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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
2.
EMPATIA
(asse C-D in figura): La
seconda competenza esistenziale
riguarda la sfera affettiva ed è la
capacità di relazionarsi empatica-
mente. Empatia è un termine che ha
in sé un duplice aspetto di vicinanza
e lontananza. Nella definizione del
filosofo P. A. Rovatti, empatia è una
“distanza abitata”. Abitare la distanza
significa essere abbastanza vicino da
poter sentire l’Altro ed abbastanza
lontano da poter vedere l’Altro. Sento
ciò che sente con la consapevolezza
che ciò che sente è suo o che io, nel
caso della relazione empatica conme
stesso, non sono completamente e
solo ciò che sento in questo momen-
to: per esempio sento tristezza, ma
non sono la mia tristezza. Dunque,
la relazione empatica funziona un
po’ come quando ci rapportiamo con
lo specchio: non possiamo vederci
sia se siamo attaccati con il naso
allo specchio sia se lo posizioniamo
troppo lontano. Abbiamo bisogno
della giusta distanza e vicinanza, e
questo vale anche per la relazione
con noi stessi e gli altri. L’empatia
è figlia dunque di due polarità che
possiamo definire C) distanza e D)
contatto/vicinanza. Saper sentire,
contattare a livello fisico e osservare,
dando un nome a ciò che sentiamo
per disidentificarci e poter lasciar
andare e tornare al qui ed ora, nel
fluire continuo della vita, possono
essere definiti i movimenti dell’em-
patia. Il contatto privo di distanza
diventa attaccamento e la distanza
priva di contatto diventa rifiuto. At-
taccamento e rifiuto impedendo di
scoprire l’Altro, impediscono la cono-
scenza, diventando fonte di un male
più grande: l’ignoranza. L’ignoranza
nel buddismo è considerata la fonte
originaria del male e, se guardiamo
in profondità, l’atto peggiore che un
uomo può compiere, come quello di
uccidere un altro uomo, può essere
compiuto o in preda alle emozioni/
istinti (attaccamento) o nel pieno di-
stacco emotivo come descritto egre-
giamente nel libro di Hanna Arendt
La banalità del male
”. In questo
testo gli aguzzini nazisti sono visti
appunto come grigi burocrati che,
nella piena correttezzamorale, anche
se in opposizione a qualsiasi principio
etico, compiono obbedientemente,
legalmente e freddamente alcuni tra i
crimini più atroci che l’umanità abbia
conosciuto. L’empatia è una compe-
tenza esistenziale fondamentale, in
quanto, permettendo di amare au-
tenticamente l’Altro, ne consente la
conoscenza in senso alto, socratico
e fenomenologico
4
.
3.
NATURALEZZA
(asse E-F in figu-
ra): La terza competenza esisten-
ziale riguarda la sfera istintiva. È
la capacità di sapersi adattare al
cambiamento, di aprirsi al flusso
dell’esistenza, all’autoregolamenta-
zione organismica. Questa capaci-
tà, detta anche omeostasi, fa sì che
ogni organismo possa adattarsi
all’ambiente e soddisfare i propri
bisogni. Un bisogno emerge dallo
sfondo di noi stessi diventando og-
getto di attenzione e, l’organismo
tenderà a soddisfarlo creando un
nuovo equilibrio. Questo eterno gio-
co tra squilibrio ed equilibrio dura
tutta la vita; quando un organismo
non riesce più, di fronte ad un cam-
biamento, ad adattarsi, sta male.
Per esempio, il caso di una persona
che di fronte ad una perdita non
riesce a lasciar andare il dolore, a
trasformarlo, e rimane intrappolata,
attaccata ad un passato che non
esiste più e che non le permette di
vivere il presente e ciò che la vita le
offre. Lasciar andare e restare nel
flusso della vita permette di supera-
re le fasi di cambiamento, di crisi, di
fidarsi della vita, cogliere i momenti
piacevoli e vivere con maggiore pace
e serenità in armonia con se stessi, il
proprio corpo, la propria natura. Tale
attitudine scaturisce da altre due po-
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