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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 44
21
l
la crescita della quota di disoccupati
di lungo periodo: più del 30% dei gio-
vani disoccupati a livello europeo e
quasi il 50% in Italia si trovano in tale
condizione da più di anno (Eurofound
2012);
l
la crescente instabilità dei rapporti
di lavoro e precarietà delle posizioni
lavorative (Gualmini, Rizza 2013, 185).
Il fenomeno coinvolge più del 40% dei
giovani occupati in Europa e più del
50% in Italia (
ibidem
);
l
la crescente esposizione dei più istruiti
al rischio di sovraistruzione (
overe-
ducation
) che si verifica quando gli
approdi lavorativi sono caratterizzati
da un livello di qualificazione profes-
sionale medio-basso (in rapporto al
livello di istruzione maturato), senza
fornire alcuna sostanziale prospettiva
di professionalizzazione (ILO 2013).
Si tratta di tendenze generali condivi-
se dalla maggior parte dei paesi. Pochis-
sime realtà escono da questo quadro
negativo. Il caso più eclatante è quello
della Germania dove la penalizzazione
per i giovani nel mercato del lavoro è
ai minimi termini. Peraltro, le situazioni
risultano comunque fortemente diffe-
renziate, sia in termini di dimensioni
e caratteristiche del disagio giovanile,
sia in termini di risposte istituzionali
(Thompson 2013).
L’Italia, assieme agli altri paesi dell’Eu-
ropa mediterranea, risulta uno dei più
colpiti dalle problematiche qui discusse
(Gualmini, Rizza 2013, 175). In particola-
re, questo paese si segnala, in negativo,
per un sensibile deficit della domanda di
lavoro qualificato rivolta ai giovani più
istruiti (Blasutig 2012; Reyneri, Pintaldi
2013, 98).
I fenomeni appena descritti hanno fa-
vorito il notevole ampliamento di quel-
la
terra di mezzo
che divide il circuito
dell’istruzione/formazione da quello
del lavoro e, conseguentemente, un
allungamento dei tempi di percorrenza.
È proprio in relazione a questa difficile
e cruciale fase di transizione che negli
ultimi anni la programmazione delle po-
litiche europee in favore dei giovani ha
cominciato a riferirsi sempre più spesso
alla categoria dei NEET a cui è dedicato
il presente contributo.
Si ritiene, giustamente, che l’indicato-
re statistico ritagliato su questo concet-
to sia maggiormente in grado, rispetto
ai tradizionali indicatori di tipo occupa-
zionale, di dare sinteticamente conto
dell’eterogeneo insieme dei giovani che
si stanno muovendo su questa terra di
mezzo, disegnando varie traiettorie e
incontrando, chi più chi meno, una se-
rie di difficoltà ed ostacoli (Eurofound
2012; Thompson 2013).
IL DIFFICILE PERCORSO
VERSO L’ETÀ ADULTA E
I RISCHI DI ESCLUSIONE
SOCIALE
Le difficoltà vissute dai giovani in tran-
sizione coinvolgono direttamente la loro
sfera identitaria, nel percorso evolutivo
che li conduce all’età adulta. Come evi-
denziato dalla letteratura (IRRSeS 2012;
Livi Bacci 2008; Lodigiani 2010), la que-
stione riguarda il dilatarsi e il dilazionarsi
di tale percorso (l’uscita dal sistema for-
mativo, l’acquisizione di un lavoro stabile,
l’emancipazione dalla famiglia d’origine,
la costruzione di un nuovo nucleo fa-
miliare).
A ciò si aggiunge l’aggravante rappre-
sentata dal fatto che le storie individuali
si dipanano attraverso eventi, situazioni
e posizioni instabili e reversibili. I marca-
tori identitari che segnano le biografie
individuali, nel passaggio dall’età giova-
nile a quella adulta, risultano sempre più
deboli, sfumati ed incerti (Cesareo 2005;
Furlong, Cartmel 2007; IRSSeS 2012).
Date queste condizioni, lo sforzo di
significazione compiuto dai giovani nel
rapportarsi alle proprie biografie, in par-
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