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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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I
I CIRCOLI DI FORMAZIONE
DEGLI ADULTI
DALL’IDEA SVEDESE ALL’ESPERIENZA TOSCANA
Giulio Iannis
VERSO UN SISTEMA
DI EDUCAZIONE
PERMANENTE
Con il
Memorandum on lifelong lear-
ning,
l’Italia è entrata, assieme agli
altri paesi europei, nell’era della
conoscenza e dell’apprendimento
continuo. Questo significa che i no-
stri tradizionali modelli di appren-
dimento, di vita e di lavoro sono
destinati ad una rapida trasforma-
zione, in funzione dei nuovi modi
di sviluppo e gestione delle intera-
zioni sociali ed economiche. Il buon
esito della transizione dalle realtà
tradizionali ad un’economia e ad
una società basate sulla conoscenza
deve essere accompagnato da un
orientamento generale verso la dif-
fusione dell’istruzione e della for-
mazione permanente.
La scelta toscana, in questo senso, è
stata quella di creare un sistema di
educazione permanente che com-
prende sia l’educazione formale,
che porta ad un titolo di studio o ad
un attestato professionale, sia l’edu-
cazione non formale, che prevede
modalità di apprendimento meno
strutturate. In questo ambito, la Re-
gione Toscana ha promosso e soste-
nuto il modello dei Circoli di Stu-
dio, ovvero di attività formative or-
ganizzate per piccoli gruppi di cit-
tadini a partire dalla loro domanda
di formazione.
Il modello toscano di educazione
permanente si basa sull’idea di una
formazione:
• adeguata alle modalità reali con
cui i cittadini adulti apprendono
nella vita quotidiana e nel lavo-
ro;
• attenta alla domanda individua-
le di
sapere;
• indipendente dalle rigide logi-
che della formazione basata sul-
l’offerta;
• mirata a promuovere e rafforza-
re le capacità della popolazione
di fruire delle opportunità e dei
processi di apprendimento già
disponibili nel contesto locale;
• in grado di integrare percorsi
formali e non formali.
In questo senso l’idea dei Circoli di
Studio rappresenta una soluzione
ottimale per lo sviluppo di questo
modello e per la piena diffusione
della formazione permanente verso
tutta la popolazione del territorio
toscano.
Il circolo di studio (
Studiecirkel
)
1
è
una struttura pedagogica, sistema-
tizzata in Svezia da Oscar Olsson
all’inizio del secolo scorso. In Sve-
zia questo tipo di formazione van-
ta una tradizione molto importante
e positiva, che si è poi diffusa in al-
tri paesi del Nord Europa. Nel
1912 lo Stato svedese iniziò a fi-
nanziare dei circoli di studi lettera-
ri, mentre dal 1947 i circoli di stu-
dio organizzati da associazioni
educative beneficiano di sovven-
zioni pubbliche per coprire le spe-
se relative agli istruttori, al funzio-
namento e al materiale didattico.
Ancora oggi in Svezia vengono at-
tivati ogni anno circa 320 mila cir-
coli di studio, con una diffusione
che raggiunge il 75% della popola-
zione adulta. I circoli di studio rap-
presentano una modalità didattica
con cui si organizzano molte delle
attività formative all’interno delle
aziende, delle istituzioni, del mon-
do dell’associazionismo.
Il circolo, nella tradizione svedese,
è un piccolo gruppo di persone
che si riuniscono volontariamente
per un lungo periodo di tempo al
fine di partecipare ad attività orga-
nizzate di carattere culturale o pe-
dagogico. Non è sempre necessa-
ria la presenza di un formatore,
ruolo che può essere svolto da uno
dei partecipanti. L’idea del piccolo
gruppo è un aspetto molto impor-
tante, in quanto, mancando la fi-
gura del formatore, è necessario
che il gruppo sia ristretto, in modo
da organizzare più facilmente e
più efficacemente i processi di ap-
prendimento. Poiché non c’è la fi-
gura ben definita di un formatore,
il
circolo di studio
ha una forte va-
lenza di autonomia e autogestio-
ne, tanto che nel processo di costi-
tuzione del circolo la prima fase è
sempre dedicata alla definizione
comune degli obiettivi formativi e
delle modalità di lavoro del grup-
po. Da una parte vi è la necessità
che le persone che partecipano sia-
no in grado di interagire all’inter-
no del gruppo, ma al tempo stesso
occorre che questa modalità di ap-
prendimento sia supportata da un
sistema, da un’organizzazione in
grado di promuovere, progettare e
monitorare tutte le attività del cir-
colo stesso.
l circolo favorisce
l’incontro e l’autonomia
dei partecipanti: ogni
persona deve infatti
partecipare attivamente,
valorizzare e trasferire i
propri saperi all’interno
del gruppo, ottimizzando i
propri tempi di studio e di
apprendimento. Gli adulti
hanno modo di rientrare
in formazione e riattivare
quindi il proprio percorso
di apprendimento
individuale