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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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DPOůJUUVBMF NFUUJBNP JO HJPDP OPJ TUFTTJ MF
nostre certezze e le nostre paure.
Un giorno, nel corso di un incontro, uno studente
dialogando con un volontario ebbe a dire che
lui non sarebbe mai riuscito ad accettare gli
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il diritto all’esistenza. Ma in quel momento,
mentre affermava questa sua netta e granitica
opposizione, stava proprio dialogando con un
omosessuale, con una persona in carne ed ossa,
non con una “categoria” (
gli omosessuali
). Ed
è proprio questo rapporto “io-tu” che gli ha
permesso di uscire dal dispositivo mentale
dell’esclusione, non riuscendo in questo modo
ad estendere all’omosessuale che aveva di
GSPOUF MB DPOEBOOB DIF BWFWB JOůJUUP BE VOğJO
-
tera categoria di persone. Un esempio come
tanti che ha permesso di rimettere in gioco
atteggiamenti e pensieri considerati indiscutibili,
sui quali talvolta i ragazzi non si soffermano a
SJůFUUFSF F B JOEBHBSF
Ma, oltre a ciò, il lavoro svolto in classe ha
rappresentato per gli studenti omosessuali
(gay e lesbiche), dichiarati o ancora invisibili agli
altri, e a volte anche a se stessi, un’occasione
di sentir parlare a scuola di una parte impor-
tante di sè e della loro identità. Una possibilità
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della loro esistenza. Molti volontari del pro-
getto dichiarano infatti che il loro impegno è
motivato dal fatto che loro stessi avrebbero
voluto, almeno una volta nel corso della loro
esperienza scolastica, ascoltare il racconto di
un ragazzo omosessuale o apprendere da uno
psicologo la normalità della propria condizione.
Ed è forse questo l’aspetto del progetto che
meglio rappresenta la sua valenza educativa
e formativa: proporre possibili narrazioni per-
sonali e collettive che diano l’opportunità agli
adolescenti omosessuali di rappresentarsi, di
avere un orizzonte simbolico ed esistenziale che
permetta loro di costruire le proprie identità, in
poche parole, di essere liberamente se stessi.
Gli studi internazionali parlano chiaro: l’omofo-
bia e il bullismo omofobico a scuola, provocano
gravi conseguenze, anche irreversibili, negli
studenti omosessuali, sia sul piano educativo
che esistenziale: forte disagio e paura di tornare
a scuola, diminuzione del rendimento scolastico,
abbandono degli studi, emarginazione, livello
basso di autostima, sentimenti di depressione e
impotenza, rischio di tentato suicidio e suicidio.
Aggiungiamo che la stessa comunità scolastica
ne è danneggiata, nelle relazioni e nei suoi
compiti. Perché chi denigra, insulta e isola l’altro,
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EPNJOJP *M EJTQSF[[P F MBNPSUJŮDB[JPOF EFMMğBMUSP
sono atti performativi che producono identi-
tà: non solo delegittimano e de-umanizzano
l’adolescente omosessuale ma insegnano, a
chi li compie o vi assiste, l’esclusione come
modalità di relazione con chi percepisce come
differente; insegnanomodelli normativi esclusivi
e inconciliabili con altri esistenti e altrettanto
plausibili; insegnano a rappresentarsi la società
in una struttura gerarchica dove l’eterosessua-
lità avrebbe una posizione di assoluto privile-
gio solo perché maggioritaria e storicamente
avvantaggiata.
La scuola, sul piano educativo, può essere
invece volano di inclusione e riconoscimento,
aperta alle trasformazioni sociali, luogo fon-
damentale in cui ognuno e ognuna abbia la
possibilità di pensare e costruire liberamente
la propria identità. Questo progetto vuole
dunque essere un’esperienza di cambiamento,
nell’ambito di una relazione educativa signi-
ficativa, a partire da un sapere scientifico (la
psicologia) e dalle storie vita di persone che,
attraverso la loro testimonianza, possono
dimostrare che la loro dignità è un bene pre-
zioso, molto spesso conquistato con fatica e
sofferenze, ma che è capace, se condiviso, di
contribuire a costruire le condizioni individuali
e sociali che permettono ad ognuno di essere
autenticamente se stesso.
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