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ORIENTAMENTO FORMAZIONE E LAVORO
Osserviamo ora gli stessi dati con rife-
rimento all’Italia ed alle sue articolazioni
regionali (cfr. Figura 3). Nel corso del 2012,
in media, il numero dei NEET compresi
tra i 15 e i 29 anni era ampiamente supe-
riore ai 2 milioni, con una incidenza che
sfiorava il 25%. Come si può osservare le
regioni meridionali sono quelle maggior-
mente colpite dal fenomeno. Peraltro,
anche quasi tutte le regioni settentrionali
presentano dei valori superiori alla media
europea. Tra queste il Friuli Venezia Giulia
che contava 29000 NEET, corrispondenti
ad una quota del 17,9%.
Per quanto riguarda le tendenze dina-
miche del fenomeno in relazione alla crisi
economica, il confronto con la situazione
pre-crisi (risalente al 2007) mostra che
le regioni del Nord-est sono quelle che
hanno avuto una maggiore crescita per-
centuale della quota dei NEET, nell’ordine:
Veneto +69,1%, Emilia Romagna +63,6%,
Friuli Venezia Giulia +62,0%. Altre regioni
dell’Italia settentrionale hanno conosciu-
to un trend di crescita significativo, ma
meno dirompente: Lombardia +48,8%,
Piemonte +46,6%.
Per quanto concerne la variabile di
genere, il Friuli Venezia Giulia è la regio-
ne che registra il maggiore differenziale
tra maschi e femmine: la quota relativa
a queste ultime è quasi doppia rispetto
a quella maschile (confronto basato su
dati del 2011). Si tratta di un differenziale
significativamente superiore anche ad
Figura 3: Percentuale di NEET
sulla popolazione 15-29 anni
nelle regioni italiane nel 2012
(Fonte: Istat)
altre regioni che presentano un
gender
gap
elevato, come l’Umbria, la Sicilia, le
Marche, la Lombardia e l’Emilia Romagna
(considerate nell’ordine).
La comprensione del fenomeno ana-
lizzato può essere arricchita confron-
tando l’andamento nel tempo dei NEET
con quello dei tradizionali indicatori del
mercato del lavoro (occupazione e di-
soccupazione). Questo tipo di analisi è
stata effettuata con riferimento al Friuli
Venezia Giulia.
La Figura 4 presenta i tre aggregati
nell’arco di 9 anni, dal 2004 al 2012. Si ten-
ga altresì presente che, in questo caso, ci
si riferisce alla classe d’età dei 15-24 anni.
Si nota da subito il forte decremento
degli occupati, intensificatosi dal 2008 in
poi. Nell’arco di tempo considerato sono
stati “bruciati” circa 13 mila posti di lavo-
ro riservati ai più giovani. Si tratta di una
diminuzione pari circa al 40%.
Come ci si poteva aspettare, la riduzione
delle opportunità lavorative ha prodotto
un incremento della disoccupazione. Nel-
lo stesso periodo, infatti, i giovani disoc-
cupati sono aumentati di circa 4000 unità,
facendo notevolmente crescere il tasso di
disoccupazione che nel 2012 ha toccato
la soglia piuttosto elevata del 30,5%.
Peraltro, l’aspetto più rilevante che il
grafico evidenzia con immediatezza ri-
guarda l’aumento dei NEET. Il profilo di
crescita di tale indicatore appare deci-
samente superiore a quello registrato