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ORIENTAMENTO FORMAZIONE E LAVORO
ticolare nel proiettarle verso il futuro, si
rivela particolarmente gravoso (Foskett,
Hemsley-Brown 2001; Furlong, Cartmel
2007; Gosetti 2004; Lodigiani 2010).
Come sottolinea la Lodigiani
«conser-
vare o, addirittura, decidere la rotta di
questi percorsi, avere la capacità di ri-
annodarne i frammenti dando loro un
senso non è alla
portata di tutti e deve
fare i conti con le risorse del soggetto
e i condizionamenti strutturali in cui è
inserito, a vantaggio dei segmenti alti
del mercato del lavoro e degli individui
più dotati di capitale umano, sociale e
familiare»
(2010, 66).
Chi resta indietro, chi perde questa
sfida della significazione, chi subisce gli
eventi in forma eterodiretta è destinato a
vivere
«sentimenti di frustrazione, perdita
di padronanza della propria vita, fram-
mentazione del sé, deresponsabilizzazio-
ne, corrosione della personalità» (ibidem).
Le problematiche sul piano identitario
sono strettamente legate alla crescente
esposizione dei giovani al rischio dell’
e-
sclusione sociale
(Eurofound 2012; Kiesel-
bach 2002). Un concetto, quest’ultimo,
che andrebbe disancorato da un’accezio-
ne riduttiva. Esso infatti è da intendere in
chiave a)
multidimensionale
e b)
evolutiva
(Kieselbach 2002, 151).
Per quanto riguarda il primo punto,
l’esclusione sociale concerne non solo
una componente economica derivan-
te dalle difficoltà occupazionali e dalle
conseguenti penalizzazioni sotto il pro-
filo reddituale. Il concetto di esclusione
va allargato anche ad una dimensione
sociale e culturale.
Riguarda, infatti, anche l’estensione e
la qualità delle relazioni sociali, nonché il
basso grado di partecipazione al sistema
di valori ed ai modelli di comportamento
socialmente riconosciuti.
In base a queste accezioni, una situa-
zione di esclusione può corrispondere a
forme di isolamento o chiusura relazio-
nale (entro piccoli gruppi marginali e/o
devianti), a una bassa disponibilità di
capitale sociale (ivi compreso il capitale
sociale di tipo istituzionale), nonché a stili
comportamentali non orientati assiolo-
gicamente e privi di respiro strategico.
Non va inoltre trascurata la compo-
nente psicologica dell’esclusione, con-
nessa al depauperamento delle risorse
motivazionali.
Le ricerche sul tema hanno rivelato il ri-
schio che possano innescarsi
«sentimenti
di vulnerabilità generale, inferiorità, man-
canza di valore, inutilità e depressione
che portano a lungo termine a un calo
dell’autostima e a una maggiore insoddi-
sfazione nei confronti della propria vita»
(ibidem,156)
.
Questa erosione delle basi psicologi-
che può indurre, come si è visto poc’an-
zi, sentimenti di frustrazione, fatalismo,
perdita di controllo, deresponsabilizza-
zione, innescando così circoli viziosi tra
esclusione ed autoesclusione.
Per quanto riguarda invece la natura
dinamica del concetto, si deve consi-
derare, in primo luogo, che le situazioni
osservate in un dato momento per ogni
singolo individuo andrebbero analizzate
in chiave evolutiva, ricercando gli indi-
zi di una esclusione
in nuce
che potrà
manifestare pienamente i propri effetti
negativi nel futuro.
In secondo luogo, è fondamentale ana-
lizzare la forza e la direzione dei vettori
che sospingono le traiettorie individuali
nel vasto spazio intermedio tra la piena
inclusione e la piena esclusione. Si tratta
dell’area grigia della
vulnerabilità
(Kie-
selbach 2002) in cui oggi “naviga” una
grande quota di giovani.
È importante capire le diverse rotte
assunte e le intensità dinamiche, anche
in relazione alle soggettività piuttosto
diversificate che si muovono in questa
sorta di limbo.
Tra queste vi sono anche nuove cate-
gorie di soggetti deboli, entrate solo in
anni recenti nell’area della vulnerabilità.
Nel contesto italiano, ad esempio, i pro-
blemi occupazionali colpiscono significa-
tivamente anche i giovani che si avvici-
nano o superano la soglia dei trent’anni, i
cosiddetti giovani-adulti (Reyneri, Pinardi
2013, 28), senza escludere quelli più istru-
iti (Blasutig 2012).
È proprio l’area della vulnerabilità quel-
la a cui si associa in maniera più stretta
la categoria dei NEET.