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ORIENTAMENTO E SCUOLA
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 49
casi ad essere imprenditori di se stessi.
Investire in ottimismo e felicità sul luo-
go di lavoro, a lungo termine, ripaga
sempre. E’ una forma di capitalizzazio-
ne sul singolo che va a riflettersi anche
sull’intero sistema aziendale, come per
cerchi concentrici, si estende alla squa-
dra, all’intero sistema e si esporta anche
all’esterno, verso tutti gli interlocutori,
clienti, fornitori, stakeholder. In modo
particolare il focus viene centrato su:
la ‘vita piacevole’, ovvero tutte quelle
aree dell’esistenza in grado di apportare
emozioni e sensazioni positive; la ‘vita
buona’, che riguarda l’impegno, l’assorbi-
mento, l’immersione, il cosiddetto ‘flus-
so’, uno stato in cui la concentrazione è a
livelli di profondità tale per cui il tempo,
lo spazio, la fatica si annullano ed esiste
solo il proprio essere e il proprio fare,
qui e adesso; la ‘vita significativa’, cioè
la ricerca di uno scopo, di un senso, di
un vissuto di interconnessione più am-
pio e diffuso secondo il quale il proprio
esistere e il proprio contributo hanno
un valore (Catalano, 2005). L’attività pro-
fessionale si pu pienamente inserire in
queste sfere. Pu diventare qualcosa di
piacevole, nella misura in cui si riesce a
coltivare l’aspetto ludico, creativo, dina-
mico, pu essere qualcosa che assorbe
completamente se lo si sente parte di
sé, e qualcosa di significativo se viene
veramente valorizzato nel contesto in
cui si inserisce, se non ci si sente pezzi
di un ingranaggio più ampio, in cui si
viene spersonalizzati come individui e
alienati dal proprio prodotto. Questa è
la base della soddisfazione, oltre che
della felicità (Gaydarov, 2014).
Una persona soddisfatta sta bene con
se stessa, con gli altri, è produttiva, non
solo parla bene dell’azienda, ma la vive
come parte di sé e come tale la esprime.
Mettere al centro l’individuo, dunque,
all’azienda conviene e non solo per il
fatto che essa stessa è composta da
persone, ma anche e soprattutto per-
ché tutti i suoi interlocutori sono tali. Si
parte dall’individuo, si allarga il cerchio
e ad esso si ritorna.
I lavoratori che ricoprono una posi-
zione lavorativa più elevata e con un
reddito maggiore sembrerebbero es-
sere più felici. Considerando il gruppo
linguistico, vediamo che gli italiani sem-
brano complessivamente essere meno
ottimisti degli altri gruppi linguistici.
Un fattore che sembra incidere sull’ot-
timismo dei lavoratori sembra essere il
titolo di studio. Un titolo di studio più
elevato coincide con un maggior otti-
mismo per quanto riguarda i lavoratori
e le lavoratrici con titoli di studio fino
alla maturità (Catalano & Blandi, 2005).
Vi sono altri fattori che influenzano
la felicità e l’ottimismo dei lavoratori
dipendenti, quali un’elevata soddisfa-
zione al lavoro e una buona occupazio-
ne, nonché l’adeguatezza del reddito al
costo della vita, questi sono considerati
fattori che incrementano l’ottimismo ed
il benessere dei lavoratori. Sotto que-
sto punto di vista, l’inadeguatezza del
reddito potrebbe essere una delle cau-
se del divario tra felicità ed ottimismo.
Quest’ultimo, infatti, esprime una valu-
tazione proiettata nel futuro a differenza
della felicità che si basa, invece, su una
valutazione più immediata e riferita al
presente.
L’ottimismo dei lavoratori si rafforza
per coloro che hanno un elevato livello
di istruzione, poiché si sentono più sicuri
delle propria occupabilità, nonché con
una garanzia di proprio sostentamento
una volta terminata la vita lavorativa.
Tali informazioni, dovrebbero essere
prese come spunto per l’elaborazione
di politiche sociali e lavorative adeguate;
l’istruzione e la formazione continua,
cos come la propria posizione lavo-
rativa, sono probabilmente fattori di
partenza fondamentali sui quali investire
per garantire non solo la prosperità dei
lavoratori, ma anche il loro benessere
(Mozumdar, 2012).
Ottimismo e benessere diventano
quindi anche fattori di rilevanza econo-
mica, in quanto è risaputo determinino
una maggior propensione ai consumi,
all’attività imprenditoriale e rendono il
mercato del lavoro locale attraente per
una forza lavoro altamente qualificata
proveniente anche da altri paesi e re-
gioni europee.
La sensazione di felicità e di ottimismo
per il futuro, possono essere considerati
come indicatori di coesione sociale e
qualità della vita che integrano gli ormai
assodati indicatori economici e socia-
li quali il prodotto interno lordo e/o il
reddito familiare disponibile.
In conclusione, ottimismo e felicità
costituiscono una disposizione d’animo
favorevole e positiva in grado di genera-
re nel tempo, inmodo duraturo, benefici
effetti concreti a livello biologico, psico-
logico, sociale e culturale. Come esito
finale essi sono in grado di generare e
mantenere un significativo incremento
del benessere soggettivo e della qualità
della vita. Tuttavia, ottimismo e felicità
non rappresentano un costrutto scien-
tifico unico, bens presentano diverse
facce in quanto essendo rivolti al futuro,
implicano una condizione d’impreve-
dibilità al di fuori da ogni certezza di
previsione.
Per sua natura ottimismo e felicità
costituiscono fattori importanti e po-
tenti che, assieme ad altri, concorrono
a rendere positiva e soddisfacente l’e-
sistenza umana.
La Metodologia
L’obiettivo principale del processo di
ricerca, è stato quello di verificare l’in-
fluenza di alcune variabili di disegno
(il genere dei partecipanti, il titolo di
studio in loro possesso, lo stato civile
di appartenenza e il grado di scuola in
cui insegnano) sui livelli delle variabili
indagate sugli insegnanti di diverso or-
dine e grado di scuola. Ci si attende a
tal proposito che le insegnanti riportino
livelli maggiori di Intelligenza Emotiva
rispetto ai colleghi maschi, e che non
ci sia differenza significativa nella com-
petenza emotiva tra docenti laureati e
docenti diplomati. Infine ci attendiamo
una differenza sostanziale a favore dei
docenti della scuola secondaria di 1°
grado nei livelli medi di competenza
emotiva.
La ricerca ha coinvolto 302 insegnanti
(M = 22.3%; F = 77.7%) con un’età me-
dia di 46.57 anni (D.S. 8.24), per la mag-
gior parte laureati (70.9%) e coniugati
(73.8%). Sono state prese in conside-
razione scuole di diverso ordine e gra-
do. Gli insegnanti intervistati lavorano
presso le seguenti strutture scolasti-
che: Scuola Primaria (33.4%), Scuola
Secondaria di 1° grado (32.8%), Scuola
Secondaria di 2° grado (33.8%). Il gruppo
totale di insegnanti lavora in media da 8
anni nell’istituzione scolastica pubblica.
Sono state fornite agli insegnanti in-
formazioni in riferimento sia agli scopi
della ricerca sia alle modalità di compi-
lazione dei questionari. La somministra-
zione ha impegnato i singoli partecipan-
ti per una sola seduta, durante la quale
non sono stati posti limiti di tempo, ma
la somministrazione ha avuto la durata
di circa un’ora per ciascun partecipante.
Ai fini della privacy è stato mantenuto
l’anonimato. I dati raccolti sono stati
inseriti su supporto informatico per la
conduzione delle analisi statistiche.
Per verificare le ipotesi indicate, la ri-
cerca ha utilizzato i seguenti strumenti:
Emotional Social Competence Question-
naire
nella versione per insegnanti (Ca-
talano & Cerniglia, 2009) che presenta
45 item su scala Likert per la valutazione
delle competenze emotive: Percezione e
Comprensione emotiva; Riconoscimen-
to ed etichettamento emotivo; Regola-
zione ed Uso efficace delle emozioni. Il
test Lot-R
(10 item) misura l’ottimismo
disposizionale delle persone e ha come
fondamento teorico il modello di Caver
e Sheier, che fa riferimento al valore del-
le aspettative: i soggetti perseverano
nell’impegno per conseguire i propri
obiettivi superando anche le difficoltà,
finché le loro aspettative per il raggiun-
gimento del successo sono sostanzial-
mente favorevoli. Il
test di valutazione
dell’Infelicit
versione adattata e ridotta
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