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ORIENTAMENTO
reciproca, in ragione delle scoperte che
entrambi i membri hanno vissuto strada
facendo, affidandosi allo scrivere. Lo scam-
bio delle pagine, la lettura vicendevole, il
farsi domande laddove taluni passaggi di
vita risultavano sbiaditi, la tensione verso
il miglioramento dello stile narrativo, han-
no determinato il nascere di un’alleanza
educativa.
L’empatia inevitabilmente generata dal
lavoro assiduo a due, da un ascolto che è
divenuto lettura, ha consentito ai parteci-
panti delle due generazioni di raggiungere
un’intimità narrativa generatrice di fiducia
e auto-soddisfazione.
In terza, dove i nonni degli studenti sono
stati ospitati per il racconto della propria
storia di vita, o dove ci si è dedicati al blog
autobiografico, si sono modificati maggior-
mente gli stereotipi che designavano gli
anziani poco tolleranti e piuttosto dipen-
denti ed è stato riconosciuto loro il valore
dell’esperienza.
“Dopo tutto questo lavoro devo rin-
graziare il nonno di avermi raccontato
delle cose della mia infanzia che ne-
anche sapevo e di avermi insegnato
il rispetto per gli anziani e la neces-
sità di mantenere saldi i legami tra
generazioni. Il rapporto che ho con il
nonno è un rapporto molto speciale
che è diverso da quello che ho con i
miei genitori, perché in lui riscontro
molta più saggezza. Grazie a lui posso
vedere il mondo con altri occhi che
non sono i miei, ma che sono occhi di
una persona che, avendo avuto molte
esperienze, sia belle che brutte, ha
saputo trarre da esse degli insegna-
menti. Vorrei avere la capacità di met-
tere in pratica questi insegnamenti”.
[Marco, classe II]
“Questa occasione ci ha fatto riflettere
sulla relazione tra giovani e adulti. Alle
volte si vive vicini senza pensare tanto
alle cose di ogni giorno, ma parlando
con mia nonna ho capito che ci so-
no aspetti importanti nelle relazioni
familiari. Questa occasione ha fatto
crescere nella nonna il desiderio di
seguirmi di più nella mia crescita e di
interessarsi di più a quello che faccio,
sia a scuola, sia nelle attività non sco-
lastiche”. [Ettore, classe II]
“Questo lavoro a quattro mani con
la nonna è stato veramente interes-
sante: ho potuto riflettere sul ruolo
importantissimo che ha nella mia vita.
Capisco veramente che l’affetto dei
nonni per i nipoti è una cosa molto
particolare, unica, che li spinge a fa-
re anche dei grandi sacrifici per loro.
Spero di imparare dalla nonna questa
stessa disponibilità all’aiuto e alla con-
divisione”. [Stefania, classe II]
Non è solo l’età ad aver reso interes-
santi i racconti di un passato lontano; vi
sono soprattutto ragioni civili e pedago-
giche, oltre che storiche, che rendono
oggi quasi necessario custodire preziose
testimonianze di questo tipo. Dare l’op-
portunità alle generazioni più giovani
di sapere, di comprendere le realtà di
vita di chi le ha precedute, è pur sempre
storia; una storia “parlata”, più vicina a chi
ascolta e per questo più comprensibile e
significativa della Storia studiata a scuola,
di cui spesso rimane un’eco lontana fatta
di guerre, eroi, re ed imperatori. Apri-
re e tenere aperto il canale del dialogo
intergenerazionale ha significato per i
più giovani accostarsi al passato delle
donne e degli uomini dalle esistenze
quotidiane, simili alle loro, di cui i libri
raramente conservano memoria, ma che
con le loro gioie e sofferenze quotidiane
hanno contribuito a costruire il mondo
nel quale essi vivono.