QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 44
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Se il cuore del problema risiede nella
mente, si rende necessaria un’ottimizza-
zione generalizzata della coscienza indi-
viduale, qualcosa che possa generare uno
sviluppo psico-spirituale di massa. Questa
è la nuova missione dell’educazione. Fino-
ra l’educazione si è comportata come un
organo riproduttivo del sociale.
Partendo dal presupposto che questo
è il migliore dei mondi possibili, lo ha ri-
prodotto“com’era dov’era”con tutte le sue
nevrosi e patologie. In tal senso si può affer-
mare che abbiamo il mondo che abbiamo,
con tutti i problemi connessi, perché non
possediamo altra educazione rispetto a
quella imperante
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. Per cambiare rotta è
necessario uno scatto, in modo che l’e-
ducazione passi da traino a locomotrice
guida della società.
Affinché questo accada è necessario:
a)
comprendere di che tipo di educazione
abbiamo bisogno;
b)
formare educatori ed insegnanti perché
possano realizzare tale trasformazione.
Partiamo dal primo punto. Una prospetti-
va educativa dovrebbe essere meno nozio-
nistica e meno repressiva. Come del resto
affermano sia l’Unesco che ultimamente
anche l’Unione Europea, dovrebbe cen-
trarsi maggiormente su abilità relazionali
e personali dell’essere.
Molte nozioni di per sé diventano presto
obsolete, ma una persona completa, for-
mata, sa essere
resiliente
rispetto ai cam-
biamenti della vita che oggi più che mai
le vengono richiesti anche dal mondo del
lavoro e da una società sempre più liquida
e interculturale.
Guardare alla persona, all’essere, in senso
olistico, significa proporre un’educazio-
ne tri-focale (dei tre cervelli su menzio-
nati). Significa educare alla conoscenza
esperienziale della propria mente, fornire
competenze relazionali e sociali (proprie
dell’aspetto materno), promuovere la li-
bertà, la spontaneità e l’autenticità tipica
del bambino interiore (amore per se stessi),
favorire la crescita spirituale e di senso col-
tivando i valori e l’etica (amore per ciò che
è più grande di noi e di cui siamo parte).
In sostanza si intende promuovere una
formazione che permetta alla persona di
diventare ciò che è seguendo l’imperati-
vo
conosci te stesso
inscritto sull’entrata
dell’Oracolo di Delfi, così caro a Socrate.
Se l’educazione patriarcale si è centrata
su uno spirito repressivo e criminalizzante,
un’educazione che ha l’obiettivo di cambia-
re rotta dovrà essere molto più libera, con
più amore, più accettazione. Dovrebbe in
sostanza educare ad amare in primo luo-
go noi stessi. Questo potrebbe sembrare
scandaloso perché molti adulti scambiano
l’amore di sé per egoismo.
Ma l’egoismo è qualcosa di molto diverso
che deriva da un sostituto dell’amore di
sé. È più un individualismo che deriva dal
sentirsi vuoto, dal senso di non essere e la
voglia di riempirsi artificialmente. L’amore
per sé richiede libertà di essere se stesso e
ciò è vicino allo spirito dionisiaco.
Dionisio non era il dio dell’ebbrezza in
senso superficiale, ma in un senso profon-
do nel quale il vino rappresenta lo scio-
gliersi dell’individualità, della parte egoica,
sciogliersi nel divino. Dionisio era il dio dei
misteri e della resurrezione. Nietzsche di-
ceva che lo spirito dionisiaco è l’antidoto
ad un cristianesimo fossilizzato, ma non si
è praticato molto, eccetto nel movimento
terapeutico.
Uno dei principi fondanti della terapia
della Gestalt infatti è proprio l’autoregola-
mentazione organismica che lavora sulla
spontaneità e la capacità di affidarsi all’in-
telligenza intrinseca dell’essere, della vita.
Ciò significa che poiché in genere stia-
mo meglio senza un poliziotto interno,
un ambiente meno repressivo permette
di sviluppare in modo sano un’intelligenza
intrinseca che si autoregola. In questo mo-
mento pare invece che educare significhi
dire “non devi questo... non devi quello...”.
Su questo apro una parentesi personale.
Spesso entrando nelle classi ho avuto
la triste esperienza di notare che verso i
bambini gli adulti usano un linguaggio e
un atteggiamento che se fosse riferito ad
un altro adulto sarebbe considerato ag-
gressivo o molto offensivo o palesemente
irrispettoso e maleducato. Sui bambini
vengono spesso scaricate senza ritegno
nevrosi personali e molte componenti re-