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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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eccellenza; quando arriva dopo un
periodo trascorso all’estero, non
viene aiutato per questo: al contra-
rio, molto spesso l’esperienza all’e-
stero gli torna contro perché, essen-
do partito, il suo posto non c’è più, o
è stato preso da qualcun altro o,
comunque viene riduttivamente
vista come una “perdita di tempo”. E
questa non è assolutamente l’ottica
nella quale oggi noi vediamo le
cose. La mobilità non è un fine a se
stesso, ma è uno strumento fonda-
mentale che aiuta a sviluppare una
carriera scientifica nel modo più
esaustivo e completo possibile.
Si chiede quindi di riconoscere l’e-
sperienza di mobilità nonché le qua-
lifiche a seconda che un ricercatore
abbia prestato la propria attività nel
settore privato o in quello pubblico o
accademico e si chiede di non pena-
lizzare tutte quelle attività che pos-
sano esulare dal contesto nel quale il
ricercatore chiede di lavorare.
Quando si parla di nomine post-dot-
torato, si apre un altro capitolo dolo-
roso. Fino ad oggi c’è stata una certa
visione “endemica” della carriera
del ricercatore. I ricercatori vengono
formati e lavorano in un contesto
perché lì rimangano. Oggi cerchia-
mo di andare in senso esattamente
opposto rispetto alle tendenze attua-
li. Oggi vogliamo ricercatori mobili,
ricercatori che aprano le menti e
aprano, ovviamente, i loro curricula.
Una visione endemica non li aiuta
certamente.
La terza via è il maggiore investimen-
to. Questa è la struttura del VII
Programma quadro che coprirà gli
anni dal 2007 al 2013, che compren-
de anche il Programma “Persone-
potenziale umano” che, appunto, è
dedicato ai ricercatori. Nello specifi-
co, obiettivi primari sono lo sviluppo
di risorse umane in Europa, la neces-
sità di avere ricercatori numerosi, ben
formati e, soprattutto, motivati; attrar-
re i ricercatori in Europa e trattenerli;
attrarre gli studenti verso le carriere
scientifiche e, naturalmente, sostene-
re tutte quelle iniziative che vanno a
migliorare e a creare uno sviluppo
sostenibile di carriera.
Queste sono le azioni Marie Curie,
che probabilmente voi conoscete.
Ancora una volta, come potete vede-
re, le azioni Marie Curie costituiran-
no un grande asse in seno al VII
Programma quadro. Purtroppo tocca
dire che il budget è stato ridotto
circa del 30%, il che naturalmente è
un brutto segnale perché significa
che, nonostante tutti gli appelli rivol-
ti, gli stati membri non se la sono
sentita di investire così tanto nella
ricerca, nonostante tutte le dichiara-
zioni di principio secondo le quali
senza la ricerca non c’è crescita, non
c’è innovazione e l’Europa si ferma.
Ahimè, questa comunque è la realtà
che oggi dobbiamo fronteggiare. E
vedremo prossimamente quanta
parte di questo budget verrà dedica-
ta al Programma Persone con le
azioni Marie Curie.
Giusto per concludere vorrei soffer-
marmi sull’aspetto fondamentale del
comunicare la scienza. Come dice-
vo, qui ciascuno di noi, e mi fa estre-
mamente piacere che l’iniziativa di
oggi sia dedicata a voi, ha un ruolo
fondamentale in questo senso.
Diciamo che c’è bisogno di nuovi
ricercatori, che c’è bisogno di attrar-
re nuovi giovani nel mondo della
ricerca, che c’è bisogno d’instaurare
un nuovo dialogo con il pubblico.
Poco da fare, abbiamo un messaggio
da passare, che è quello che prima
l’assessore Cosolini ha passato in
modo così vigoroso, ovverosia
scienza è bene, è bello, è divertente,
è un’opportunità; ma, proprio per-
ché il pubblico a cui ci rivolgiamo è
un pubblico estremamente vasto, si
va dai giovanissimi, che speriamo
siano ricercatori domani, al mondo
politico, è ovvio che abbiamo biso-
gno di avere un adeguato messaggio
da passare, con adeguati mezzi di
comunicazione per ogni tipo di pub-
blico. Voi naturalmente ci aiutate in
questo e svolgete un ruolo fonda-
mentale. Ed ecco perché si cerca di
darvi elementi che possano vera-
mente contribuire a dare ai giovani
che si avvicinano a voi una visione
più ottimista e un po’ più rasserenan-
te delle carriere che li attendono.
Nel comunicare la scienza, c’è un
ruolo fondamentale per voi. La
Commissione Europea in questo
senso sta lavorando da qualche
anno: c’è stato proprio un piano per
comunicare la scienza al grande
pubblico. Se il grande pubblico non
riesce ad avere una percezione cor-
retta di quello che sono i ricercatori
e di quello che fanno, non riuscire-
mo ad attrarre più giovani, né riusci-
remo ad avere un mondo politico in
grado di sostenere politiche per la
ricerca. Perché se i ricercatori conti-
nuano ad essere solamente gli scien-
ziati “pazzi” che fanno strambe sco-
perte nei loro laboratori, ma si di-
mentica che in realtà contribuiscono
quotidianamente al miglioramento
delle nostre condizioni di vita, an-
dremo poco lontano.
Giusto per concludere, tutto questo
fa parte di un’iniziativa europea
chiamata proprio “Ricercatori in
Europa 2005”; verrà ripetuta anche
nel 2006 perché si è rivelata un’ini-
ziativa di grandissimo successo in
tutta Europa. E, ancora una volta, c’è
la necessità di comunicare i giusti
messaggi che riguardano la scienza.
C’è la necessità quindi di dialogare
con il pubblico. E se siamo passati
dal semplice informare e sensibiliz-
zare il pubblico, oggi siamo vera-
mente in una fase di dialogo aperto
con il pubblico in cui, naturalmente,
tutti hanno un ruolo fondamentale
da svolgere.
Detto questo, vi ringrazio molto per
l’attenzione e spero che abbiate ele-
menti utili di riflessione. Soprattutto,
vi auguro buon lavoro, perché avete
un ruolo assolutamente fondamenta-
le. Grazie.
■
NOTE
1) Lo Spazio Europeo della Ricerca:
era/index_it.html
Stefania Bettini
Commissione Europea
Fattore Umano,
Mobilità e Azioni Marie Curie
LA MOBILITÀ
DELLE RISORSE UMANE
COME STRUMENTO
DI VALORIZZAZIONE
DELLA CARRIERA
DEL RICERCATORE
PROF. MARIA CRISTINA PEDICCHIO
PRESIDENTE AREA SCIENCE PARK
I temi della ricerca e dell’innovazio-
ne sono prepotentemente entrati nel-
l’agenda politica degli ultimi anni
come risposta alle sfide della com-
petitività e della globalizzazione.
L’argomento, di grande attualità a
livello internazionale, ha assunto un
peso crescente anche nei programmi