IN MEMORIA
Negli anni successivi, in Europa,
emergeva crescente l’impulso verso
servizi di orientamento continuo,
rappresentato nell’espressione inter-
nazionale con “life long guidance”
complementare al già diffuso “life
long learning”, e l’Italia si appresta-
va a riformare i servizi per l’impiego
inserendo massicciamente, ope legis,
l’orientamento tra i servizi obbligato-
ri di politica attiva di lavoro da offrire
ai lavoratori disoccupati. Contestual-
mente, venivano smantellati i pochi
Centri di orientamento dedicati pree-
sistenti presso alcune regioni, per ri-
disegnare i servizi orientativi all’in-
terno dei nuovi Centri per l’Impiego.
Parallelamente si assisteva ad una
proliferazione di progetti “di orienta-
mento”, sostenuti dal Fondo Sociale
Europeo e gestiti nell’ambito dei si-
stemi formativi regionali.
Sono di quegli anni il crescente
dibattito nazionale sulla figura del-
l’orientatore, sull’accreditamento
delle sedi orientative e sui tentativi,
purtroppo naufragati, di inquadrare
le azioni orientative in una prospetti-
va di sistema. È questo unmomento di
grande effervescenza e incertezza in
cui emergeva, non sempre ascoltata,
la straordinaria capacità di Maria Lui-
sa di essere attivamente presente nei
processi, guadagnandosi sul campo,
come ben dice Pier Giovanni Brescia-
ni nel ricordo che ha scritto per Lei su
“Professionalità”, n. 102 del 2008, la
reputazione di principale riferimento
scientifico-culturale e metodologico
per l’orientamento in Italia.
Molti altri esperti di orientamento
sono emersi in questo periodo, ma
nessuno come lei ha saputo muoversi
su tutti i livelli, passando dalle com-
missioni ministeriali alte ai piccoli
progetti locali e trasformando inde-
fessamente i costrutti teorici offerti
dalla ricerca psicosociale in azioni
professionali e strumenti operativi.
In quel periodo non avevamo attività
in comune, ci si sentiva e ci si incon-
trava a margine dei convegni per uno
scambio di opinioni ma, essendo i no-
stri Centri regionali di orientamento
toccati marginalmente da tale movi-
mento, abbiamo potuto impegnarci
su altri fronti, quali il sistema infor-
mativo Online, la rete con il Centro
Risorse nazionale, l’avvio di una linea
di servizio con gli adulti, la sperimen-
tazione del dispositivo del bilancio di
competenze e gli interventi per con-
trastare la dispersione scolastica.
Tutto ciò ha portato anche noi,
e siamo al 2003, a sintetizzare le
esperienze in un importante in-
tervento di sistema, che si concre-
tizzava nel progetto RiTMO e che
ha visto la professoressa Pombeni
ritornare in Friuli Venezia Giulia,
impegnata nella doppia veste di re-
sponsabile scientifico e di gestore
diretto di alcune azioni di partico-
lare valore innovativo e strategico.
In questa sede non posso riesporre
gli obiettivi ed i risultati di RiTMO,
per i quali rimando all’ampia docu-
mentazione fornita, anche tramite
questa rivista,
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ma voglio far emer-
gere la qualità e l’originalità del suo
apporto soprattutto nelle azioni in-
novative.
Abbiamo sperimentato la funzio-
ne catalizzatrice dei Centri dedicati
in un sistema di orientamento inte-
grato,
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organizzando professional-
mente la funzione di accoglienza e
informazione con pari dignità della
consulenza e dell’assistenza tecnica
alle scuole e abbiamo poi realizzato
molteplici altri strumenti, iniziative e
tavoli tecnici e servizi a supporto del
sistema, uno fra tutti il Centro risorse
regionale, che hanno dato lo spunto
per altri successivi progetti in FVG e
altrove.
A mio parere, però, il meglio di sé,
Maria Luisa lo ha dato in alcuni per-
corsi sperimentali,
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che hanno per-
messo di testare alcune intuizioni
innovative e di modellizzare percorsi
orientativi trasversali, che sono ri-
sultati particolarmente efficaci pro-
prio con gli utenti più deboli, quali i
disoccupati adulti o i drop out della
scuola. Uno di questi filoni in parti-