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SPAZIO APERTO
Quanto si muovono
i nostri bambini?
L’Organizzazione Mondiale della Sa-
nità e altre organizzazioni internazio-
nali quali American Hearth Association
AHA, American Association of Pedia-
trics AAP, raccomandano che i bambini
sin dalla nascita pratichino attività fisica
(WHO, 2017).
Le ormai ventennali evidenze scien-
tifiche hanno messo in evidenza che
l’attività fisica aiuta a prevenire patolo-
gie non trasmissibili quali malattie me-
taboliche, diabete, ipercolesterolemia,
problemi cardiaci, tumori.
Gli organismi internazionali racco-
mandano per i bambini da 3 a 6 anni
almeno 60 minuti di attività strutturata
e 60 minuti di gioco libero ogni giorno
(NASPE, 2011).
Nonostante queste raccomandazioni
e le numerose evidenze scientifiche
dei benefici connessi a uno stile di vita
attivo, i bambini e le bambine si muo-
vono troppo poco e la tendenza per
i prossimi anni è che si muoveranno
sempre meno (Okkio, 2017).
Perché c’è difficoltà da parte degli
adulti nel comprendere la necessità di
movimento del bambino/a? Perché si
sente dire “io mi occupo del bambino
a 360°”ma quando si esamina la com-
posizione dei gradi di questo interesse
non compare l’attività motoria?
Outdoor activity:
il parco giochi
“Primo Sport”
Un ambiente adatto allo
sviluppo dei bambini
Patrizia Tortella
Un po’ di storia e di
storie di sviluppo
motorio
La celebre frase “mens sana in corpo-
re sano” attraversa il pensiero umano
da lungo tempo, assumendo signifi-
cati diversi. Giovenale, nella sua satira
affermava che l’uomo doveva aspirare
solamente alla sanità dell’anima e alla
salute del corpo, pregando gli Dei af-
finché concedessero entrambe le cose,
Aristotele sosteneva che mente e corpo
dovevano essere“allenati”separatamen-
te per potersi sviluppare al meglio.
Come afferma Karen Adolph (Adolph
et al., 2010) nel suo articolo
“Key partici-
pant, in the service of the true princesses
of psychology – language, cognition, per-
ception and social interaction”
, al giorno
d’oggi nella civiltà occidentale lo svilup-
po motorio viene considerato impor-
tante non per se stesso, ma in quanto
strumento utile al raggiungimento di
altri traguardi ritenuti “più importanti”
relativi ad esempio a linguaggio, intel-
ligenza, percezione, interazione sociale.
La stessa ricercatrice fa notare come le
pubblicazioni scientifiche sullo sviluppo
nel corso dell’infanzia siano state poche
fino agli anni ’80 e di queste solo 5,2%
fosse rivolto allo studio dello sviluppo
motorio (Adolph, 2015).
La mancanza di interesse è probabil-