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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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un dato necessario nei percorsi di
trasferimento delle conoscenze,
delle tecnologie e delle innovazioni.
È vero, esistono problemi tecnici:
disparità di trattamento salariale,
riconoscimento reciproco dello sta-
tus professionale della carriera nel
passaggio dall’accademia all’impre-
sa e viceversa, diversi criteri di valu-
tazione. Ma il problema fondamen-
tale per l’Italia e per gran parte dei
Paesi europei è soprattutto culturale:
riuscire, cioè, a superare i pregiudizi
e i sospetti che esistono tra mondo
pubblico e privato, tra accademia e
impresa.
A livello nazionale rappresento
l’Italia nello Steering Group on
Human Resources and Mobility.
Abbiamo presentato con il supporto
del dott. Ciro Franco, che ringrazio,
due edizioni di un’analisi fatta a
livello nazionale, sulla situazione
relativa alla mobilità intersettoriale:
problemi, strumenti, esempi di best
practice. Dall’indagine, svolta in
collaborazione con la CRUI, emerge
che molte università ed enti di ricer-
ca stanno avviando dei percorsi di
studio tagliati sulle esigenze del ter-
ritorio. Esistono iniziative di stages,
di scambio, che ormai sono consue-
tudine per tutti gli atenei, a dimostra-
zione che il modello italiano, se
manca forse sul piano delle normati-
ve, delle procedure legali e ammini-
strative, vanta però anche buone
prassi diffuse.
Relativamente al VII Programma
quadro per la ricerca dell’Unione
Europea, le strategie per la mobilità
compaiono dovunque, non solo nel
settore people, ma anche negli altri
(ideas, capacities e cooperation). La
mobilità vista come trasferimento di
conoscenza è un elemento costante
e, in questa direzione, i parchi scien-
tifici, insieme alle università, posso-
no giocare un ruolo determinante
nel fornire contesti qualificati e sti-
molanti ove promuovere la mobilità
internazionale di studenti e ricerca-
tori, favorendo un legame stabile tra
mondo accademico e produttivo.
AREA Science Park, parco multi-set-
toriale e multi-disciplinare, pone
non a caso molta attenzione alle
risorse umane e all’attrazione di
talenti, all’attivazione di sinergie con
enti di ricerca presenti in regione, al
rafforzamento delle partnership pub-
blico-privato e collaborazioni inter-
nazionali.
Per quanto ci riguarda direttamente,
un atto concreto da parte di AREA è
stata l’adozione della Carta Europea
dei ricercatori, che ha l’obiettivo di
disegnare migliori percorsi in tema di
sviluppo, trasferimento e condivisio-
ne delle conoscenze, nonché mag-
giori certezze sul versante delle car-
riere professionali. Vogliamo miglio-
rare il reclutamento dei ricercatori,
rendere più eque e trasparenti le pro-
cedure di selezione, valutare la loro
esperienza non solo sul numero
delle pubblicazioni ma anche sull’at-
tività d’insegnamento, sul numero di
brevetti e sull’attitudine a condivide-
re il sapere con la comunità. Questa
prassi stiamo cercando di estenderla
a tutto il sistema della ricerca regio-
nale, attraverso il tavolo del Coordi-
namento degli enti di Ricerca del
Friuli Venezia Giulia, che si presta
particolarmente bene alla program-
mazione di azioni e iniziative comu-
ni in questo ambito, in un’ottica più
ampia di attrattività territoriale.
A questo proposito vorrei ricordare
alcuni esempi di azioni concrete
promosse da AREA Science Park. E’
stata costituita una rete di parchi
scientifici e tecnologici, quattro ita-
liani e quattro spagnoli con partico-
lare interesse per il tema della bio-
medicina, finalizzata a favorire lo
scambio di ricercatori, di imprendi-
tori e di persone che gestiscono il
management del parco. Quindi
compare la mobilità fisica, ma anche
la mobilità intrasettoriale e lo scam-
bio delle conoscenze. Abbiamo lan-
ciato il progetto “Talents Friuli
Venezia Giulia”, che ha tra gli obiet-
tivi principali l’idea di costruire una
rete di “fellows” che diventi un
beneficio per tutto il sistema regio-
nale, capace di attrarre ricercatori.
Anche nel Progetto D4, finanziato
dalla Regione, la mobilità è un ele-
mento chiave che mette in rete tutto
il sistema (l’università, gli enti di
ricerca, l’Ires ecc.). Al servizio dei
ricercatori sono stati attivati gli spor-
telli ERAMORE, gli sportelli APRE, a
Trieste e a Udine, lo sportello Alma
Laurea per facilitare il contatto e
l’assunzione di ricercatori, soprattut-
to nel privato. A fianco di queste ini-
ziative ci sono numerose attività di
formazione, tra cui i periodi di tiro-
cinio finanziati dal Fondo Sociale
Europeo, borse per giovani impren-
ditori finalizzate alla creazione di
spin-off, “Imprenderò” per la diffu-
sione della cultura imprenditoriale e
il supporto alla creazione di impre-
sa, “Innovation Campus”, laborato-
rio per l’alta formazione di
“Specialisti del trasferimento tecno-
logico e dell’innovazione-broker
tecnologico”.
Allargando lo sguardo anche al
mondo dei “non” ricercatori, è
importante in prospettiva lavorare
perché la cultura scientifica sia patri-
monio comune di una fascia di
popolazione sempre più ampia.
Pensando ai giovani, in particolare,
non va dimenticato che la conoscen-
za scientifica rappresenta la premes-
sa per incoraggiarli ad avvicinarsi
negli studi e nelle scelte occupazio-
nali al mondo della ricerca. In tema
di promozione della cultura scientifi-
ca l’impegno di AREA è costante da
anni, con l’idea di conquistare la
curiosità per la scienza e il sapere
della gente comune. Ciò significa
non solo creare laboratori di ricerca
con strumentazioni e piattaforme tec-
nologiche d’avanguardia, ma anche
ambienti socialmente e culturalmen-
te stimolanti, luoghi e occasioni d’in-
contro attraverso cui avvicinare il cit-
tadino a temi importanti per il
nostro futuro. Puntano a questo, per
esempio, gli incontri con i Premi
Nobel curati da AREA Science Park,
durante i quali si discute di econo-
mia, di scienza, di tecnologie con il
massimo di autorevolezza e di chia-
rezza. Appuntamenti da non perdere
per quanti amano conoscere il pro-
prio tempo e non esserne semplice-
mente ignari spettatori. Vanno nella
stessa direzione gli appuntamenti dei
Caffè Scientifici, così come le giorna-
te di porte aperte nei laboratori.
Per concludere, credo che la situa-
zione della nostra regione sia estre-
mamente positiva, grazie alle molte
iniziative messe in atto con il soste-
gno della Commissione Europea e
della Regione. Tutti i progetti hanno
consentito importanti e concreti
passi avanti per la valorizzazione
delle risorse umane e il riconosci-
mento dei ricercatori come profes-
sionisti e per lo sviluppo della cultu-
ra dell’accoglienza. Credo però che i
successi derivino sempre più, oggi e
in futuro, dalla crescente capacità
del nostro territorio di fare “rete”.
Maria Cristina Pedicchio
AREA Science Park
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