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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
scutere serenamente di problematiche
relative sì alle scelte di studio/lavoro,
ma anche di vita, dei dubbi, incertezze,
desideri conflitti o problemi anche più
personali.
Tutto questo ha portato la neces-
sità di pensare ad un modello di ap-
proccio integrato tra vari servizi in
grado di offrire , pur nel differenziarsi
di competenze e funzioni, una rispo-
sta variegata alla sfaccettata domanda
implicita o esplicita degli studenti; un
modello volto a superare la separazio-
ne abbastanza netta tra orientamento
e consultazione psicologica a favore di
servizi centralizzati in cui riunire le di-
mensioni della consulenza informativa,
del counselling di orientamento foca-
lizzato sulla persona e del counselling
psicologico.
Ne è nata una struttura centralizzata,
prossima ma non coincidente con il
sistema universitario, anche dal punto
di vista della collocazione, che propone
servizi di accoglienza, informazione,
orientamento alle scelte di studio e
professionali, counselling psicologico e
psicoterapia breve impostata secondo
una visione unitaria dei servizi stessi e
che, pur non potendo coprire la tota-
lità dei bisogni, cerca di rispondere il
più ampiamente e approfonditamente
possibile, facilitando al contempo per
l’utente l’individuazione dei servizi nella
loro varietà e ampiezza; l’ integrazione
fra funzioni e professionalità diverse
inoltre, si rivela capace di portare arric-
chimento e sviluppo reciproci anche
agli operatori.
Vengono descritte le modalità di
intervento e di organizzazione delle
attività, con particolare attenzione
all’accoglienza, momento cruciale in
un contesto in cui le domande sono le
più disparate e in cui, forse più spesso
che in altri contesti più chiaramente
definiti (per es. servizi sociali o azien-
de sanitarie) la domanda esplicita na-
sconde richieste più profonde e meno
consapevoli; l’accoglienza deve perciò
essere altamente indifferenziata (il che
peraltro presuppone professionalità
esperte), e non può limitarsi a dare ri-
sposta alla domanda esplicita, ma deve
accostarsi alla persona con l’intento di
costruire nella relazione una occasione
di differenziazione del bisogno.
Nella seconda parte la prospettiva
è quella del clinico, con gli occhi del
quale si entra prima di tutto nel merito
del metodo utilizzato e dei supporti
teorici allo stesso. Il modello teorico
di riferimento, come spesso esplicita-
to da chi scrive, è quello psicanalitico.
Attraverso il modello teorico si cerca di
leggere e non solo di dare risposte ai
bisogni degli utenti, ma anche di riflet-
tere sulle domande a volte complicate
e annose che si pongono gli operatori
(quale tipo di intervento in un simi-
le contesto, quale setting, è possibile
una psicoterapia breve, quali sono gli
obiettivi, i limiti, le difficoltà); in questo
senso la scelta dell’approccio risponde
secondo gli autori alla esigenza di una
teoria “ che non blocca il pensiero, che
pone alla realtà ulteriori interrogativi”.
Il protocollo prevede prima di tutto
un “percorso di individuazione”, un’at-
tività consulenziale finalizzata ad una
analisi della domanda e alla risposta
alla richiesta formulata, attraverso lo
strumento del colloquio clinico ad
orientamento dinamico. A questo
possono seguire tre strade: il rinvio a
strutture dedicate, o un percorso di
sostegno quando siano già presenti le
risorse personali che vanno rinforzate,
o un percorso di approfondimento e
focalizzazione per dare un nuovo signi-
ficato alle richieste poste e dare nuove
possibili rappresentazioni di sé e del
problema o invio a struttura esterna.
La descrizione dell’esperienza prose-
gue poi con una rappresentazione del
profilo degli studenti incontrati, e delle
problematiche proposte, sempre in
chiave psicodinamica. In questo senso
assume particolare rilevanza anche una
analisi delle modalità di arrivo (mezzi
utilizzati quali presentarsi di persona,
telefonare o inviare una mail) e di pre-