a destra,
Balcone in Provenza
, 1957,
75x100 cm, tempera su carta.
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ORIENTAMENTO FORMAZIONE E LAVORO
minore
financial strain,
un’autopercezione
meno negativa dello status attuale, una
minore identificazione con il lavoro svolto,
un partner che non assilla e rimprovera, o
altri tipi di pressioni esterne.
In effetti, la letteratura più recente, recu-
perando contributi derivanti da tradizioni di
ricerca e intervento diverse (
empowerment
,
resilienza e psicologia positiva), offre con-
crete giustificazioni a programmi integrati di
contrasto al disagio psicologico lavorativo,
commisurati anche alle risorse personali
presenti o potenziali:
A) Negli anni recenti, grazie anche ai con-
tributi della psicologia positiva (Luthans,
2002), si assiste al passaggio dalla focaliz-
zazione sui deficit, disfunzioni e patologie
nel rapporto tra persona e situazione alla
prospettiva dei punti di forza
. Una prospetti-
va tesa a mobilitare competenze; costruire
fiducia di sé; stimolare speranza; risolvere
situazioni problematiche; «attivare capa-
cità» nelle persone. I cinque principi base
(Rankin, 2006) che sostengono tale prospet-
tiva concettuale e pratica sottolineano che:
a) ogni persona, gruppo, organizzazione, co-
munità ha dei punti di forza (strutturali e di
expertise) che vanno resi salienti;
b) la crisi può apparire devastante, ma occorre
vedere le possibili anche piccole fonti di
opportunità;
c) non si devono stressare solamente i limiti
della situazione, ma continuare ad aiutare
per risolvere, cambiare e crescere;
d) occorre cooperare perché lapersona si attivi
e si impegni personalmente nonostante
tutto;
e) si devono trarre (edutilizzare) daogni conte-
sto le possibili risorse individuali e collettive
finalizzate ad uscire dall’impasse.
B) Queste indicazioni convergono con la
prospettiva dell’empowerment
nei contesti
lavorativi (Spreitzer, 1995) che si propone di
attivare processi di incremento del potere
personale, interpersonale e sociale affinché
le persone possano agire direttamente per
migliorare la loro vita. Tali processi di «abili-
tazione» e «capacitazione» mettono la per-
sona nella condizione di ridurre le pressioni
situazionali permettendole di identificare
e agire sulle barriere e oppressioni, svilup-
pare skills di pensiero critico e relazionali,
ridurre il
self-blame
(tipico della condizione
di disoccupato), assumere responsabilità di
azione individuale e collettiva e rinforzare
il livello di autoefficacia.
C) Anche la
prospettiva della resilienza
si
concentra sull’arricchimento del «capitale
psicologico» che può svolgere una funzione
di attenuazione dei rischi psicosociali della
disoccupazione (McCann et al., 2013). In
questo caso si sottolinea l’importanza di
sviluppare quelle abilità di un individuo,
gruppo o comunità che sono funzionali a
un «recupero» dalle avversità mediante la
padronanza ambientale e l’adattamento
attivo. Aumentare l’esposizione ai fattori
protettivi e decrescere l’esposizione a quelli
di rischio aumentano la probabilità che, di
fronte ad un evento critico, si sviluppino un
adattamento efficace e una reintegrazione
resiliente.
Combinando le diverse prospettive,
McKenzie-Mohr et al. (2012) individuano
la possibilità di progettare
interventi affer-
mativi
sul disagio, caratterizzati, ad esem-
pio, dal focus sullo sviluppo di competen-
ze, individuali e collettive, di resilienza ai
vari livelli, coinvolgimento collettivo nelle
soluzioni e
interventi di tipo contestuale
(interventi di comunità, focus su politiche
sociali e del lavoro sostenibili, sulla capa-
cità di ricerca di opportunità, istruzione e
formazione professionale di qualità, servizi
per il lavoro e sociali effettivi, azioni di pre-
venzione nei vari contesti di vita, ecc.). Essi
arricchiscono le possibilità di azione sociale
senza escludere, ma neppure limitarsi, a
programmi più tradizionali di prevenzione
secondaria nell’ambito dei servizi come ad
esempio: approcci di riduzione del deficit
individuale, partecipazione a “trattamenti”
di counselling, coaching, training, ecc.
Guido Sarchielli
Professore Ordinario di Psicologia del lavoro
Alma Mater Studiorum,
Università di Bologna
Dipartimento di Psicologia Sede di Cesena