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ORIENTAMENTO E LAVORO
Coetzee (2008) in un modo assai inte-
ressante anche dal punto di vista pratico
poiché specifica differenti categorie di
risorse che possono diventare il bersa-
glio di interventi differenziati promossi
dai servizi di sostegno all’occupabilità.
L’autrice considera queste categorie:
risorse derivanti dalle preferenze e valori
attribuiti alla carriera
che costituiscono
lo schema personale sul quale tracciare
i passi che un individuo intende segui-
re;
risorse abilitanti la carriera
(come
le competenze altamente trasferibili e
quelle di interazione con gli altri),
risorse
energetiche e motivazionali che guida-
no la carriera
(propositi, auto-direzione,
coraggio di avventurarsi),
risorse che ar-
monizzano e regolano la carriera
(con-
sapevolezza e stima di sé, adattabilità,
controllo emozionale) potenziando fles-
sibilità e resilienza rispetto agli ostacoli.
Come si può notare si tratta in gran
parte di attributi del
self
variamente
operazionalizzati nell’ambito della ri-
cerca (si potrebbero infatti aggiungere
gran parte dei costrutti simili accennati
sopra come l’identità, la
self-efficacy
, il
self-management,
le àncore di carriera,
Toderi e Sarchielli, 2013) che operano
in senso lato come
meta-competenze
in grado di:
• sostenere la pro-attività necessaria
alla persona nel progettare la pro-
pria vita, nel prendere decisioni,
nell’apprendimento continuo, nella
soluzione di problemi non familiari,
nelle strategie di autoregolazione del
proprio rapporto con il lavoro e di
adattamento ai rapidi cambiamenti
del contesto;
• facilitare l’acquisizione di altre com-
petenze o s
kills
più specifiche (ad
esempio, quelle connesse con i ruoli
e le domande lavorative concrete)
funzionali ad accrescere l’
expertise
professionale e l’occupabilità.
Ciò che preme sottolineare è l’impor-
tanza di uno dei meccanismi fondamen-
tali che entrano in gioco, direttamente
o indirettamente, nella costruzione di
tali differenti risorse psicosociali:
l’auto-
riflessività.
Il ruolo della riflessione è sta-
to ampiamente affrontato nei contesti
formativi come processo connesso con
l’
apprendimento significativo
poiché
esso enfatizza l’intenzione della persona
di acquisire conoscenze e competenze
anche riflettendo sull’esperienza fatta.
Inoltre, soprattutto nei contesti lavorati-
vi, le pratiche riflessive hanno un rilievo
nella formazione di un professionista
in grado:
1)di gestire attività complesse e non
standardizzabili usando le sue abilità
nel riorganizzare e padroneggiare le
proprie conoscenze, capacità e orien-
tamenti affettivi;
2)di riconoscere una significativa con-
nessione tra il suo
self
(e i suoi vari
attributi) e il lavoro, espressa nei ter-
mini di identità, autoconsapevolezza
e senso di iniziativa personale.
Si è osservato che la riflessione su
questi aspetti, attivata da pratiche rifles-
sive sistematiche, rinforza il ruolo cen-
trale della persona nel padroneggiare il
contesto, nel dirigere le scelte da pren-
dere e nell’imparare dall’esperienza ciò
che è importante per un’azione efficace
(Helyer, 2015).Un discorso analogo può
essere fatto in tema di occupabilità dal
momento che riflettere ovvero vagliare
e valutare ciò che è stato sperimentato
in pratica e nelle differenti situazioni per-
mette alla persona di rendersi conto dei
propri punti di forza e di debolezza che
spesso restano sullo sfondo rallentando
così la crescita e il senso di auto-efficacia
della persona stessa.
RIFLESSIONE E
RIFLESSIVITÀ
Riflettere non significa semplicemente
applicare una regola di soluzione a un
problema routinario né solo pensare in
modo più mirato a qualche cosa che si
presenta più complicato del solito, è
molto di più. Con riferimento alle risor-
se psicosociali della persona, l’atto del
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