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ORIENTAMENTO SCUOLA E FORMAZIONE
L
Le nuove architetture
scolastiche dovranno
ispirarsi agli antichi
valori di di solidità,
utilità e bellezza,
ma saper rispondere
efficacemente ai bisogni
formativi attuali e del
futuro.
In un ambiente
pienamente inclusivo
tutte le barriere saranno
rimosse a favore della
partecipazione e
dell’apprendimento di
ogni allievo
NUOVE ARCHITETTURE,
AMBIENTI O CONTESTI
DI APPRENDIMENTO?
In Italia attualmente ci sono circa 40.000
sedi scolastiche, gran parte di vecchia co-
struzione, progettate e costruite per ri-
spondere efficacemente a modelli culturali
e bisogni formativi della prima metà del
secolo scorso.
1
La maggior parte delle
classi scolastiche è stata quindi ereditata
dal passato per forma, dimensione, lumino-
sità e attrezzature tecnologiche. All’interno
del recente “Piano per l’edilizia scolastica”il
Governo ha stanziato fondi per oltre due-
cento milioni di euro destinati alla costru-
zione di 404 nuove scuole (DPCM 13 e 30
giugno 2014). È sicuramente un’occasione
importante per poter pensare al futuro
della formazione scolastica e ai suoi scopi,
a partire dalla considerazione che in pochi
anni in Italia e nel mondo ci sono stati no-
tevoli cambiamenti sociali ed economici.
Le nuove architetture scolastiche do-
vranno ispirarsi agli antichi valori di “firmi-
tas”, “venustas” e “utilitas”, cioè di
solidità,
utilità
e
bellezza
(AAVV, 1996), ben chiari
a Vitruvio e agli architetti del passato, ma
saper rispondere efficacemente ai
bisogni
formativi attuali e del futuro
. Queste nuove
scuole si potranno ispirare a scuole inno-
vative già esistenti in Trentino, in Emilia
Romagna e nel Nord Europa.
Una di queste, “Hellerup school”, si trova
in Danimarca, ed è un esempio di recente
costruzione di possibile scuola del futuro.
In questa scuola la struttura è a “pianta li-
bera” cioè non esistono muri portanti che
creano spazi parcellizzati e rigidi come nelle
nostre classi, ma grazie a pareti divisorie
modulabili, si possono ottenere contesti
per l’apprendimento flessibili e multimo-
dali. A seconda delle esigenze didattiche,
gli studenti, possono essere suddivisi in
laboratori in piccoli gruppi o in gruppi più
grandi, omogenei per età, e seguire dei
workshop tenuti dai docenti. Nel modello
danese inoltre, il docente è affiancato nella
didattica anche da un pedagogista.
Se molte delle nuove scuole previste dal
Piano Scuola avessero queste caratteri-
stiche progettuali e formative saremmo
pronti, oggi, ad un salto pedagogico e di-
dattico anche in Italia?
In generale, tutti
i programmi per le scuole come quella
danese, hanno posto l’attenzione
sull’in-
novazione pedagogica come fattore che
doveva precedere l’innovazione architet-
tonica
(Indire, 2012).
Anche per questo motivo, per innovare
la scuola attuale, oltre alla progettazione di
nuove architetture scolastiche, la riflessione
si dovrebbe spostare sulla
didattica
e forse,
anche sul
ruolo del docente
, che dovrebbe
essere formato per progettare e realizzare
didattiche innovative e didattiche inclusive.
I docenti dovrebbero acquisire nuove
competenze per poter sviluppare proces-
si formativi “significativi” negli studenti di
oggi, quali saper sviluppare l’auto-appren-
dimento, il pensiero critico, la creatività, la
COSTRUZIONE DI AMBIENTI
DIDATTICI E CONTESTI DI
APPRENDIMENTO INCLUSIVI
VERSO UNA NUOVA ECOLOGIA
DELLA CLASSE
Silvio Bagnariol
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