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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 50
medici, della maestra Paola e delle psi-
cologhe, l’ha confortato tantissimo. Ha
intuito subito che non sarebbemai stato
solo e che tutti l’avrebbero affiancato
nel percorso appena intrapreso. Insie-
me a loro, si è preparato per l’esame e
lo ha superato.
La scuola
come percorso
educativo di
apprendimento e
di scoperta delle
proprie capacità,
identità e virtù
L’organizzazione è stata impeccabile
”,
dichiara Iacopo. “
La vicepreside della
scuola di Aviano si è dimostrata molto
collaborativa, e ha spedito le prove so-
stenute in ospedale ai miei professori di
Gorizia, che le hanno corrette. Era una
cosa che non speravo, ma cui tenevo
veramente
”.
Non posso immaginare quanto
questo abbia comportato in termini di
tempo, chiamate e impegno
”, sostiene
la mamma di Iacopo, “
ma è certo che
mio figlio ha potuto presentarsi all’e-
same con l’emozione dei suoi 13 anni
e, soprattutto, ha potuto esserci. Iacopo
è un gran curioso, ha sempre amato
la scuola. All’improvviso tutto è stato
bruscamente e brutalmente interrotto:
le lunghe degenze in ospedale e la ma-
lattia fortemente invalidante gliel’hanno
sottratta.
Scosso e sradicato dal suo ambiente,
aver saputo del Progetto Scuola-Ospe-
dale ha rinfrancato lui e permesso a noi
di non focalizzarci solo sulla malattia,
ma di ritrovare in Iacopo un figlio e un
fratello con nuove esigenze. Vederlo ri-
prendere le lezioni, i compiti, la voglia di
predisporsi all’esame è stato fondamen-
tale per riappropriarci di quella normali-
tà di cui avevamo un disperato bisogno.
Accorgendosi, poi, che Iacopo è un
musicista appassionato, e suona il vio-
lino e il pianoforte, la maestra Paola ci
ha accompagnati a due indimenticabili
concerti alla Concert Hall della Fazioli.
Quell’avventura ha lasciato un segno
indelebile in Iacopo, tanto che ne ha
fatto oggetto del suo tema d’esame, e
continua a parlarne.
Come mamma, posso dire che riac-
quistare la sua identità di studente ha
aiutato mio figlio a sopportare le cure,
a conservare il suo attaccamento alla
vita e a guardare al futuro
”.
Questo dovrebbe fare la scuola: edu-
care, dal latino ‘ex ducere’, condurre fuo-
ri, sprigionare da uno spazio chiuso le
infinite possibilità del mondo, e porle
nelle mani dei ragazzi. In altre parole,
essere divergente. Come la Scuola-
Ospedale dell’Area giovani.
Alessandra Merighi
Docente IIS “F. Flora”
Pordenone
Stefano Comelli, Nuvola, 2012,
Alabastro, 26x28x25 cm
1...,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38 40,41,42,43,44,45,46,47,48,49,...83
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