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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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prendere gli studi superiori e uni-
versitari, sia per migliorare la pro-
pria posizione assoluta nella scala
sociale, sia per difendere la propria
posizione relativa (Anfossi, Paolini,
Sciarretta, Vidotto, 2002). Oggi il
75% dei giovani consegue il diplo-
ma secondario superiore, e di que-
sti l’80% si iscrive ad un corso uni-
versitario (Buzzi, 2002). Tuttavia, a
fronte di una formale uguaglianza
delle opportunità di accesso all’i-
struzione, è opportuno ricordare
che non tutti i gruppi sociali ne han-
no bene!ciato in ugual misura (Be-
nadusi, Censi, Faletti, 2004). Perma-
ne infatti ancora una forte dipen-
denza dal contesto di origine, sia
nella decisione d’iscriversi o meno
all’università, sia nella scelta della
Facoltà Universitaria, sia nella suc-
cessiva riuscita negli studi.
Mentre una grande maggioranza
dei giovani che provengono da fa-
miglie con elevato livello d’istruzio-
ne si iscrivono all’università, ciò
non si veri!ca fra coloro che pro-
vengono da realtà meno favorite
(Moscati, 1997). Il processo di auto-
selezione degli individui, legato
all’ambiente famigliare, si manife-
sta da subito al momento della
scelta delle scuole secondarie su-
periori: chi proviene da famiglie
con alto livello d’istruzione si iscri-
ve preferibilmente ai licei, gli altri
orientano prevalentemente le pro-
prie scelte verso gli istituti tecnici o
professionali (Pedrizzi, Castrovilli,
2001). Su queste di#erenze di ca-
rattere sociale si innestano altri ele-
menti, che incidono sui risultati ac-
cademici: solitamente chi proviene
da contesti meno favorevoli ha bi-
sogno di lavorare per mantenersi
agli studi, e questo elemento con-
diziona in termini negativi il rendi-
mento, come segnalano le analisi
condotte dal Consorzio AlmaLau-
rea
1
(Trombetti, Stanchi, 2006). L’in-
tenso processo di scolarizzazione
in atto da tempo nel nostro Paese,
infatti, non è stato !nora in grado
di consentire a tutti gli studenti, in-
dipendentemente dall’origine so-
ciale, pari opportunità formative e
occupazionali (Brint, 2002). Tutta-
via, secondo le ultime previsioni di
assunzioni rilevate nel 2008 da
Unioncamere, in collaborazione con
il Ministero del Lavoro, attraverso il
progetto Excelsior,
2
sebbene si re-
gistri ancora un signi!cativo calo
occupazionale, le imprese italiane
con!dano in una ripresa (Cavalli,
Facchini, 2001). In questo processo
la leva più importante da attivare è
quella delle Risorse Umane. Su un
totale di 827.890 assunzioni pro-
grammate nel corso del 2008, la ri-
chiesta più consistente è quella di
diplomati (335.280) (v. Tab. 1).
In termini relativi, i diplomati rap-
presentano il 40,5 della domanda di
lavoro complessiva riferita al 2008.
Anche la domanda di laureati conti-
nua a crescere. Notevoli le di#eren-
ze a livello territoriale, sia per i laure-
ati (v. Tab. 2), sia per i giovani diplo-
mati (v. Tab. 3). Se nel Nord-Ovest la
quota di laureati e diplomati richie-
sti dalle imprese arriva addirittura a
raggiungere il 56% (il 14% interes-
serebbe i titoli universitari, il 42%
quelli secondari superiori), nelle al-
tre ripartizioni la richiesta tende a
ridursi (Pedrizzi, Castrovilli, 2001;
Cammelli, 2005). Tuttavia, secondo
lo studio, nei prossimi anni circa il
54% delle assunzioni interesserà
personale con titoli di studio univer-
sitario o diploma superiore, in virtù
della progressiva crescita del fabbi-
sogno di laureati e diplomati del
tessuto produttivo italiano (Gaspe-
roni, 1996). Cresce infatti, a livello
nazionale la richiesta di !gure alta-
mente quali!cate da parte delle im-
prese (Trombetti, Stanchi, 2006).
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