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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
più tocchiamo l’universale, come del
resto affermava C. Rogers.
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Lo spazio
della volontà profonda è in un certo
senso un luogo sacro dell’anima in cui
l’umano tocca il divino, l’universale, l’a-
morevolezza. Più entriamo in profondità,
più gli opposti tendono ad incontrarsi
e trovano quiete. Riportare la persona a
questo contatto spesso è compito della
psicoterapia o del counseling, ma preve-
nire tutto ciò è compito dell’educazione.
Correggere un modo di fare mecca-
nico sedimentato che crea sofferenza
è molto più difficile che insegnare un
atteggiamento sano fin dall’inizio. Per
questo istruire non basta e l’educazione
deve tornare fare il suo lavoro come ai
tempi di Socrate, favorendo il contatto
con i luoghi più intimi dell’anima, aiu-
tando le persone a diventare migliori e
più presenti nella vita e, in particolare,
permettendo di essere più consapevoli,
più amorevoli e più in pace con il fluire
dell’esistenza e della natura.
Queste tre forme potremmo identi-
ficarle come le
competenze esistenziali
di base dell’essere umano
, o meglio le
qualità più profonde che definiscono un
essere come umano in senso pieno. Da
queste tre competenze fioriscono tut-
te le altre meta-competenze. Ognuna
di esse rappresenta una sintesi tra due
elementi complementari o polarità e
permette di sviluppare una forma di
amore.
COMPETENZE
ESISTENZIALI DI BASE:
CONSAPEVOLEZZA,
EMPATIA E
NATURALEZZA
1.
CONSAPEVOLEZZA
(asse A-B in
figura) Partiamo dalla consapevolez-
za o ancor meglio la consapevolezza
della consapevolezza. Questa pro-
fonda competenza esistenziale è di
tipo cognitivo e sintetizza due diverse
forme meditative che definiscono
due differenti modalità di attenzio-
ne. Punto A (Figura 1): L’attenzione
mirata interna della meditazione
Vipassana
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, (oggi meglio conosciuta
come mindfulness): in questa forma
meditativa l’attenzione può essere
rivolta a dettagli del sentire corpo-
reo, emotivo, alla consapevolezza
dei pensieri e dei fenomeni. Allenare
questa forma di attenzione permette,
per effetto, di migliorare altre meta-
competenze più comuni come ap-
punto l’attenzione mirata, la concen-
trazione e le capacità di memoria e
dunque di apprendimento. Punto B:
In senso opposto si situa l’attenzione
verso un oggetto esterno che spesso
rappresenta un’immagine sacra. Di-
verse forme di meditazione utilizzano
oggetti esterni tipo una candela, un
mandala, figure sacre o meditare di
fronte un’altra persona riconoscendo
implicitamente la sacralità dell’Al-
tro. Questi differenti “oggetti sacri”
hanno in comune il fatto di rappre-
sentare simbolicamente una totalità
trascendente, un insieme altrimenti
non rappresentabile.
L’attenzione d’insieme verso l’ester-
no, consente una visione olistica
ed una maggiore inclinazione al
divino. Questa forma meditativa
genera altre meta-competenze le-
gate allo sviluppo della capacità di
cogliere l’aspetto divino e sacro in
noi stessi, negli altri, nell’ambiente.
Tra esse ci sono per esempio la ca-
Fig. 1: Viene riportato, in sintesi grafica, il percorso
della mappa descritta da C. Naranjo
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