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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
voro, dell’orientamento professionale e
scolastico, nella varie forme di counse-
ling. Senza entrare troppo nel dettaglio
delle diverse definizioni, penso di poter
affermare che in sostanza la competen-
za richiama tre forme di sapere:
1.
il sapere inteso come insieme di
conoscenze
, di proposizioni e di pro-
cedure interiorizzate ed ancorate ad
una struttura cognitiva, generali o
specifiche di un dato contesto sociale
o lavorativo;
2.
il saper fare
(abilità personali o work
habits) in cui si includono capacità di
tipo trasversale come saper appren-
dere, comunicare, lavorare/studiare in
gruppo, capacità di gestire un gruppo
e di problem solving, ecc.;
3.
il saper essere
che riguarda le carat-
teristiche personali, la motivazione, il
senso all’esistere e alla mission perso-
nale, l’autostima, la creatività, fiducia
in se stessi, la capacità di prendere
decisioni e di affrontare situazioni
di stress o di pericolo, ecc.
Fin qui nulla di nuovo, in generale, chi
si occupa di selezione del personale o di
risorse umane sa bene che la differenza
tra candidati con curricula simili spesso
viene data proprio da quelle competen-
ze trasversali e personali che l’educazio-
ne normalmente considera secondarie
rispetto all’aspetto nozionistico (non di
rado obsoleto).
Tuttavia, proprio queste competen-
ze (che poi cercherò di guardare più
a fondo) rappresentano delle meta-
competenze ovvero delle capacità di
base derivanti da tre aree fondamentali,
che chiamo competenze esistenziali, e
permettono all’individuo di adattarsi ai
cambiamenti e resistere in un contesto
sociale in continuo mutamento. Essere
resilienti in una società fluida, così co-
me descritta dal sociologo Z. Bauman,
ed a contatto sempre più stretto con
l’alterità, richiede una altrettanto gran-
de capacità di movimento e flessibilità,
ed una capacità di relazionarsi, difficile
senza una certa consapevolezza e senza
allenare determinate, specifiche risorse
e potenzialità.
QUALI SONO LE
COMPETENZE DI
BASE?
Mi sono posta per la prima volta que-
sta domanda in rapporto a quali com-
petenze intendevo fornire ai counselor
della scuola che dirigo e, occupandomi
di altro, mi trovai di fronte ad un’intui-
zione che credo possa essere di portata
più ampia e che intendo condividere.
Da tempo mi occupo di aree molto in-
terdisciplinari: sociologia, counseling,
simbolica, meditazione, e studi di nuove
forme di pedagogia ed educazione. Un
modello che ha preso la mia attenzione
è stato proprio lo studio della “
mappa
degli esercizi spirituali
”proposti dal prof.
Naranjo.
Questa affascinante mappa, rappre-
senta in forma schematica, inclusiva
e transculturale le diverse forme di
meditazione attraverso la relazione di
tre polarità fondamentali. Non è mia
intenzione approfondire nel dettaglio
il tema della meditazione per il quale
rimando al testo citato, tengo solo a
tratteggiare alcuni punti fondamentali
per comprendere il tipo di approccio. In
primo luogo, per meditazione si intende
un fenomeno mentale multiforme che
implica una sospensione dell’Io ed una
comprensione della sua natura illuso-
ria. Il percorso meditativo attraverso il
superamento dell’Io conduce ad uno
spazio più ampio ed interrelato con il
tutto: il Sé.
Nel cammino lungo questo sentie-
ro fertile, grazie alla consapevolezza,
all’empatia e alla capacità di affidarsi
alla saggezza della vita, scaturisce una
maggiore responsabilità e libertà di scel-
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