QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 43
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Un terzo apporto è dato dal riconosci-
mento che è fondamentale per un allievo
poter scegliere su una pluralità di opzioni
per lui valide. La realtà ci mette di fronte
a funzionamenti connessi alla scelta e a
processi decisionali non supportati da
equità, ma da fattori ambientali, scolastici,
familiari e sociali che deresponsabilizzano
il soggetto. Uno studente si iscrive ad un
Istituto Professionale perché è l’unico nel
raggio di 30 chilometri. Un altro, invece,
perché lo ha consapevolmente e voluta-
mente scelto, perché poi vorrà fare quel
mestiere. Un altro ancora perché costretto
da decisioni genitoriali o perché è uscito
dalla scuola media con una risicatissima
sufficienza, e il consiglio orientativo degli
insegnanti è di frequentare corsi brevi. La
capacità/libertà di scelta manifesta l’au-
tonomia di un soggetto, e conseguente-
mente la sua responsabilità. Autonomia e
responsabilità sono indicatori fortemente
correlati non solo al successo scolastico,
ma alla riuscita del proprio progetto di
vita. Pertanto nei processi di scelta non
vanno presi in considerazione soltanto i
risultato fino ad ora ottenuti o quelli rea-
lizzabili, ma anche le effettive libertà e le
opportunità che la persona ha a disposi-
zione (e che gli vengono garantite) per
raggiungere i risultati desiderati.
Un’ulteriore riflessione riguarda la com-
plessità della realtà, la sua problematicità
e la dinamicità evolutiva: di fronte alle
nuove realtà le professioni e i percorsi
formativi non si presentano più per im-
periture categorie standardizzate. L’ap-
prendimento è continuo e la formazione
è per tutto l’arco della vita. Non esistono
scorciatoie per gli studenti, ma pluralità
di opportunità formative e di agentività
nelle situazioni più diversificate.
Non ci sono scorciatoie neppure per gli
orientatori e l’analisi orientativa dovrebbe
riflettere le complessità della persona, del-
le realtà sociali e familiari, delle risorse am-
bientali e delle opportunità delle politiche
territoriali, nazionali ed europee. Queste
complessità non possono essere ridotte
a tipologie predefinite che ingabbiano la
libertà di scelta, e non possono seguire
percorsi obbligati, destinati ad un unico
risultato, a pena di fallimento.
In ultima istanza, quando uno studente
può liberamente e consapevolmente sce-
gliere significa che si è costruito (o si sta
costruendo) una propria rappresentazione
di
well-being
(di star bene), che riconosce
le proprie competenze di
well-doing
(di
ben-fare) e che sa proiettarsi, con spirito di
iniziativa e intraprendenza, verso scenari
per lui dotati di senso, di
well-becoming
(di ben-divenire).
Fiorino Tessaro
Professore Associato
di Didattica e Pedagogia Speciale
Università Ca’ Foscari
Venezia