Gli articoli di questo numero dei Quaderni di Orientamento sono ritmati da nume-
rose opere fotografiche di colui che viene considerato il più importante fotografo
d’arte (così un tempo si diceva) del primo Novecento friulano.
Nato a Udine nel 1890, Buiatti da giovanissimo apprende i primi segreti della foto-
grafia frequentando lo studio di Pietro Modotti, pioniere e ricercatore di tecniche fo-
tografiche, zio della mitica Tina, fotografa e rivoluzionaria.
Dal temperamento ribelle, per fuggire le strettoie della provincia intraprende di-
versi viaggi attraverso l’Europa alla ricerca di nuovi stili e di vivaci ambienti cultu-
rali. Nel 1909 si trova a Parigi dove lavora come operatore al
Pathé Journal
, quindi si
trasferisce alla
Nordish Film
di Copenaghen, ed infine a Monaco. Quest’ultimo sog-
giorno risulta alquanto utile, perché nella capitale bavarese apprende con raffina-
tezza tutte le principali tecniche della fotografia pittorica, come l’uso degli “obietti-
vi d’artista” (dalla resa morbida), la stampa al bromolio e alla gomma bicromata, il
viraggio, le carte al carbone. Sono tutte tecniche che appartengono al filone della fo-
tografia artistica, al quale il fotografo udinese resta fedele per tutta la vita, tanto da
essere annoverato dagli storici come il più importante e testardo rappresentante di
quella tendenza che alimentò il cosiddetto “salonismo fotografico”.
Rientrato definitivamente a Udine nel 1923, Buiatti apre uno studio in via Cavour
per dedicarsi principalmente al ritratto. Partecipa a diverse esposizioni e nel 1924
ottiene il primo premio al Salone internazionale di Londra.
Dal 1928 al 1935, forse il periodo più fertile, tiene studio nel palazzo Plateo di via
Marinoni, dove esegue ritratti della piccola e media borghesia friulana, oltre a regi-
strare i volti di tutti gli artisti che appartengono all’arte friulana d’avanguardia (Di-
no, Mirko, Afro, Filipponi); la sua fama di ritrattista richiamerà poi in Friuli diversi
artisti italiani (Carena, Cagli, Guidi).
Nei tanti decenni di attività, Buiatti si dedica con particolare attenzione alla foto-
grafia di paesaggio; immagini che gli valgono prestigiosi premi alle mostre interna-
zionali di Varsavia, Roma, Stoccolma. Si tratta di una appassionata indagine sulla
natura, che viene colta in momenti romantici, lirici e bucolici.
Pubblica su numerose riviste e tiene solidi contatti con il mondo della fotografia
friulana (Pignat, Brisighelli, Turrin).
Sposta nuovamente lo studio in via Tiberio Deciani, dove lavora per molti anni, tra-
scorre il periodo del secondo dopoguerra e prepara un’ampia rassegna di sue ope-
re (paesaggi, ritratti, nudi e nature morte) per il Circolo Artistico Friulano.
Negli anni Sessanta, con studio in piazzale Primo Maggio, ai piedi del Castello, si
dedica alla ristampa di molte lastre dei decenni precedenti.
L’ultima sua esposizione, antologica, viene allestita a Udine nel 1978 a cura del Cir-
colo fotografico friulano.
Silvio Maria Buiatti conclude la sua lunga vita nel gennaio del 1982.
Prof. Riccardo Toffoletti
Errata corrige
Per uno spiacevole refuso negli allegati al N. 22 della rivista la dott. Fiorella Balestrucci è stata presentata
erroneamente. Scusandoci con l’interessata, si precisa che la dott.ssa Balestrucci opera presso il CRDA -
Centro regionale di Documentazione e Analisi sull’infanzia e sull’adolescenza - Direzione Regionale della
Sanità e delle Politiche Sociali.