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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
inferire attraverso ragionamenti dedut-
tivi o induttivi.
Ennis, in particolare, sottolinea la du-
plice natura del pensiero critico: da un
lato la disposizione, l’atteggiamento
personale di apertura alla ricerca e al
ragionamento logico e dall’altro l’abilità
nel conoscere ed applicare le procedu-
re ed i criteri del ragionamento logico.
Lo sviluppo del pensiero critico non
può essere considerato un problema
limitato all’ambito dell’educazione, ha
infatti importanti ripercussioni sociali:
è necessario essere consapevoli delle
proprie capacità per poterle sfruttare,
afferma Stephen Brookfields. Dello stes-
so parere sembra essere Diane Halpern:
«
il pensiero critico è l’uso di quelle abilità
o strategie cognitive che aumentano la
probabilità di ottenere un risultato de-
siderabile
» (Halpern, 2003, pag. 6-7 in
Sanders e Moulenbelt, 2011).
IL PENSIERO CREATIVO
Nonostante ancor oggi sia riconosciu-
to come una forma di pensiero essenzia-
le, l’attenzione dei ricercatori smise di es-
sere dedicata esclusivamente al pensiero
critico quando, alla fine degli anni ’50,
la Russia batté l’America nella corsa allo
spazio, mandando in orbita lo Sputnik.
In seguito a questa cocente sconfitta,
tutto il sistema educativo americano ven-
ne messo in discussione, il movimento
educativo progressista venne sciolto e
occuparsi del pensiero critico rimase un
compito affidato ai filosofi.
In questo frangente si fece spazio il
pensiero creativo: i ricercatori america-
ni erano stati senza dubbio ben istruiti,
ciò che era mancato loro per vincere la
competizione aerospaziale era lo slan-
cio innovativo, il coraggio di pensare in
maniera trasgressiva, al di fuori dei soliti
schemi, in poche parole la creatività.
A causa di un antico retaggio della cul-
tura romantica, infatti, fino a metà del
novecento il pensiero creativo veniva
considerato come il lampo di genialità
che pochi avevano la fortuna di speri-
mentare, una qualità superiore, rara, che
non meritava ricerche applicate.
Come precedentemente accennato,
le facoltà di pensiero venivano fino ad
allora identificate con le capacità di ra-
gionamento logico, il pensiero critico
appunto, che praticamente coincideva
con il concetto di intelligenza. L’atten-
zione era concentrata sulla definizione
delle tappe dello sviluppo tipico e poco
spazio era lasciato alle abilità descritte
come attitudini personali ritenute legate
solamente alla produzione artistica, utili
quindi all’espressione di se stessi e dei
propri pensieri ma non influenti sullo
sviluppo dell’intelligenza.
Solo negli ultimi decenni, in seguito a
particolari cambiamenti nel clima socio-
culturale occidentale, gli autori hanno
cominciato a riconoscere l’importanza
della creatività nella vita quotidiana e di
conseguenza nell’ambito dell’istruzione.
Il mondo del lavoro hamutato le proprie
esigenze: non richiede più manodopera
che applichi ripetutamente degli sche-
mi prestabiliti, bensì risorse produttive,
persone capaci di svolgere le proprie
mansioni con originalità e di adattarsi
velocemente a situazioni nuove o pro-
blematiche.
Inoltre, il mondo va costantemente
aumentando il proprio ritmo di cambia-
mento e per restare al passo con l’infor-
mazione non è più necessario possedere
una conoscenza enciclopedica come in
passato, bensì una forma di sapere nuovo
basata non tanto sul possesso delle no-
zioni, quanto sull’abilità di creare nuove
connessioni tra esse.
Molti governi, dall’America all’Africa,
hanno colto l’importanza di sviluppare
nei propri cittadini il pensiero creativo,
attivando programmi educativi per in-
crementarne la produzione innovativa
e risultare maggiormente competitivi.
(Sternberg, 2007; Meintjes e Grosser,
2010; Piaw, 2010).
Le pubblicazioni a riguardo hanno
subito un incremento notevole tra gli
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