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ragire punti di vista diversi, storie
diverse e costruzioni di significati
multipli. Questo dal punto di vista
operativo ha significato esplicitare le
proprie rappresentazioni mentali, cre-
denze, teorie sulla realtà per esplorare
spazi di possibile condivisione.
D’altra parte, l’impianto della speri-
mentazione ha offerto una cornice
strutturata che ha permesso l’osserva-
zione dei processi trasformativi attiva-
ti e che, nel contempo, ha garantito
l’autonomia alla scuola.
È stato anche detto “PARLIAMO DI
BENESSERE”; usciamo dalla cappa
nera del disagio! Il concetto “disagio”
evoca qualcosa che manca, l’assenza
di ciò che rende la vita confortevole e
piacevole a viversi, si è giunti così a
pensare al “benessere” inteso come
messa in atto di condizioni di svilup-
po e crescita per tutti “ come una rete
disposta all’ascolto delle richieste
d’aiuto, una rete di attenzioni, espe-
rienze, solidarietà, capace di ricono-
scere anche le richieste silenziose ed
implicite e che poi sappia risponder-
vi senza alimentare i problemi ..” (M.
V. Masoni); da ciò è derivato “STAR
BENE STUDIANDO BENE” titolo che
è stato giudicato da qualcuno banale,
ma che come tutte le cose ovvie può
racchiudere qualcosa di prezioso: per
noi rimanda alla bellezza della sco-
perta, alla meraviglia del sentire che
menti diverse, quella del docente e
quella dello studente, possono incon-
trarsi e produrre qualcosa di vivo e fer-
tile, un nuovo sapere comune.
I RISULTATI DELLA RICERCA
Il racconto di Rosalia Garzitto e le nar-
razioni delle diverse équipes ci faran-
no intravedere gli itinerari seguiti, le
metodiche utilizzate e gli strumenti
prodotti.
Ed infine, come dicono i ragazzi: “il
compito era facile?”
“Star bene studiando bene” ha rappre-
sentato un’esperienza di progettazione
complessa in ambito sociale, un vero e
proprio laboratorio che ha offerto a
tutti coloro che hanno condiviso l’im-
presa una significativa occasione di
apprendimento e di crescita professio-
nale. Certamente c’è ancora molto da
migliorare come sentiremo anche dai
dirigenti scolastici e dai docenti.
Dare vita ad un’architettura così arti-
colata, nei diversi gruppi e livelli (grup-
po tecnico regionale, équipe, gruppi
all’interno delle scuole) non è stato
semplice.
Ci sono state discussioni, a volte ten-
sioni, improvvise chiusure, frainten-
dimenti, affrontati di volta in volta
senza la pretesa di aver risolto tutto,
con l’umiltà di chi riconosce che ci
sono tante verità e, come dice
Kaneklin, “immaginare per progetta-
re e operare, lasciando la porta aper-
ta al fantastico, non è una cosa faci-
le e non è una possibilità acquisita
una volta per tutte”.
LA NOSTRA ESPERIENZA
Rosalia Garzitto
Assistente tecnica
al Progetto “Star bene studiando bene”
I PARTECIPANTI AL PROGETTO
Le scuole della regione che hanno
partecipato al progetto sono state
ventidue: 8 scuole medie, 8 istituti
comprensivi, un istituto tecnico com-
merciale, quattro istituti di istruzione
superiore, un liceo scientifico.
Sei le scuole capofila che hanno
costituito altrettante équipe territoria-
li, comprendenti un numero variabile
di scuole, da un minimo di tre ad un
massimo di cinque. Ogni scuola
capofila ha avuto il compito di curare
la segreteria organizzativa e ammini-
strativa, il coordinamento tecnico e
progettuale dell’équipe e il raccor-
do/comunicazione con la regia regio-
nale del progetto.
I dati relativi all’effettivo coinvolgi-
mento delle classi, insegnanti e geni-
tori sono stati rispettivamente, 176,
307, 422.
Alcune scuole hanno interagito con
soggetti diversi presenti sul territorio:
università, comuni, pro loco, bibliote-
che, associazioni culturali e di volon-
tariato, parrocchia, collegio del
mondo unito, genitori e anziani, la
memoria storica del territorio.
Ulteriori fondi per i progetti, in quan-
to le risorse finanziarie della regione
erano insufficienti per rispondere ai
bisogni anche nuovi emersi durante
la realizzazione degli stessi, sono stati
erogati dagli enti locali e molte scuo-
le hanno fatto ricorso anche al fondo
d’istituto, specialmente per l’incenti-
vazione dell’attività ai docenti.
IL PROFILO DEL PROGETTO
Le aree tematiche privilegiate dai
progetti delle scuole sono state per
gli alunni: il laboratorio, l’educazio-
ne alle emozioni, i centri di ascolto e
il metodo di studio; per gli inse-
gnanti: gli aspetti emotivi, comuni-
cativi e relazionali e le strategie di
insegnamento; per i genitori: le
dinamiche relazionali, le proble-
matiche educative e collaborazione
con le scuole.
Bisogni affettivi-cognitivi emergono
chiaramente come connessi al
ruolo prioritario dell’istruzione for-
mazione.
I laboratori
hanno rappresentato
indubbiamente l’attività più signifi-
cativa progettata e realizzata dalle
scuole e hanno contribuito, in modo
sensibile, ad alimentare la cultura
della classe come gruppo di lavoro e
al riconoscimento del gruppo quale
risorsa primaria nello sviluppo dei
processi di apprendimento.
Anche il laboratorio degli insegnanti
si è dimostrato mezzo di intervento
educativo per la progettazione di
alcuni percorsi didattici e processo
di ricerca-sperimentazione inerente
alla pratica professionale. Il lavorare
insieme, la condivisione delle diffi-
coltà, in una rete di interazione col-
laborativa, possono favorire una
maggior tranquillità nella gestione di
casi problematici.
Gli indicatori di un crescente males-
sere emozionale, soprattutto fra i
giovani, hanno suggerito la necessità
di prestare maggiore attenzione alla
competenza sociale ed emozionale
e di insegnare ai bambini quello che
Daniel Goleman chiama “l’alfabeto
emozionale”.
L’approfondimento delle strategie di
gestione degli apprendimenti hanno
rappresentato, per gli insegnanti,
momenti di riflessione e di analisi. É
stato privilegiato un approccio
costruttivista per il quale la motiva-
zione dello studente è la leva fonda-
mentale per lo sviluppo dell’appren-
dimento. L’autonomia progettuale,
la responsabilizzazione degli allie-
vi, la promozione della cultura del
dibattito e della negoziazione, il
gusto della ricerca, la conquista di
valori come il rispetto della diversità
si presentano come metodiche di
apprendimento rivolte al benessere
degli studenti e al loro successo sco-
lastico.
Sono stati coinvolti i genitori in 13
scuole: la partecipazione delle fami-
glie nelle attività è stata complessiva-
mente soddisfacente, con alcune
punte di contributo ottimale nel caso
di una scuola dove è stato richiesto
un ulteriore sviluppo del progetto
per la parte che li coinvolgeva diret-
tamente.
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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