foto di Deborah Beer,1975,
Ritratto di Pier Paolo Pasolini.
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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 45
cartoline su Marilyn dove viene ricostruita
la vita e la carriera dell’attrice attraverso
postcards e gadgets. Di particolare rilievo
la mostra (e relativo catalogo) su Fellini e
Otto e ½
, il suo capolavoro, che ha trovato
nelle foto di Bachmann un ulteriore tassel-
lo per ricostruire la complessa creazione
di uno dei film più acclamati della storia
del cinema. Da questo patrimonio sono
nati anche documentari come
L’ultima
sequenza
di Mario Sesti su Federico Felli-
ni e
Pasolini prossimo nostro
di Giuseppe
Bertolucci sull’ultimo film di Pasolini
Salò o
le 120 giornate di Sodoma
, poi presentati ai
Festival di Cannes e Venezia. I materiali di
Cinemazero sono stati esposti in Italia (Ro-
ma, Milano, Torino, Verona, Padova, Reggio
Emilia, Firenze, Rimini, Terni, Matera) e all’e-
stero (NewYork, Berlino, Barcellona, Parigi,
Klagenfurt, Toronto, Graz, Budapest, Sidney,
Colonia, Melbourne, Londra, Cannes, Vien-
na, Buenos Aires) e sono tutt’ora richiesti
dai principali centri culturali internazionali.
Tra le mostre più apprezzate spiccano
quelle su Pier Paolo Pasolini, tra le quali
brillano a loro volta percorsi specifici e in-
sulari. Si parte infatti da “
Accattone
: i primi
ciak di Pasolini” dove le foto di Tazio Sec-
chiaroli ricostruiscono i primi passi mossi
dal grande regista di Casarsa nel cinema,
quando privo di cognizioni tecniche, ma
forte di una lunga preparazione interiore
esordisce nella regia. Le foto documentano
la fase di preparazione, cioè i sopralluoghi,
la scelta degli attori e quei primi tre giorni
di riprese, restituendo agli storici la prova
di un avvicendamento di cui si era persa
traccia: il cambio di casa di produzione e
di conseguenza di operatori sul set. Infatti
nella foto scorgiamo come direttore del-
la fotografia Carlo Di Palma e come aiuto
regista Riccardo Fellini al posto di Tonino
Delli Colli e Bernardo Bertolucci, che por-
teranno a termine il film. Le fotografie sono
di Tazio Secchiaroli, fotografo felliniano e
‘paparazzo’ per antonomasia, e sono ri-
maste “sepolte” per oltre trenta anni. Da
qui inizia il percorso di “Pier Paolo Pasolini:
il lavoro del cinema”, che ricostruisce gli
anni successivi alla prima prova alla regia
del poeta, raccontando la carismatica pre-
senza sul set di Pasolini attraverso gli occhi
dei fotografi di scena presenti in tutti i suoi
film. Una documentazione importante che
illustra unmetodo di lavoro contraddistinto
dalla costante cura di tutti i dettagli e dalla
operosità infaticabile del regista spesso
colto con la macchina a mano sulla spalla
oppure a mimare l’azione con gli attori.
Di Pasolini si racconta che non avesse in
grande considerazione il mestiere del fo-
tografo di scena, ciononostante ebbe la
fortuna di avere a documentare i suoi set
tutte grandi firme della fotografia: Angelo
Pennoni (
Accattone, Il fiore delle Mille e
una notte
), Gideon Bachmann (
La Terra
vista dalla Luna, Il fiore delle mille e una
notte, Salò o le 120 giornate di Sodoma
),
Angelo Novi (
Mamma Roma, La ricotta,
Comizi d’amore, Sopralluoghi in Palestina,
Il Vangelo secondo Matteo, La Terra vista
dalla Luna, Che cosa sono le nuvole?, Teo-
rema
), Paul Ronald (
La ricotta
), Divo Cavic-
chioli (
Uccellacci e uccellini
), Bruno Bruni
(
Edipo Re
), Gianni Barcelloni (
Appunti per
un film sull’India
), Marilù Parolini (
Porcile
),
Mario Tursi (
Medea, Il Decameron, Le mura
di Sana’a
), Mimmo Cattarinich
(I racconti
di Canterbury
), Deborah Beer (
Salò o le 120
giornate di Sodoma
). Chiude la panoramica
pasoliniana la mostra dedicata a
Salò
, l’ul-
timo film di Pier Paolo Pasolini con le foto,