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ORIENTAMENTO FORMAZIONE E LAVORO
LA DISOCCUPAZIONE
COME PROTOTIPO DEL
DISAGIO LAVORATIVO
Quando si parla di
disagio lavorativo
con-
clamato ci si riferisce a una fenomenologia
di esiti negativi del lavoro sulle persone
assai ampia e soprattutto multi-determi-
nata: insoddisfazione, sfiducia, senso di
impotenza, ansia e depressione, apatia
e ritiro sociale oppure ostilità, condotte
contro produttive e conflittualità sociale
crescente. Dal lato delle possibili cause
di tale disagio l’attuale situazione di crisi
economico-sociale sembra accentuare il
peso di alcuni fattori:
l
fattori organizzativi
conseguenti a ristrut-
turazioni rapide e scarsamente progetta-
te: inadeguata organizzazione del lavoro,
difetti di comunicazione interna, bassa
condivisione delle strategie aziendali e par-
tecipazione limitata dei lavoratori ai pro-
cessi di cambiamento, incerta definizione
di ruoli e responsabilità, criteri di gestione
delle risorse umane non coerenti con le
esigenze di una forza lavoro mediamente
più istruita rispetto al passato e comunque
molto eterogenea dal punto di vista socio-
demografico, culturale ed etnico;
l
fattori legati alle
condizioni di esercizio
del lavoro, ai contenuti ed ai processi la-
vorativi:
maggiore complessità dei compiti
e aumentato rischio di errori, obsolescenza
dei mezzi di lavoro, processi di intensifica-
zione e dei ritmi del lavoro, rilevanza e criti-
cità delle relazioni interpersonali che sono
alla base del funzionamento dei gruppi di
lavoro, microconflittualità, ecc.;
l
fattori che riguardano i
percorsi di carriera
(progressiva scomparsa delle «carriere line-
ari» in funzione di percorsi senza confini,
flessibili e spesso precari) che mostrano
una crescente distanza tra le aspettative
individuali e quantooffertodalmercatooc-
cupazionale. Accanto al disagio che deriva
direttamente da un’esperienza lavorativa
frustrante, usurante o, comunque, densa di
fattori psicosociali di costrittività e stress,
va riconsiderato quello che è collegato alla
sottoutilizzazione dei lavoratori e, soprat-
tutto, alla
mancanza o perdita di lavoro
.
Il legame tra disoccupazione, assetto
psicologico e benessere individuale e col-
lettivo è stato esplorato da molto tempo
(Depolo e Sarchielli, 1987) e anche gli studi
più recenti evidenziano come i disoccupati
sperimentino una condizione di stress che
determina numerosi effetti di strain o è
in grado di esacerbare livelli di malessere
o disturbi già presenti nella persona. Ad
esempio, Paul e Moser (2009) nella lorome-
ta-analisi pochi anni fa dimostrarono che
il numero medio di persone con problemi
psicologici tra i disoccupati arrivava al 34%
in confronto con il 16% degli occupati.
Inoltre, l’incidenza delle difficoltà psicolo-
giche diminuiva se le persone rientravano
al lavoro entro pochi mesi, mentre tende-
va a crescere con l’aumento della durata
della disoccupazione. Tali effetti negativi
risultano più netti nei paesi a più basso
livello di sviluppo economico o quando
esistono una diseguale distribuzione del-
le ricchezze e un sistema di protezione
sociale inefficiente. Numerosi altri studi
(Milner, 2013) effettuati in vari paesi, hanno
poi mostrato come al crescere dei tassi di
disoccupazione si verifichi non solo un
aumento del disagio psicologico e delle
malattie mentali, ma anche un incremen-
to del tasso dei suicidi (i disoccupati sono
da due a tre volte più a rischio di suicidio
rispetto agli occupati) e della mortalità
in generale, soprattutto tra coloro hanno
perso il lavoro nelle fasi iniziali o critiche
della carriera professionale.
I punti essenziali emergenti dalla tradi-
zione di studi sugli effetti psicologici della
disoccupazione possono essere così sin-
tetizzati:
a) i disoccupati sperimentano una condizione
di più basso benessere (con demotivazione
e insoddisfazione lavorativa e per la vita in
generale) rispetto a chi lavora; di più eleva-
to rischio di sindromi di disagio psicologico
(ad esempio, ansia, depressione, ostilità,
sentimenti di «impotenza appresa», idee
suicidarie, tendenza ad auto-svalutarsi e
a farsi del male o
self injury
, varie forme
di
strain
fisico come l’insonnia, ecc.); di
riduzione dell’efficacia delle strategie di