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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
sul quadro di riferimento per la coope-
razione territoriale ed il coordinamento
transnazionale di iniziative e misure di
policy che vede i territori appartenenti
agli stati membri inseriti in un quadro
più strutturato e stabile.
La dimensione amministrativo-istitu-
zionale interna, in particolare per quanto
concerne il livello di riferimento per il
progetto che è stato quello regionale,
registra una forte disomogeneità. Si va
da contesti, come il Montenegro, in cui
questo livello semplicemente non esiste
per ragioni dimensionali coincidendo
con quello nazionale, a assetti in cui le
regioni sono mere aggregazioni stati-
stiche e/o cosiddette “di sviluppo” o “di
coesione” dotate di scarse o addirittura
nulle competenze originarie, devolute
o concorrenti (Bulgaria, Romania, Ser-
bia e Slovenia anche se a livelli diversi),
a ripartizioni amministrative e territoriali
in cui le regioni sono organi intermedi
di governo con numerose competenze
anche originarie (Austria ed Italia), potere
legislativo ed notevole decentramento
amministrativo e fiscale. Queste tipolo-
gie di decentramento si traducono in
un diverso grado e possibilità di artico-
lazione delle politiche – in particolare
quelle legate all’IFP - in base alle risorse
e capacità dei territori. Tuttavia vi sono
altri fattori che spiegano la presenza o
meno di policy-maker e di altri cosiddetti
portatori d’interesse a livello regionale e
sub-regionale, quando questi livelli so-
no esistenti e godono di un livello suffi-
ciente di competenze e risorse. Il fattore
certamente più rilevante è il grado di
decentramento e/o deconcentrazione
delle specifiche politiche e, nel caso dei
sistemi e delle politiche relative all’IFP e
alla formazione permanente il livello di
decentramento è in media certamente
elevato se paragonato ad altre politiche
la cui struttura di governance è stata ana-
lizzata nel corso del progetto (politiche
migratorie, politiche del lavoro e politiche
sociali), ma varia fortemente da territo-
rio a territorio. Si va infatti da un assetto
centralizzato in Serbia e Slovenia, ad una
situazione di decentralizzazione limitata
al livello di pianificazione/programma-
zione ed implementazione delle policy
(Austria, Grecia e Bulgaria) al caso italiano
che vede il completo decentramento
della IVET e la centralizzazione della VET.
La dimensione socio-economica è
certamente quella in cui i differenziali
territoriali, caratterizzati come ricordato
da un gradiente est-ovest, si allargano.
Considerando il Pil pro-capite regionale
calcolato da Eurostat a parità di pote-
re di acquisto (PPA) per le 272 regioni
dell’UE-28
3
, si osserva che la regione di
Vienna, partner di progetto, risulta all’11-
esimo posto della graduatoria (Pil pro-ca-
pite PPA pari al 165% della media UE-28),
mentre la regione di sviluppo romena
Nord-Vest, a cui appartiene la contea di
Bistrita-Nassaud la cui capitale Bistrita ha
partecipato al progetto, presenta un Pil
pro-capite PPA pari al 44% della media
UE-28 e fa parte delle 10 regioni europee
con i valori più bassi tra cui compare an-
che la regione bulgara di Severozapaden
che comprende la provincia di Vratsa
partner di progetto, il cui Pil pro-capite
PPA è pari al 29% della media UE-28, ul-
tima regione della graduatoria. Anche
tra le regioni italiane che hanno parte-
cipato al progetto MMWD – Abruzzo,
Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna
- i differenziali sono importanti anche
se decisamente contenuti rispetto alla
variazione osservabile sull’intero parte-
nariato: si va, infatti, dall’87% della media
UE dell’Abruzzo al 116%del Friuli-Venezia
Giulia ed al 125% dell’Emilia Romagna.
Queste dimensioni si compongono
ed articolano a formare contesti affatto
diversi (si va infatti da aree che rappre-
sentano poli di sviluppo che attivano
flussi centripeti in termini d’investimenti
e capitale umano ad aree in forte crisi
che devono gestire flussi centrifughi)
quanto a finalità e capacità di gestione
delle politiche educative e nello speci-
fico dei sistemi di orientamento. Infatti
se una capitale come Vienna (o una re-
gione come l’Emilia-Romagna) si pon-
gono obiettivi ambiziosi come quello
1...,88,89,90,91,92,93,94,95,96,97 99,100,101,102,103,104,105,106,107,108,...114
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