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ORIENTAMENTO E SCUOLA
3)
intervenire tutti, a turno
;
4)
evitare ogni forma di commento
, sia
negativo che positivo, sia espresso in for-
ma verbale che metaverbale, almeno fino
alla conclusione del giro.
12
Questa modalità proposta all’inizio per
la prima scena, quella in cui bisogna de-
cidere “
di che cosa si va alla ricerca
”, vale a
dire la motivazione stessa del viaggio, fa si
che ogni persona si trovi in qualche modo
forzata
ad esprimersi a riguardo evitando
da subito quello che è invece l’esito più
scontato di ogni dibattito: la formazione,
al massimo di due distinte proposte sulle
quali convergono due distinti e spesso con-
trapposti gruppi, ai quali se ne aggiunge
un terzo silenzioso (spesso maggioranza).
Con il
giro di tavolo
invece si ottiene che
non solo tutti si esprimano una prima volta
ma che, proprio a partire da quanto viene
“messo sul tavolo”, si cerchi non tanto un
compromesso ma una composizione del
significato che tenga possibilmente conto
di tutte le singole particolarità. La cosa ve-
ramente importante non è infatti la riduzio-
ne delle differenze, quanto la conoscenza
da parte di tutti delle rispettive differenze e
la chiara percezione che questa situazione
non necessariamente
deve essere risolta
in
quanto problema.
Il
giro di tavolo
sui temi proposti da Co-
opergame permette in pratica ad un grup-
po di individui la conoscenza reciproca.
L’incalzare delle scelte proposte dal gioco,
nell’attesa di una partenza che sebbene
virtuale non per questo è meno carica di
significato, spinge inoltre una volta espres-
sa, a cambiare la propria idea iniziale non
perché “convinti” da altri, ma perché ci si
riconosce finalmente in una pluralità di-
namica e
viva
.
Constatare o meglio percepire che tutti
indistintamente si sta partecipando all’e-
laborazione e definizione di uno stesso
viaggio (condivisione di senso prima che
di programma) permette a ciascuno di
percepirsi come soggetto attivo tra gli altri
ed il risultato è a dir poco sorprendente:
se si arriva a percepire che la realtà è mo-
dificabile ora, attraverso il dialogo, allora
non è esclusa la possibilità di immaginarsi
altrettanto attivi in un futuro nel quale non
sia già tutto scritto, dagli altri.
Stefano Bertolo
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