sua inte-
rezza e complessità e, soprattut-
to, viene esplorata la relazione
tra l’individuo e le proprie risor-
se, e tra l’individuo e il contesto
di appartenenza
1
.
Coerentemente con tale cambia-
mento di prospettiva, l’evolu-
zione di questo approccio sem-
bra centrato sul potenziamento
delle risorse individuali neces-
sarie all’auto-orientamento. E’
in questo spazio che l’orienta-
mento si ri-confronta con la for-
mazione, dalla quale mutua
dimensioni e tecniche di inter-
vento che poi adatta e trasforma
all’interno delle pratiche con
finalità auto-orientativa.
Tuttavia
,
a differenza della for-
mazione, l’orientamento non
può e non deve essere “conti-
nuo” o “permanente” nell’ero-
gazione, ma solo negli effetti.
Non si può infatti pensare a sog-
getti perennemente interessati
da azioni di orientamento (cfr.
Avallone, 2003) ma, piuttosto, a
soggetti costantemente prepara-
ti ad affrontare situazioni di
transizione (cfr. Sangiorgi, 2005)
come, ad esempio, scuola
lavoro, scuola
università,
università
lavoro, disoc-
cupazione
lavoro e, suc-
cessivamente, lavoro
pen-
sione; oppure a ridefinire un
proprio percorso di carriera:
lavoro
lavoro
L’attività di identificazione e
potenziamento delle competen-
ze – o, meglio, delle metacom-
petenze – di auto-orientamento
è appena iniziata, ma sono già
molti gli studi e le ricerche che
stanno procedendo in questa
direzione.
ORIENTAMENTO
E BENESSERE
INDIVIDUALE
All’interno del processo di stu-
dio che riguarda le dimensioni
dell’orientamento o dell’auto-
orientamento, non è dedicato
molto spazio all’impatto che
hanno tali dimensioni rispetto
alla soddisfazione e il benessere
dei soggetti.
In letteratura, il benessere viene
definito in relazione ad un con-
dizione generale di felicità e
definito lungo un ideale conti-
nuum, da positivo a negativo
(cfr. Pollard and Lee, 2003)
2
.
Nell’ambito degli studi sul
benessere sono identificabili
due prospettive paradigmati-
che
3
: nella prima, definita “bot-
tom-up”, la soddisfazione viene
intesa come somma dei vissuti
di gratificazione rispetto ai
diversi ambiti di vita; nella
seconda, “top-down”, è la sod-
disfazione generale ad influen-
zare la soddisfazione nei diversi
ambiti.
Nelle ricerche psico-sociali, affe-
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