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figure nella scuola con una diretta
responsabilità organizzativa e di-
dattica e con un ruolo propositivo
nelle stesse decisioni collegiali,
perché gli insegnanti non possono
essere sovraccaricati di compiti»
2
.
A fronte delle richieste sempre più
numerose che oggi vengono avan-
zate all’istituzione scolastica, la ca-
pacità di organizzarsi significa
ammettere che la scuola non può
fare tutto, ma che è necessario sce-
gliere, fissare dei paletti, stabilire
delle priorità. Come spiega Romei
(2001), non si tratta di una “ridu-
zione” indebita e squalificante, ma
la “selezione” (magari sofferta, ma
competente) è il presupposto e
l’essenza stessa della costruzione
della trama organizzativa finaliz-
zata al tentativo di governo della
complessità scolastica. L’approccio
organizzativo, dunque, si pone co-
me un contributo di metodo (il
“come”) per affrontare e gestire la
complessità della scuola. La peda-
gogia deve costruire gli orizzonti
di senso dell’azione scolastica (il
“cosa”, e il “perché”); deve certa-
mente indicare gli oggetti rilevanti
nel percorso di crescita delle perso-
ne, definire i modelli di riferimen-
to e le ipotesi circa le modalità di
insegnamento e di apprendimento
plausibilmente efficaci (Romei,
2001).
A partire da queste considerazioni
sullo “stato dell’arte”, rimane da
chiedersi quale sia il modello orga-
nizzativo più adeguato alle esigen-
ze dell’attuale sistema formativo.
Superata definitivamente la logica
centralistica e verticistica di deriva-
zione gentiliana, oggi l’autonomia
scolastica suggerisce l’opportunità
di soluzioni diversificate, conte-
stuali ed orientate all’apertura e al-
l’integrazione fra sistemi. Ogni sin-
golo istituto, pertanto, potrà adotta-
re il proprio modello organizzativo
sulla base delle risorse interne
(umane e strumentali), delle esigen-
ze espresse dal territorio e delle ca-
ratteristiche dell’offerta formativa
erogata.
Ciò, naturalmente, richiede l’acqui-
sizione di specifiche competenze or-
ganizzative non solo da parte dei di-
rigenti scolastici, come inizialmente
previsto dal DM 5 agosto 1998, ma
per tutto il personale della scuola e
soprattutto per i docenti. In tal sen-
so nel prossimo futuro sarà necessa-
rio prevedere adeguate integrazioni
ai percorsi formativi sia a livello
universitario (in particolare per quei
corsi che preparano alle professioni
educative) sia a livello di scuole di
specializzazione (si pensi alla SISS)
sia a livello di formazione continua
(corsi di aggiornamento per docenti
e capi d’istituto).
NOTE
1) N. Capaldo, L. Rondanini,
Gestire
e organizzare la scuola dell’autonomia
,
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2) C. Desinan (a cura di),
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Dipartimento dell’Educazione
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Orientamento e scuola
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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