QUADERNI_45 - page 15

a destra,
Balcone in Provenza
, 1957,
75x100 cm, tempera su carta.
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ORIENTAMENTO
dei 77 del gruppo con gli anziani in casa),
viaggiare fino a 60 (a fronte dei quasi 74
del gruppo con gli anziani in casa); ma si
tratta per lo più di studenti immigrati con
cultura e stili di vita profondamente diversi
da quelli europei.
Di fronte alla proposta di realizzare at-
tività scolastiche con gli anziani, si nota il
maggiore desiderio di contatto da parte
di chi non vive con loro; anche se dichiara
che si sentirebbe in sintonia circa il 63%
degli intervistati e che proverebbe inte-
resse circa l’80%
Gli stereotipi delle giovani generazioni
L’indagine fin qui svolta ha messo in evi-
denza che la conoscenza degli anziani è
sì mediata dai mezzi di comunicazione di
massa che tendono a rinforzarne le im-
magini stereotipate, ma anche influenzata
dall’esperienza vissuta in famiglia, con i
propri nonni. Gli anziani rischiano, pertanto,
di essere una tipologia, o troppo astratta o
troppo vicina a livello affettivo e i giovani
rischiano di trovarsi, così, disorientati tra
l’ambivalenza delle descrizioni dei mez-
zi di comunicazione e il proprio vissuto
relazionale.
Quali sono i luoghi di contatto per vive-
re esperienze più dirette dei ‘veri’ anziani?
Quali interventi educativi è opportuno
realizzare per avviare un confronto e un
contatto diretto tra le generazioni, in modo
che i ragazzi possano realisticamente con-
siderare gli anziani una risorsa per la società
e ri-orientare il dialogo tra generazioni?
Prima di focalizzare l’attenzione su que-
ste questioni, si ritiene opportuno analiz-
zare i risultati del test somministrato agli
anziani.
I risultati del questionario rivolto agli
anziani
I questionari miravano a cogliere gli at-
teggiamenti degli anziani verso se stessi
e verso gli adolescenti (auto ed etero-ste-
reotipo), a verificare la disponibilità alla
realizzazione di attività in gruppi inter-
generazionali, a misurare la propensio-
ne alla trasmissione di competenze e alla
condivisione di conoscenze; tutti requisiti
che avrebbero, poi, potuto ri-orientare lo
scambio tra generazioni.
I dati relativi alla domanda: “
Sarebbe di-
sposto ad insegnare ad un adolescente a..”,
evidenziano una maggiore disponibilità
delle femmine. Tra i maschi, si nota che
con l’aumentare dell’età si passa da inse-
gnamenti che implicanomaggiore parteci-
pazione
fisica
, ad altri legati più all’aspetto
comunicazionale.
L’84,8%degli anziani è propenso amette-
re a disposizione degli altri le proprie com-
petenze; il 67,8% il proprio tempo libero. I
più disponibili sono quanti hanno meno di
65 anni; gli anziani tra i 70 e i 75 preferisco-
no ricevere formazione dagli adolescenti,
piuttosto che darne.(con riferimento all’uso
delle nuove tecnologie).
Il 97,7% è favorevole a collaborare con i
giovani e considera che si possano condi-
videre i propri saperi indipendentemente
dall’età, creando legami intergenerazionali
più forti.
Il profilo degli anziani (autostereotipo)
L’analisi dell’autostereotipo (Cfr. Fig. 4),
relativamente alle condizioni psico-fisiche
ed intellettive fa emergere il profilo di una
popolazione abbastanza forte (probabil-
mente l’accezione assegnata alla parola
connota il carattere), abbastanza curiosa
e attiva, anche se un po’ lenta.
Riguardo alla rete delle relazioni, gli an-
ziani si descrivonomolto socievoli, affidabili
e amichevoli, abbastanza integrati, espres-
sivi e chiacchieroni.
Nei confronti del mondo si percepiscono
abbastanza generosi, divertenti, concreti,
altruisti, tolleranti ed esperti.
Il profilo degli adolescenti secondo gli
anziani (eterostereotipo)
L’analisi dei dati relativi all’eterostereotipo
(Cfr. Fig. 5) registra una evidente conver-
genza con quelli dell’autostereotipo. Le po-
sizioni più nette definiscono gli adolescenti
ben integrati, molto socievoli e divertenti,
amichevoli e chiacchieroni.
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