L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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-
giudizio.
Una prima dinamica
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è la somiglianza intergruppo: si aumenta il grado
di somiglianza percepito tra i due gruppi e si
riducono le divergenze ingroup – outgroup, per
comprendere sia le analogie che le differenze
tra i gruppi. “
Abbiamo più cose in comune di
quanto credevo..”
. “
Loro sono meno diversi di
quello che pensavo!
”.
Inoltre, vi è il
riconoscimento dell’eterogeneità
dell’altro gruppo
: si riduce il grado di somiglian-
za percepito (o si evidenziano le differenze) tra
i membri dell’outgroup. “
Anche tra di voi ci sono
quelli che.. e quelli che…
”. “
Tra loro sono diversi.
Ci sono quelli… e quelli…
”.
Per questo motivo è utile, qualora possibile,
organizzare l’incontro con la presenza di almeno
due diversi volontari, meglio se rappresentativi
di entrambi i sessi, con i loro rispettivi mondi.
Due ulteriori fondamentali dinamiche che
emergono dall’incontro faccia a faccia tra i
due gruppi sono: le
categorie incrociate
, una
categorizzazione originale è indebolita me-
diante l’introduzione di una nuova e indipen-
dente dimensione categoriale evidenziando
l’appartenenza simultanea dei soggetti (gay
di destra, gay cattolici), e la
ricategorizzazione
in categoria sovraordinata
, se i membri dei
due gruppi arrivano a ricategorizzare se stessi
come membri di una categoria superordinata,
gli atteggiamenti nei confronti dell’outgroup
dovrebbero diventare più favorevoli (
“Siamo
tutti triestini”. “Siamo tutte donne”. “Siamo
tutti esseri umani”
).
Sino a giungere alla
decategorizzazione
(dal noi
vs. voi all’io vs. tu), un processo fondamentale
volto a sfumare l’importanza delle categorie,
rendendo così salienti le differenze individuali
nei membri dell’outgroup e facendo sì che
vengano considerati come persone e conosciute
come tali.
Le interazioni a livello interpersonale dovreb-
bero quindi aiutare i soggetti a prestare meno
attenzione agli stereotipi e pregiudizi.
Il contatto intergruppi diretto (il contatto faccia
a faccia tra membri di gruppi diversi) riduce
anche forme di pregiudizio particolarmente
sottili e nascoste, come l’
infraumanizzazione
:
la tendenza a considerare l’ingroup più umano
dell’outgroup, ad esempio attribuendogli in
misura maggiore emozioni unicamente umane
(come speranza o rimorso).
Tali incontri sono inoltre utili per ridurre la ten-
denza al “
falso consenso
”, secondo il quale le
persone omofobiche pensano che più persone
la pensino come loro di quello che è in realtà.
L’intervento è mirato quindi, secondo la
teoria
del giudizio sociale
(Sherif e Sherif, 1969) ad
aumentare lo “spettro di accettazione” del
target, variando l’area della neutralità e del
SJŮVUP TFO[B NBJ SJTDIJBSF GPS[BUVSF DIF EBOOP
origine ad un irrigidimento e consolidamento
dell’atteggiamento in direzione opposta.
È interessante notare, leggendo i questiona-
ri compilati degli studenti per la valutazione
dell’intervento, come molti di essi abbiano
risposto che ciò che più li ha colpiti del percorso
sia stato vedere quanto i volontari parlino con
totale naturalezza e semplicità, “a proprio agio”,
della propria omosessualità e delle proprie
esperienze.
Davide Zotti
Responsabile educativo del progetto “A scuola
per conoscerci”
Margherita Bottino
Responsabile scientifica del progetto “A scuola
per conoscerci”
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La riduzione del pregiudizio avviene tramite diverse dinamiche studiate dalla psicologia sociale e di cui scrive il prof.
Pietrantoni dell’Università di Bologna nelle sue pubblicazioni.