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Per garantire continuità, sostegno e
metodo, il circolo di studio deve es-
sere dunque integrato in un sistema
organizzato che, attraverso azioni
di tutoraggio e coordinamento, pos-
sa garantire le condizioni migliori
per l’attivazione di autonomi pro-
cessi di apprendimento da parte dei
partecipanti. In questo senso il mo-
dello dei circoli dovrebbe essere in
grado di generare, in contesti diver-
si, un’offerta di opportunità educa-
tive come risposta diretta alla do-
manda precedentemente espressa
dagli stessi partecipanti.
Una tra le prime sperimentazioni
toscane del modello dei circoli di
studio si è svolta a Chiusi, grazie
alla collaborazione tra l’Ammini-
strazione Comunale ed il Centro
Studi Pluriversum di Siena. La
realizzazione dei circoli di studio
in un piccolo comune del Sud
della Toscana è stata un’espe-
rienza molto interessante, poiché
ha dimostrato come il modello
possa trovare applicazione anche
in contesti territoriali di dimen-
sioni limitate, valorizzando le
realtà culturali esistenti e svol-
gendo una funzione di promo-
zione e di “moltiplicazione” dei
saperi già presenti tra la popola-
zione locale.
Il progetto di Chiusi si è sviluppato
attraverso le seguenti azioni:
• coordinamento e monitoraggio
del progetto;
• informazione e promozione;
• analisi della domanda;
• formazione dei tutors;
• incontri di orientamento e pre-
parazione per la costituzione dei
Circoli di Studio;
• realizzazione di 20 Circoli di Stu-
dio;
• diffusione dei risultati.
L’azione di coordinamento ha ga-
rantito la pianificazione e la pun-
tuale organizzazione delle azioni
previste, con particolare attenzione
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
1937 ca.
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