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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
CONCLUSIONI
Tali aspetti di spontaneità, sogget-
tività e imprevedibilità fanno spesso
credere che il pensiero contemplativo
sia una sorta di talento personale, una
qualità difficilmente educabile e quindi
farsi carico del suo incremento sembra
essere un compito che non compete
alle istituzioni formali. Tuttavia, se si se-
gue questa linea di pensiero, si rischia
di ripetere l’errore che a suo tempo fu
commesso riguardo il pensiero creativo.
Alla luce di ciò diviene quanto mai
evidente che un sistema educativo,
per essere efficiente, non possa basarsi
esclusivamente su di un solo o su alcuni
aspetti del pensiero. È la storia stessa,
oltre alla ricerca (Yang, Lin, 2004), che
dimostra come solamente una forma-
zione attenta a tutti i diversi aspetti della
persona possa sviluppare individui com-
pleti ed equilibrati in ciascuna forma di
pensiero. Da tale equilibrio, a sua volta,
dipendono il benessere psicofisico e la
produttività delle persone.
Anche il pensiero contemplativo, al
pari di quello critico e di quello creativo,
può essere stimolato attraverso speci-
fiche esercitazioni ad ogni età, ad ogni
livello e in ogni ambiente (Solloway,
2000). Tanto più in ambienti di istru-
zione formale, poiché i bambini sono
naturalmente portati alla contemplazio-
ne: si meravigliano delle piccole novità,
sono curiosi, fanno domande, riflessioni
e cercano di connettere tra loro le infor-
mazioni per dare senso ad un insieme
completo e coerente di conoscenze.
Solo successivamente vengono istruiti
al costante uso del pensiero analitico e
perdono il prezioso equilibrio tra analisi,
creatività e contemplazione (Hart, 2004).
Esistono diversi esercizi semplici che
permettono di stimolare il pensiero
contemplativo in un contesto d’aula
(Gendlin, 2004; Solloway, 1999; Hart,
2004). Molti di questi esercizi prevedono
un momento di silenzio e rilassamento
in cui si lascia la propria mente vagare
libera tra un pensiero e l’altro, cercando
infine di concentrarsi solo sul proprio
respiro per far spazio a nuove sensa-
zioni. In questo stato di quiete e silen-
zio, si procede quindi alla lettura di un
brano, all’ascolto di una melodia o alla
contemplazione di un’opera.
I ragazzi ascoltano ad occhi chiusi l’in-
segnante che legge, ad esempio un
testo poetico, e lasciano scorrere nella
propria mente tutte le immagini e le
sensazioni che l’ascolto del brano evoca
loro. Terminata la lettura ci si confronta
riguardo le sensazioni evocate, per verifi-
care similitudini e differenze. Solamente
in una fase successiva si prosegue all’a-
nalisi del testo, secondo i criteri canonici,
confrontando le sensazioni dei ragaz-
zi e le intenzioni dell’autore piuttosto
che le interpretazioni convenzionali;
oppure ricercando quali parole o figure
retoriche hanno stimolato determinate
sensazioni.
Numerosi studi hanno evidenziato ef-
fetti positivi di pratiche meditative come
queste sul miglioramento di una vasta
gamma di abilità percettive e cogniti-
ve correlate alla qualità dell’attenzione
(Murphy et al., 1997 in Hart, 2004).
Il pensiero analitico tende, infatti, a
misurare, catalogare e valutare, l’ogget-
to di interesse, obbligando ad esegui-
re operazioni che richiedono volontà
e sforzo continuato e che, attraverso
la costante segmentazione, portano a
perdere di vista l’integrità dell’oggetto.
Al contrario, il pensiero contemplativo
lascia scorrere semplicemente l’idea che
nasce dentro di noi; la qualità di atten-
zione che impiega risulta emotivamente
più vicina all’oggetto e per questo più
viva (Hart, 2004). Una spiegazione a que-
sti miglioramenti è data dal fenomeno
della
coerenza fisiologica
. Alcune varia-
zioni nei parametri fisiologici come ad
esempio un ritmo cardiaco più regolare,
una diminuzione nell’attivazione del si-
stema nervoso simpatico e un aumento
dell’attività parasimpatica, una miglior
sincronizzazione tra il cuore e il cervel-
lo (il ritmo alfa del cervello diventa più
sincronizzato con il battito cardiaco),
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