IN MEMORIA
A MARIA LUISA POMBENI
in ricordo di un cammino comune
Piero Vattovani
N
on è pensabile poter uscire
con un nuovo numero della
rivista “Quaderni di orienta-
mento” senza un ricordo per Maria
Luisa Pombeni, dopo il terribile even-
to di agosto che ci ha privato della
sua presenza.
È un saluto per restituire ad un’ami-
ca ciò che è suo, ma anche, ormai,
un momento necessario per ricono-
scere l’eredità professionale che ci ha
lasciato e per assumere la responsa-
bilità di valorizzarla e svilupparla al
meglio delle nostre capacità.
Ho già avuto modo in altri con-
testi
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di portare una testimonianza
dell’affetto e delle relazioni, anche
sul piano personale, che la profes-
soressa Pombeni ha avuto con noi,
“il gruppo degli psicologi orientatori
della Regione Friuli Venezia Giulia”.
Oggi, invece, intendo ancorarmi prio-
ritariamente agli aspetti professionali
che hanno segnato indelebilmente la
nostra collaborazione. È un riandare
ad un cammino comune che è stato
comunque impregnato dalla vitalità,
dall’entusiasmo e dalla forte tensione
etica verso la qualità e verso le perso-
ne, propri della personalità di Maria
Luisa.
Il suo contributo, per lo sviluppo
delle attività di orientamento in FVG,
è stato rilevante, complesso e di lun-
go periodo. Nel breve spazio di questa
introduzione cercherò almeno di rico-
struire le tappe salienti di un percorso
che ha visto intrecciarsi spesso le no-
stre storie professionali sullo sfondo
di uno scenario, peculiare dell’Italia,
dove l’orientamento stava rapida-
mente cambiando, acquisendo gran-
de attivismo e visibilità, senza peral-
tro trovare ancora un sua dimensione
stabile e di sistema.
Il nostro gruppo era impegnato sul
versante dell’orientamento a scuo-
la già da un decennio quando, alla
fine degli anni ’80, abbiamo affidato
a Maria Luisa Pombeni l’incarico per
un aggiornamento formativo sulla
consulenza di orientamento. Aveva-
mo già superato la fase iniziale della
nostra attività, con i test a tappeto, i
consigli di orientamento, la gestione
diretta di molte attività a scuola, ecc.,
e stavamo lavorando per incanalare
l’intervento regionale verso un ruolo
più specialistico, da un lato a suppor-
to dell’azione orientativa dei docenti
(consulenza tecnica) e dall’altro a
qualificare l’azione consulenziale del-
lo psicologo regionale per il sostegno
individuale agli alunni e alle famiglie
nella transizione inuscitadalla scuola
dell’obbligo (consulenza orientativa e
counseling psicologico).
Nel gruppo era inoltre già avvertita
l’esigenza, di disporre o predisporre,
con le tensioni organizzative che ne
conseguono, una pluralità di azioni,
attività e strumenti orientativi non
direttamente collegabili alla sola
professionalità dello psicologo orien-