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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
più materia grigia, migliore proprietà e
scorrevolezza del linguaggio.
Ma cosa e come si può insegnare ad
un neonato a partire dai primi mesi di
vita? È certamente un insegnamento
non di tipo formale dato che il bambino
a questa età non è in grado di compiere
elaborazioni consapevoli.
L’interazione e la comunicazione orale,
in questo caso con l’insegnante/tutor e
il gioco, come nell’apprendimento in
natura del bambino, sono le modalità
peculiari di questi approcci.
L’uso di ausili che catturano l’attenzio-
ne del bambino come filmati, immagini
e suoni è sicuramente un altro aspetto
proprio di questi metodi.
Infine, il ruolo dei genitori è, in quasi
tutti i metodi, importante per creare un
ambientemotivante e di consolidamen-
to degli obiettivi prefissati dal corso.
LA SECONDA LINGUA
IN ETÀ PRESCOLARE
L’apprendimento delle lingue a livello
prescolare è promosso dall’Unione Eu-
ropea all’interno del quadro strategico
per l’istruzione e formazione, ET 2020
(Gazzetta ufficiale C. 119 del 28.5.2009),
dove un gruppo di esperti ha avuto il
compito di analizzare le problematiche
relative all’acquisizione delle lingue in
questa fascia di età ed ha stilato, nel
2011, una serie di linee guida, dove, tra
l’altro, si afferma che cominciare presto
a parlare una o più lingua favorisce lo
sviluppo generale del bambino, il suo
potenziale affettivo, sociale e cognitivo,
abituandolo al pensiero flessibile. Inoltre
l’apprendimento precoce delle lingue
straniere contribuisce a rinforzare le abi-
lità linguistiche della lingua primaria
(Romano, 2012).
Vanno però segnalati, al di là degli
indirizzi dati dall’Unione Europea, anche
gli aspetti meno vantaggiosi dell’ap-
prendimento precoce di una lingua:
se iniziare prima permette di imparare
con meno sforzi e di raggiungere livelli
di competenze simili alla lingua nativa è
anche vero che questo tipo di appren-
dimento è più lento e necessita di una
maggiore quantità di stimoli rispetto a
quello dei discenti più grandi che pos-
siedono una maggiore consapevolezza.
In generale, la questione dei vantaggi
dell’apprendimento in età molto pre-
coce è ancora dibattuta (Abello-Con-
tesse et al., 2006) poiché ancora non
è stato ben definito proprio il periodo
ottimale dell’apprendimento della se-
conda lingua
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che per alcuni studiosi
non coincide con il
periodo ottimale
dell’apprendimento della lingua nativa.
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Negli ultimi vent’anni si sono moltipli-
cate le esperienze di insegnamento con
bambini piccoli sia in ambito privato che
in quello pubblico, come negli asili nido,
e così pure varie sono le tipologie dei
corsi
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anche se non sempre supportati
da una valutazione obiettiva dei risultati
raggiunti
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.
Al netto delle differenze tra i diver-
si metodi il bambino è accompagna-
to attraverso le fasi dell’
ascolto
, della
comprensione
e del
parlare
(l
istening,
understanding, speaking
) e soltanto
più tardi si prende in considerazione la
lettura
e la
scrittura
(
reading, writing
) e
quindi anche la grammatica.
Nella fase dell’ascolto i bambini, a par-
tire dai primi mesi di vita, sono messi in
contatto con codici linguistici diversi da
quelli familiari e sono stimolati, attraver-
so una
total immersion
, a cogliere gli
aspetti percettivi legati alla prosodia
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e alla fonologia
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.
Così come i genitori parlano con i figli,
utilizzando una gran varietà di parole,
espressioni e frasi in diversi tempi verba-
li, nei metodi di insegnamento della se-
conda lingua sono riprodotte analoghe
situazioni per facilitare la comprensione.
Fondamentale è l’insegnamento attra-
verso il gioco, ad esempio con storie e
racconti vissuti in prima persona o la
partecipazione alle attività quotidiane
della vita del bambino, anche attraverso