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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
critico e creativo possano essere le due
facce molto differenti della stessa me-
daglia, non sono identici
» (Beyer, 1989,
in Backer e Rudd, 2001). Sono entrambe
abilità essenziali, poiché «
quando il ra-
gionamento fallisce, l’immaginazione
ti salva! Quando l’intuizione fallisce, la
ragione ti salva!
» (Crane, 1983, p.7, in
Backer e Rudd, 2001).
Secondo altri autori (Paul, 1993) non
sarebbe invece possibile distinguere un
processo interamente creativo da uno
esclusivamente critico: nell’applicazione
di un processo cognitivo una persona
alterna momenti in cui impiega abilità
critiche ad altri in cui utilizza abilità cre-
ative. I due processi sarebbero quindi
intrinsecamente avviluppati tra loro,
nella formazione di un prodotto finale
unico. «
Il lavoro intellettuale è essenziale
per creare prodotti intellettuali e questo
lavoro, questa produzione, implica degli
standard intellettuali giudiziosamente
applicati – in altre parole, creatività e
logica si intrecciano in un unico tessuto
»
e aggiunge «
C’è un ruolo importante per
la ragione e il ragionamento, costruire
e lavorare con logica per produrre cre-
ativamente e valutare criticamente ciò
che si sta producendo in ogni impresa
cognitiva
» (Paul, 1993, p. 23, p.25).
IL PENSIERO
CONTEMPLATIVO
Negli ultimi anni accade spesso di
trovare, accostato al pensiero critico e
a quello creativo, il pensiero contem-
plativo (Hart, 2004; Pierson, 1997). In
realtà, esso non è affatto un costrutto
recente in quanto la storia della filoso-
fia vanta una ricca e lunga tradizione
inerente al pensiero contemplativo
(Hart, 2004). Molto diffuso in oriente,
esso caratterizza da secoli i principi
fondamentali del Buddismo e dei ri-
tuali hindu e sufi. La cultura indiana,
identificabile come la principale soste-
nitrice e sviluppatrice di questa forma
di pensiero, è giunta a delineare due
categorie principali di meditazione
basate sul pensiero contemplativo:
samatha
relativo alle pratiche di calma
e rilassamento e
vipashyana
dedicato
all’introspezione e alla ricerca del sé.
Entrambe le aree si compongono di
aspetti concernenti la critica e la cre-
atività (Thurman, 1994).
Ad una più approfondita analisi
emerge che, sebbene spesso siano
stati identificati con nomi differenti,
questi concetti non siano tipicamen-
te esclusivi delle tradizioni orientali.
Sarebbe quindi errato affermare che
la società occidentale risulta priva di
attenzioni verso il pensiero contem-
plativo (Thurman, 1994). Al contrario,
a partire dai filosofi dell’antica Grecia,
sino a giungere alla preghiera con-
templativa del Cristianesimo, molti
autori hanno dedicato le loro opere
all’argomento. Questi metodi hanno
influenzato le pratiche cattoliche e
protestanti e hanno dato vita alla for-
ma tipicamente occidentale assunta
dal pensiero contemplativo: un le-
game inscindibile tra meditazione e
studio delle Scritture (Stock, 1994).
Tuttavia, mentre in Oriente codesti
principi si sono sviluppati fino a for-
mare la base fondante di religioni, cul-
ture e sistemi educativi, in Occidente
la rivoluzione scientifica, sostenendo
a gran voce la superiorità dei princi-
pi aristotelici, ha scalzato il pensiero
contemplativo in favore di una logica
molto più rigorosa, tipica del pensiero
critico (Stock, 1994).
In realtà, già i metodi scientifici me-
dievali venivano contestati e molti
studenti dediti al pensiero contempla-
tivo abbandonarono le università di
Bologna, Parigi, Oxford e Cambridge,
cercando rifugio in una varietà di isti-
tuzioni più congeniali alle loro attività,
prevalentemente di natura religiosa.
Praticamente nessuno dei “mistici”
della prima età moderna ha lavorato
nell’ambito di ciò che avrebbe co-