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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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rete di solidarietà e cooperazione all’inter-
no della comunità scolastica, per contribuire
a consolidare la funzione della scuola come
luogo
accogliente
, sicuro ed inclusivo,
capace
di
prevenire
ogni
episodio di prepotenza o di
discriminazione.
Considerato che il tipo di comportamento che
un adulto adotta e le azioni che compie nel
momento in cui si trova a dover fronteggiare
situazioni di bullismo omofobico sono fonda-
mentali per prevenire il fenomeno, la seconda
linea di lavoro ha previsto la realizzazione di un
percorso formativo e di aggiornamento rivolto
al personale della scuola e agli operatori di
orientamento dell’Amministrazione regionale.
Sono stati realizzati tre percorsi formativi da
12 ore ciascuno. Ogni percorso ha permesso
agli insegnanti ed agli operatori di acquisire
DPOPTDFO[F F DPNQFUFO[F TQFDJŮDIF QFS MB
costruzione di contesti di vita inclusivi e non
discriminanti. L’attività di formazione ha voluto,
JOPMUSF QSPQPSSF DPOUFOVUJ TDJFOUJŮDJ F TUSVNFOUJ
operativi per prevenire, affrontare e contrastare
i fenomeni di omofobia che possono presentarsi
negli ambiti educativi, con particolare attenzione
verso i soggetti in età pre-adolescenziale.
Nel corso dell’attività sono state delineate le
principali teorie sull’identità affettivo-sessuale,
la rappresentazione sociale della/e omosessua-
lità/transessualità, il fenomeno dell’omofobia e
del bullismo omofobico, i modelli per la riduzione
del pregiudizio nei confronti delle persone omo-
sessuali. Inoltre, sono state esposte proposte
tecniche e pratiche per la gestione, da parte del
personale scolastico, di casi di violenza omofo-
bica a danno di studenti LGBT o percepiti tali,
attraverso studi di caso o analisi di situazioni
“problematiche”.
/FMMP TQFDJŮDP HMJ PCJFUUJWJ EFM QFSDPSTP GPSNB
-
tivo sono stati quelli di
favorire nei partecipanti
l’acquisizione di conoscenze in merito al tema
dell’omosessualità e la promozione di compe-
tenze teoriche e pratiche:
ascolto e gestione
di casi di violenza omofobica, predisposizione
di contesti di vita sociale inclusivi e non discri-
minanti, individuazione di modelli e pratiche
educative per prevenire e contrastare atteg-
giamenti di omofobia e bullismo omofobico,
analisi del linguaggio e del pregiudizio verso
i gruppi svantaggiati attraverso l’esame delle
comuni parole offensive e derogatorie utilizzate
nel discorso quotidiano.
La terza e ultima linea di lavoro ha riguardato
un’indagine sul campo, ideata dai ricercatori
del Dipartimento di Scienze della Vita dell’U-
niversità degli Studi di Trieste. L’indagine ha
coinvolto un campione di 2138 studenti di 23
scuole secondarie e 6 enti professionali del Friuli
Venezia Giulia, bilanciato per rappresentatività
territoriale e per distribuzione di genere. La
ricerca ha permesso di misurare, attraverso
domande strutturate, la diffusione e l’intensità
degli atteggiamenti (positivi o negativi) e della
stereotipizzazione delle persone omosessuali,
sia nei ragazzi stessi che negli insegnanti, e la
frequenza con cui i ragazzi hanno assistito,
TVCJUP P JOůJUUP BUUJ EJ CVMMJTNP PNPGPCJDP EJ
OBUVSB WFSCBMF P ŮTJDB
Dai risultati emerge che il fenomeno maggior-
mente diffuso nelle scuole del Friuli Venezia
Giulia è l’utilizzo, nel linguaggio comune, di
termini denigratori rivolti in generale alle per-
sone omosessuali. Le offese sono generalmente
meno dirette alle persone omosessuali di sesso
femminile rispetto a quelle di sesso maschile.
-ğVUJMJ[[P EJ PGGFTF WFSCBMJ EJSFUUF B TQFDJŮDIF
persone è meno diffuso. Il passaggio dalle
offese verbali a comportamenti discriminatori
P BE BUUJ EJ WFSB F QSPQSJB BHHSFTTJPOF ŮTJDB ¥
circoscritto a un numero limitato di episodi, ma
certamente i dati fanno emergere che il feno-
meno del bullismo omofobico, nelle sue varie
forme, è presente anche nelle nostre scuole.
Un dato importante che la ricerca mette in luce
è il ruolo cruciale rivestito dalla percezione che
i ragazzi hanno delle reazioni degli insegnanti
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