L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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determinano lamessa in atto di comportamenti
discriminatori verso le persone omosessuali
sotto diverse forme: da una generale chiusura e
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F P ŮTJDIF
Anche le persone omosessuali possono pro-
vare questi sentimenti negativi verso se stessi
per il proprio orientamento sessuale, perché
nello sviluppo sono stati esposti all’omofobia
presente nella società in cui sono cresciuti. In
questo caso si parla di
omofobia interiorizzata
.
Ciò può comportare per le persone omosessuali
P CJTFTTVBMJ MB EJGŮDPMU BE BDDFUUBSF TFSFOB
-
mente il proprio orientamento sessuale, con
conseguenze quali vergogna, senso di colpa,
scarsa accettazione di sé, scarsa autostima,
depressione, stati ansiosi.
Il termine omofobia oggi è in parte superato
e sostituito con il termine
omonegatività
, per
indicare che gli atti di discriminazione e violenza
nei confronti delle persone omosessuali non
sono necessariamente irrazionali o il frutto di
una paura, ma piuttosto l’espressione di una
concezione negativa dell’omosessualità, che
trae origine da componenti culturali e sociali.
Nel concetto di omofobia, l’accento è soprat-
tutto sulle cause psicologiche individuali, tra-
scurando la componente culturale e le radici
sociali dell’avversione. E quindi trascurando la
parentela con altri modi di odiare “in prima per-
sona plurale”, come la misoginia, il razzismo, la
xenofobia... Lungi dal riconoscersi come gravato
da un problema, l’omofobo, come il razzista, di
TPMJUP TJ SJG B VO TJTUFNB DPEJŮDBUP EJ DSFEFO[F
che ritiene di dover difendere dalla minaccia di
soggetti che considera pericolosi.
Il momento in cui è prevista la presenza dei
volontari, con i loro racconti e le loro testimo-
nianze, è sicuramente la parte che più colpisce
gli studenti che partecipano al progetto.
Tra le varie fasi del breve percorso a cui parteci-
pano, secondo i questionari di valutazione che
alcune scuole hanno chiesto loro di compilare,
ci sono studenti che preferiscono la parte più
teorica di presentazione dei concetti principali,
altri che preferiscono la parte con i video o con
i lavori di gruppo, ma è sulla parte riguardante
i volontari che ricade la preferenza più diffusa.
Sicuramente confrontarsi con persone omo-
sessuali che presentano in modo sereno e
naturale la propria vita e le proprie esperienze
ha un impatto molto forte sui ragazzi, tanto
più che spesso i volontari hanno un’età che
si avvicina molto o addirittura corrisponde a
quella degli studenti, in modo da permettere
VOBNBHHJPSF JEFOUJŮDB[JPOF F SJTQFDDIJBNFOUP
tra gli interlocutori.
Tale incontro è fondamentale perché integra
la componente emotiva a quella cognitiva af-
GSPOUBUB ŮOP B RVFM NPNFOUP DPO MF QSFDFEFOUJ
attività, in questo modo i contenuti appresi
assumono una forma umana, con quotidianità,
stralci di vita vissuta, gioie, dolori, conquiste,
fallimenti, stimolando una decostruzione degli
stereotipi (si passa da astratti luoghi comuni
alla persona reale) e un riconoscimento empa-
tico dell’essere umano prima ancora che delle
categorie. Gordon Allport formulò nel 1954 la
celebre
ipotesi del contatto
, secondo la qua-
le se alle persone viene data l’opportunità di
incontrare individui appartenenti all’outgroup
(il gruppo “loro”, opposto di ingroup: il gruppo
“noi”), esse scopriranno che in fondo molti
pregiudizi e stereotipi sono errati e di conse-
guenza miglioreranno i loro atteggiamenti e
comportamenti nei confronti dell’outgroup.
Secondo Allport per ottenere effetti positivi
sulle relazioni intergruppi è importante che
il contatto avvenga tra persone con status
uguale nel contesto considerato e che l’incontro
sia positivo, cooperativo e caratterizzato da
sostegno istituzionale (cioè, che avvenga in un
clima sostenuto da norme sociali favorevoli al
contatto tra i gruppi). Inoltre, il contatto deve
favorire lo scambio di informazioni personali.