ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
un’esperienza di ospitalità degli studenti liceali di Trieste alla luce della Legge 107/2015
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Difficoltà Formativa
Flessibilità curriculare: benché essa sia
regolamentata dal 1999 dal DPR 275 sull’Au-
tonomia scolastica, tuttora molti docenti ma-
nifestano resistenze rispetto alle conseguenti
variazioni del loro orario di servizio.
Tutoraggio: poca disponibilità degli inse-
gnanti ad intrattenere i rapporti con Soggetti
esterni per l’organizzazione dei percorsi di al-
ternanza, soprattutto nel periodo estivo.
Competenze: resistenza da parte dei com-
ponenti del consiglio di classe nell’assunzione
del nuovo modello scolastico.
Infatti, in alcune scuole la indubbia mole
documentale è risultata ancor più onerosa a
causa delle scarse competenze digitali degli
insegnanti coinvolti.
Le problematiche all’esterno, invece, affe-
riscono precipuamente a:
-- difficoltà di individuare un numero sufficiente
di strutture pubbliche o private per sviluppare
percorsi di alternanza;
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-- diffidenza dei dipendenti rispetto agli studenti
in alternanza riscontrata in alcune aziende,
presumibilmente a causa di un’inadeguata
informazione;
8 Difficoltà rilevatamaggiormente nei licei e alcuni istituti
tecnici, meno negli istituti professionali presumibilmente
per la lunga esperienza maturata con l’area professiona-
lizzante che il riordino ha sostituito con l’alternanza nel
2010. Il riordino degli istituti professionali ha affidato
all’alternanza anche un’altra funzione: nel periodo di
transizione tra il vecchio e il nuovo ordinamento degli
istituti professionali è stata utilizzata per sostituire inte-
gralmente l’area di professionalizzazione (cd. terza area).
Il D.P.R. 87/2010, articolo 8, comma 3, inserisce, al posto
di questo segmento curricolare dei corsi post qualifica,
132 ore di alternanza da organizzare nelle quarte e quinte
classi dall’a.s.2010/11 e sino allamessa a regime del nuovo
ordinamento dell’istruzione professionale (completato
nell’a.s.2014/15). Tale disposizione che, seppure per un
periodo limitato, ha reso obbligatorie le esperienze di
alternanza scuola lavoro, segna il primo cambiamento
di rotta rispetto a quanto prospettato dall’articolo 4
della legge 53/2003, che poneva a base dell’alternanza la
richiesta degli studenti. Da attività di alternanza scuola
lavoro - Guida Operativa per la scuola, MIUR, p. 17.
-- struttura e dimensioni delle aziende dell’a-
rea, prevalentemente piccole con modelli di
governance semplificata;
-- inadeguatezza delle persone preposte al tu-
toraggio, rilevata peraltro nella minima parte
delle aziende ed enti coinvolti;
-- carente informazione in merito ai compor-
tamenti da tenere per la sicurezza personale
negli specifici comparti produttivi.
Questioni presumibilmente già note amolti,
ma l’orizzonte che si va raffigurando sollecita
l’individuazione di adeguate soluzioni, che già
la normativa vigente configura come linee di
intervento, di seguito descritte.
La formazione docenti
La Guida Operativa per la scuola afferma
che il potenziamento dell’alternanza scuola
lavoro mira all’introduzione di misure per la
formazione dei docenti, finalizzate all’aumen-
to delle competenze per favorire i percorsi
di alternanza scuola lavoro anche attraverso
periodi di formazione presso enti pubblici o
imprese; a sua volta, la legge 107 prevede la
formazione in servizio. La formazione dei do-
centi è considerato un elemento prioritario del
percorso di innovazione, tuttavia, è auspicabile
una maggiore responsabilizzazione sia nella
scelta dei formatori che nella definizione delle
attività formative destinate a docenti in servizio
o neoassunti.
Il registro nazionale
L’art. 1, comma 41della legge 107/15, pre-
vede l’istituzione del registro nazionale per
l’alternanza scuola-lavoro per agevolare le
scuole nella ricerca degli enti pubblici e privati
disponibili a svolgere i percorsi di alternanza.
Purtroppo il registro è appena stato istituito
e non possiamo sapere se esso risponderà
adeguatamente alle effettive necessità del