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nizzativo nuovo tra cittadini e P. A.,
più vicino ai cittadini e più adegua-
to a far fronte alle complessità pre-
senti nella società, porta alla L. 59/
97, che avvia i grandi processi di
cambiamento e, per quel che con-
cerne la scuola, introduce l’autono-
mia scolastica. Il cammino prosegue
poi con la L. 3/01 di modifica del
Tit. V della Costituzione, che defini-
sce le materie di competenza esclu-
siva dello Stato, esclusiva delle
Regioni, concorrente tra Stato e
Regioni, fatta salva l’autonomia sco-
lastica.
Nelle more del dibattito parlamen-
tare riguardante il trasferimento
dallo Stato alle Regioni dei poteri
effettivi in materia di sanità, istru-
zione e sicurezza civile, la L. 53/
2003 introduce, insieme alla rifor-
ma del sistema scolastico, anche
alcuni contenuti del D.d. L. 1187
meglio conosciuto come “devolu-
tion”. La riforma scolastica viene
inserita nell’ottica più complessiva
del federalismo, che investe i rap-
porti tra Stato ed Autonomie e, dove
il federalismo incontra difficoltà
nella sua attuazione, trova nella
riforma della scuola una significati-
va anticipazione.
Nel passaggio dalla precedente
all’attuale legislatura l’autonomia
scolastica, pur costituzionalizzata,
risulta progressivamente indebolita:
i tagli ai finanziamenti di supporto,
la mancanza di sostegno da parte
degli organismi tecnici, la tendenza
a ricreare la ragnatela amministrati-
va di un centralismo duro a morire
tengono imbrigliate le scuole sem-
pre più sole e in difficoltà. I finan-
ziamenti trovati al di fuori del
Ministero risultano occasionali e
creano una cornice di precarietà
soprattutto per quella progettualità
che le scuole hanno realizzato
come risposta ai bisogni rilevati nel
territorio. Ne conseguono una de-
stabilizzazione dell’arricchimento
dell’offerta formativa e una demoti-
vazione dei collegi docenti difficile
da contenere.
In questi ultimi anni si è registrato
uno sforzo da parte degli Enti Locali
a sostenere la scuola nel suo impe-
gno teso al rinnovamento. Accanto
alla riflessione cui i singoli collegi
sono stati chiamati sui grandi temi
della dispersione, la stagione delle
riforme ha avviato una nuova cultu-
ra, che ha portato la Scuola ad usci-
re dall’isolamento. Il cambiamento,
ormai visibile, è stato rinforzato
anche grazie ad alcuni stimoli offer-
ti da norme pensate per la tutela
dell’infanzia e dell’adolescenza. Ci
si riferisce in particolare alle espe-
rienze avviate dalla L. 285/96, gra-
zie alle quali le amministrazioni
comunali, insieme alle scuole, all’a-
zienda sanitaria e ai servizi sociali,
si sono trovate a progettare interven-
ti mirati a contenere il disagio nella
fascia d’età 0-18. La scuola ha com-
piuto un grande sforzo per accredi-
tarsi quale soggetto con pari dignità
rispetto alle altre istituzioni e, nella
collaborazione, ha non solo miglio-
rato la sua capacità di rilevamento
del bisogno, ma ha acquisito anche
una maggior consapevolezza del
potenziale che l’autonomia scolasti-
ca liberava. Gli effetti di queste
esperienze hanno dimostrato che,
lavorando in sinergia con le altre
istituzioni, si potevano raggiungere
risultati di grande interesse e non
previsti. Infatti, i tavoli interistituzio-
nali rovesciavano l’ottica tradiziona-
le, sostituendo alla centralità dell’i-
stituzione, la centralità dei bisogni
dell’infanzia e dell’adolescenza e
ciascuna istituzione metteva in
comune risorse, esperienze, capa-
cità di osservazione, punti di vista e
professionalità diverse, fatte conver-
gere sui problemi rilevati. Da queste
esperienze è nata una nuova consa-
pevolezza per le scuole, che hanno
saputo promuovere un’alleanza
forte tra istituzioni diverse, che per-
seguivano lo stesso scopo.
L’esperienza dello “Star bene stu-
diando bene” si colloca in questa
nuova traiettoria di collaborazione
tra istituzioni per far fronte ad un
problema rilevato in maniera condi-
visa.
La Regione ha dato modo alle scuo-
le che hanno partecipato alla speri-
mentazione di:
migliorare la capacità di lettura dei
bisogni educativi;
veder valorizzata la capacità proget-
tuale delle scuole;
veder supportata la ricerca e l’inno-
vazione, seppur limitata a gruppi di
insegnanti;
aprire un varco alla costituzione
delle reti contenendo la concorren-
zialità delle scuole e potenziando la
capacità di collaborazione e di
scambio di esperienze.
Le scuole hanno dato alla Regione
la possibilità di:
comprendere meglio la tipologia dei
problemi presenti in età scolare;
percepire il grado di diffusione del
rinnovamento culturale e professio-
nale tra gli operatori scolastici.
I Dirigenti Scolastici vedono nell’i-
niziativa appena conclusa una cor-
retta coniugazione delle autonomie,
quella locale e quella scolastica,
coinvolte in una collaborazione di
pari dignità, che favorisce l’integra-
zione delle risorse per un comune
progetto di sostegno e valorizzazio-
ne del sistema educativo regionale.
IL PROGETTO REGIONALE
VOLTO A PROMUOVERE IL
BENESSERE NEI CONTESTI
SCOLASTICI
Patrizia Giordani
Centro Orientamento Udine
L’idea di un intervento sul disagio
giovanile è nata come risposta alle sol-
lecitazioni provenienti dalla comunità,
in particolare dal mondo della scuola
e dal territorio impegnato in attività
educative con i giovani e le famiglie.
Le linee generali sono state delineate
in collaborazione con l’Ufficio scola-
stico regionale per il Friuli Venezia
Giulia, successivamente il compito di
studiare il problema ed elaborare un
progetto operativo è stato affidato ad
un gruppo tecnico formato dal coordi-
natore del Servizio istruzione e orien-
tamento, dagli psicologi (uno per cia-
scun Centro regionale di orientamen-
to), da un consulente scientifico e da
un assistente tecnico organizzativo.
Per conoscere quali caratteristiche pre-
senti il fenomeno “disagio“ nella
nostra regione è stata condotta un’in-
dagine preliminare qualitativa con
interviste a studenti, docenti e genitori.
Nello scorso aprile, è stato poi orga-
nizzato il Convegno “Il benessere dei
giovani a scuola, in famiglia, nella
società”, che ha offerto l’opportunità
di confrontare prospettive teoriche e
riflettere su alcune esperienze signifi-
cative di respiro regionale, nazionale
ed internazionale.
Prima di descrivere la struttura del
progetto “Star bene studiando bene”
mi sembra utile considerare come
viene comunemente descritto il disa-
gio giovanile.
Le immagini che la stampa, il cinema
e la televisione contribuiscono a
diffondere è piuttosto preoccupante:
si parla di atti vandalici, di assunzione
di sostanze alteranti, di aggressioni, di
disturbi alimentari, di forme di autole-
sionismo, fino ad arrivare alle bande e
alle sette sataniche.
Dalle nostre interviste e ricerche, i
ragazzi, a scuola, vengono raffigurati
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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