gno: da una scuola/struttura rigida
alla quale gli studenti dovevano
adeguarsi si sta andando verso una
scuola che si adegua alla differenze
individuali.
L’insegnapprendimento si disanco-
ra dai ruoli. Prende le forme della
relazione fra persone (prima era so-
lo relazione fra ruoli, stabilita dalla
gerarchia e del grado di potere). Re-
lazioni tutte diverse, nelle quali si
forma, in continuazione, con co-
struzioni continue, l’insegnappren-
dimento.
Vogliamo trovare un nome al cata-
lizzatore di questo nuovo modo di
apprendere e insegnare che non si
basa su doveri, su ruoli e poteri ac-
cettati? Esiste già: è la
motivazione
.
INSEGNARE
NEGOZIANDO
La crisi della scuola è profonda, i
saperi da essa prodotti appaiono
sempre più spesso carenti o inuti-
lizzabili o addirittura inesistenti.
L’insieme degli studenti appare agli
insegnanti una sorta di mutante, da
un anno all’altro se ne percepiscono
differenze impensabili qualche de-
cennio fa. Sta andando in frantumi
in questi anni il coperchio di una
sorta di vaso di Pandora: la crisi
tempestosa della vecchia scuola di-
sorienta e pare che debbano essere a
volte freneticamente ricacciati nel
vecchio contenitore da mani dispe-
rate i valori, le modalità, gli stru-
menti che se ne stanno andando: il
rispetto per il ruolo dell’insegnante,
l’ubbidienza, la volontà, l’efficacia
delle sanzioni o dei premi, la stima
verso gli insegnanti da parte delle
famiglie. Il gesticolare affannato di
molti rischia di nascondere però il
nuovo oggetto, il nuovo impegno,
la nuova responsabilità della scuo-
la: gli studenti oggi vanno motivati.
(M. V. Masoni, B. Vezzani, 2004)
Impegno più trascurabile anni fa,
quando ancora bastava dire: “
La
scuola è un dovere
”, perché le conse-
guenze di tale ovvietà (la fatica del-
lo studio ecc.) venissero accettate.
E motivare significa oggi
non
cerca-
re nel ragazzo magici interruttori
(
trasformo la materia in gioco, così ti
piace di più
, e altre amenità). Moti-
vare significa cercare argomenti che
permettano allo studente di andare
allo studio, all’impegno, alla fatica
del capire e dello scoprire, salvando
la faccia,
non obbedendo
.
Come è possibile questo? Lo chie-
deremo a lui! Questo è il negoziare.
L’insegnare negoziando. L’insegna-
re motivando.
Il nuovo sistema insegnante/stu-
dente cambia dalla parte di chi può
cambiare, dalla parte dell’adulto. Il
suo autocambiamento modificherà
il sistema: questo autocambiamen-
to è la motivazione. Ma non ogni
autocambiamento è motivazione.
Quale allora? Ancora, lo chiedere-
mo a lui, allo studente. Gli chiede-
remo che cosa occorre che cambi in
noi, negli adulti docenti, che cosa
occorre affinché lui/lei possa af-
frontare la fatica del capire, non elu-
derla. Si capisce al volo che nel fare
queste richieste, nel mettere in mo-
stra questa umiltà dei forti, l’abito
del potere va gettato alle ortiche.
Non si danno ordini qui. Tutto ciò
quando avremo a che fare con i no-
stri valori, con i saperi che non rite-
niamo eludibili. Valori che salvere-
mo quindi, non abdicando, non ce-
dendo a idiozie populiste per le
quali i bambini sanno che cosa loro
occorre apprendere. I bambini non
lo sanno. I ragazzi non lo sanno.
Perfino gli studenti universitari for-
se, in qualche misura non lo sanno.
Ma sanno tutti cosa vuol dire di-
gnità, sanno tutti e lo sentono den-
tro di sé, che hanno diritto a sce-
gliere di sapere, non a obbedire.
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Marco Vinicio Masoni
Psicologo
Consulente Direzione centrale
dell’Istruzione e della Cultura
Orientamento e scuola
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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