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ORIENTAMENTO E scuola
le tragedie della fuga da guerre e po-
vertà sono così frequenti che appaiono
spesso scontate, lontane, distanti. Si può
però sottrarre gli accadimenti all’anoni-
mato della notizia, che sembra riguarda-
re esclusivamente gli altri, ascoltando le
storie dalla viva voce dei testimoni. Da
questa convinzione è nato lo spettaco-
lo dal titolo “Differenze o indifferenza”,
presentato al Teatro Comunale“Pasolini”
di Cervignano il 30 maggio 2015, in cui
tre profughi provenienti dal Sud Sudan,
dalla Somalia e dall’Afghanistan, hanno
narrato le loro storie di vita e gli studen-
ti le hanno interpolate con contributi
narrativi propri.
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Nel maggio 2017 due classi terze
del corso di scienze umane dell’Isti-
tuto Percoto hanno partecipato a un
progetto di Alternanza scuola lavoro
con la Comunità 9, Centro diurno per
soggetti con disagio psichico situato
presso l’area di Sant’Osvaldo. L’obiettivo
del percorso era superare lo stigma e
l’etichettamento che si incolla su una
persona classificata come “matto”, per
comprendere che una molteplicità di
fattori può generare nell’essere umano,
in determinate circostanze, il disagio
mentale, in quanto la mente umana di
per sé è fragile ed esposta. Gli studenti
hanno avuto modo di interagire con
gli ospiti della Comunità 9, attraverso
sia momenti di riflessione di gruppo
sia attività ludiche. L’obiettivo era far
pervenire i ragazzi alla comprensione
che il tema della salute mentale non
può essere letto in termini dicotomici
e discriminanti (sano versus malato),
ma implica sofferenze che non sono
estranee a nessun individuo. Questa
comprensione funge da precondizio-
ne indispensabile per l’attivazione di
comportamenti tesi all’integrazione e
all’inclusione. Il progetto Asl si è conver-
tito infine in uno spettacolo, in scena il
9 giugno presso il Teatro Comunale“Pa-
solini”di Cervignano, dal titolo
“I giardini
della mente”
.
Dall’illustrazione dei progetti sopra-
esposti, risulta evidente che ascoltare
le storie altrui e raccontare le proprie è
una strategia eccellente non solo per
sviluppare il pensiero divergente e l’ap-
prendimento, ma anche per rinsaldare
l’intelligenza emotiva, secondo l’ormai
nota espressione dello psicologo Da-
niel Goleman. L’intelligenza emotiva,
che non sostituisce ma arricchisce l’in-
telligenza razionale basata su processi
di pensiero più eminentemente logici,
si dispiega nell’attivazione di abilità di
tipo intrapersonale e interpersonale.
L’intelligenza intrapersonale consiste nel
saper leggere, riconoscere ed interpre-
tare i propri stati emotivi. L’intelligenza
interpersonale consiste invece nel saper
leggere, riconoscere ed interpretare gli
stati emotivi altrui, facendo discendere
comportamenti empatici e adeguati
socialmente. I due tipi di intelligenza si
richiamano reciprocamente e costitui-
scono i nuclei imprescindibili dell’intelli-
genza emotiva. «
L’intelligenza emotiva e
sociale chiama in causa funzioni come
la sincronia e la sintonizzazione, l’intuito
sociale e la sollecitudine empatica e, pro-
babilmente, l’impulso alla compassione.
Le nostre idee su ciò che rende una per-
sona intelligente sarebbero più complete
se comprendessero anche queste abilità.
Si tratta di capacità non verbali, intuiti-
ve, che si manifestano più velocemente
di quanto la mente impieghi a formulare
un pensiero in proposito».
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Se l’intelligenza emotiva sta alla base
sia di una maggiore consapevolezza
di sé e delle proprie dinamiche emo-
tive (intelligenza intrapersonale), sia
delle dinamiche emotive che dettano
i comportamenti altrui (intelligenza in-
terpersonale), ritengo che dovrebbe
essere sviluppata e favorita dai proget-
ti scolastici soprattutto in un contesto
socio-culturale come quello odierno,
caratterizzato dalla complessità e dalla
diversità. L’intelligenza emotiva genera
infatti forme di riconoscimento recipro-
co nel rispetto della varietà e della dif-
ferenza dei mondi emozionali specifici
di ciascun individuo, allontanando dal
rischio di un pensiero logico monistico